4 ; formal

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mi svegliai alle undici del mattino e stranamente non di malavoglia.
andai di sotto a fare colazione per poi precipitarmi in bagno e farmi una doccia per bene.
una volta finito mi legai un asciugamano intorno al corpo e iniziai ad asciugarmi i capelli.
li sistemai lasciandoli sciolti piastrandoli.
decisi di andare in camera e cercare qualcosa di carino da mettere.
cercai nell'armadio facendo un casino madonnale ma trovando finalmente qualcosa di decente.
presi il vestito tra le mie mani sorridendo.
mi ricordai quando mio padre anni fa me lo regalò dicendo che avrei potuto metterlo quando sarò stata un po' più grande in un'occasione speciale, ed ecco lì che ora potevo tranquillamente metterlo.
era un vestito nero non tanto corto ma neanche troppo lungo, aveva una scollatura al seno ed era abbastanza stretto, non tanto, ma giusto da far risaltare un po' le mie curve.
mi guardai allo specchio e sbuffai.

non mi sono mai piaciuti i vestisti.

ma per quanto odiavo uscire così avrei comunque dovuto metterlo.
andai di nuovo in bagno decidendomi di mettere un po' di trucco.
mi misi il profumo e guardai l'ora.
si erano fatte le 13:08, presi un borsellino e ci infilai il portafoglio, le chiavi di casa e il telefono.
«uhm, uscirò alle 13:30, non ci vuole molto ad arrivare a scuola da qui» dissi tra me e me andandomi a sedere sul divano del soggiorno.
restai un po' sul telefono girando su instagram e altri vari social finché qualcuno non mi mandò un messaggio.
aprii la notifica e notai che era fushiguro.

coglione di merda
esci

feci una faccia confusa ma decisi di fare comunque come mi aveva detto.
aprii la porta d'ingresso e me lo ritrovai davanti appoggiato al muretto.
lo guardai.
aveva sempre i soliti capelli scompigliati.
indossava una camicia bianca con una cravatta nera, dei jeans neri anche questi e una giacca del medesimo colore.

oh cazzo vero la giacca.

presi dall'attaccapanni di fianco una giacca grigia scura che non usavo quasi mai, solo nei momenti particolari.
chiusi la porta dietro di me e andai verso di lui che mi stava guardando dalla testa ai piedi esaminandomi bene.
«cosa ci fai tu qui?» domandai fermandomi davanti a lui.
«eddai non fare la stronza, so che sei felice di rivedermi» disse sorridendo lateralmente mettendosi bene in piedi torreggiando su di me.
«continua ancora a vivere nel mondo dei sogni toji fushiguro» dissi chiudendo gli occhi facendo un movimento vago con la mano.
«andiamo?» chiesi poi sorpassandolo iniziando ad andare verso la scuola.
nessuno dei due spiaccicava parola.

meglio così non voglio avere molto a che fare con lui.

«stai bene così» disse poi guardandomi con la coda dell'occhio.
mi voltai di scatto verso di lui e iniziai a sentire le mie guance arrossire leggermente.

ma tutti questi complimenti gratis cosa sono esattamente?

«ehm grazie? anche tu stai bene, almeno non ti vedo sempre con la solita maglietta nera per favore» roteai gli occhi chiaramente agitata non sapendo cosa dire.

perché cazzo questo ragazzo riesce a farmi agitare così tanto.

«ah quindi ammetti che sono bello eh?» disse ghignando avvicinandosi.
scattai.
«COSA? NON MI SEMBRA DI AVER DETTO QUESTO, SMETTILA DI FANTASTICARE FUSHIGURO» esclamai aumentando il passo.

stavo arrossendo?

chiaramente stavo arrossendo e non poco, penso che dovrebbe smetterla di fare l'arrogante.
lui scoppiò a ridere.
«e che cazzo ti ridi ora?»
arrivammo davanti alla scuola e vedemmo già utahime con gojo e un altro ragazzo.
«oh cazzo gojo non mi avevi detto che ci sarebbe stato anche getou!» esclamò toji alzando le braccia.

𝐅𝐄𝐄𝐋𝐈𝐍𝐆𝐒 ; toji fushiguroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora