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«non scordarti dell'uscita di oggi piccola» mi sussurrò all'orecchio toji mentre tutti gli altri erano impegnati a ridere su qualche vecchio ricordo.
potevo capire dal suo tono che stava sogghignando.
mercoledì, l'ora di pranzo, eravamo seduti sulle scalinate del campo di basket fuori nel cortile.
«e come faccio a scordarmi dell'appuntamento  in cui proprio il grandissimo toji fushiguro mi ha invitata» gli sussurrai a mia volta.
mi guardò con un sopracciglio alzato facendo il solito sorrisino.
alzai gli occhi al cielo e continuai a giocare con i capelli di mei seduta davanti a me.
«la smetterai mai di fumare? sta roba fa male» disse la ragazza davanti a me indicando shoko e la sigaretta che teneva in mezzo alle labbra.
«parlane anche con choso, nanami e fushiguro almeno» disse l'altra sbuffando.
«oh ragazzi! dovreste fare una partita di basket tra di voi un giorno» propose yuki.
«e perché non potete aggiungervi anche voi? facciamo maschi contro femmine dai» disse gojo sorridendo posizionandosi bene gli occhiali da sole.
«non è la stessa cosa! dobbiamo tifare e vedere quanto fate schifo a giocare» spiegò yuki.
«e poi sapete che vi stracceremo» ammise utahime appoggiando il gomito sulla gamba di gojo che era seduto su una scalinata più alta della sua.
ridemmo.
«ah si? questo lo vedremo» disse getou facendo l'occhiolino.
parlammo ancora un po' del più e del meno finché non suonò la campanella.
ci salutammo tutti, avendo tutti un'ora diversa e mi diressi in classe.

[skip time]

e dopo aver finito anche le lezioni pomeridiane mi fermai davanti l'uscita della scuola.
yuki venne verso di me.
«fortunata tu che non hai avuto le lezioni di inglese oggi» disse sfinita.
ridacchiai.
«ma in compenso ho avuto due ore di seguito di storia, una noia mortale» aggiunsi.
parlammo fino a quando non raggiunsi casa mia.
sospirai.
«sono le 14:45 e fra poco devo uscire, perfetto»
decisi di fare pranzo e poi una doccia veloce.
mi vestii normalmente solo poco più decentemente, era comunque un'uscita con fushiguro.
si erano fatte le 15:20.
usai gli ultimi dieci minuti che avevo per darmi qualche ritocchino allo specchio.
poi suonò il campanello.
presi la borsa e aprii la porta.

«ehy» disse lui con le mani in tasca sorridendomi dolcemente.
era la prima volta che lo vedevo sorridere sinceramente senza qualche strano pensiero in testa.
«ehy» risposi a mia volta cercando di non sorridere comunque troppo, ricordiamoci che io gli spaccherei la faccia volentieri.
poi mi ricordai della giacca che due giorni fa mi aveva prestato e poi non sono più riuscita a restituirgliela.
«oh aspetta-» presi la sua giacca dall'attaccapanni.
«ecco la giacca che mi avevi prestato due giorni fa, te la sei dimenticato qui» dissi porgendogliela ma lui sembrava non avere intenzione di riprendersela perché se ne stette fermo.
fece un sorrisino chinandosi leggermente.
«se l'ho lasciata qui ci sarà un motivo, non la rivoglio indietro t/c, sono sicuro stia meglio a te.» disse poi rimettendosi bene incrociando le braccia.
roteai gli occhi ridacchiando.
«beh, ti ringrazio» dissi rimettendola apposto.

ok, avevo deciso, mi comporterò bene, ma domani continuerà ad avere la solita t/n t/c stronza che gli tirerebbe un pugno in faccia in men che non si dica.

lui alzò il sopracciglio notando la gentilezza improvvisa.
«e tutta questa gentilezza da dove la fai saltare fuori?» chiese.
«ma stai zitto» gli dissi tirandogli un leggero pugno sul petto.
chiusi la porta dietro di me e iniziammo a camminare.
«quindi? dove mi porti?» gli chiesi voltando la testa verso di lui.
camminavamo fianco a fianco.
lui con le mani in tasca e io che le facevo svolazzare leggermente mentre camminavo,
ero di buon umore.
«nulla di particolare in realtà, è la prima volta che porto una ragazza sinceramente ad un appuntamento serio, di solito succede che le porto in angoli bui o club vari per... dio mio vabbè hai capito» disse poi scompigliandosi i capelli agitato.
«ti facevo come ragazzo donnaiolo infatti» dissi ridacchiando, poteva fare quello che voleva, non ci rimasi molto sorpresa, la vita è sua, le sue scelte, non sono io quella che le deve dire cosa fare o non fare.
«ah quindi hai sempre pensato che fossi un donnaiolo eh?» disse voltando la testa verso di me sorridendo lateralmente.
alzai gli occhi.
«classico quarterback pieno di muscoli che tutte le ragazze vorrebbero» dissi vaga gesticolando.
lui ridacchiò leggermente.
«ammetti che vorresti tutti questi muscoli per te» sussurrò al mio orecchio avvicinandosi improvvisamente al mio viso.
lo fulminai con lo sguardo arrossendo violentemente.
«chiudi quella bocca» gli risposi e lui si mise composto guardandomi con la coda dell'occhio.
«stai arrossendo» disse semplicemente, cosa che mi fece arrossire più di prima.
gli tirai un pugno sul braccio.
«taci» sussurrai sbuffando.
sorrise beffardamente guardandomi.
«siamo quasi arrivati» disse avvicinandosi di più a me mettendomi poi un braccio sul fianco e mi fece avvicinare di più a lui.
roteai gli occhi e lo guardai male.

𝐅𝐄𝐄𝐋𝐈𝐍𝐆𝐒 ; toji fushiguroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora