Capitolo 1

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Y/N'S POINT OF VIEW

Sono settimane che sto cercando un lavoro. Mio padre è un ricco imprenditore, è così ricco da riuscire a convincere chiunque a non assumermi.

Purtroppo ho avuto una grossa discussione con mio padre, lui è convinto del fatto che io non riesca a vivere da sola, a mantenermi e ad essere un'adulta responsabile, mentre io penso l'esatto opposto quindi, ciò che mi ha obbligato a fare, è andarmene via di casa lasciando i miei confort quotidiani. Ovviamente non può lasciare sua figlia sotto i ponti quindi fortunatamente mi ha prestato un appartamento di un edificio che possiede a cui però devo pagare l'affitto. È un appartamento molto piccolo: un bagno, una cucina abitabile e una piccola stanza per poter dormire, insomma ho il minimo indispensabile per vivere. Mi ha sfidata dicendomi di darmi 6 mesi per trovare un lavoro, mantenermi e dimostrargli di essere abbastanza responsabile. In caso fallissi, continuerò la mia vita senza ricevere un centesimo da lui.

La parte più complicata di tutto ciò è il trovare un lavoro; come ho detto prima, sono settimane che cerco lavoro, vado avanti coi pochi soldi che mio padre mi ha lasciato. Avevo accumulato molti soldi che mio padre ha deciso di togliermi quasi del tutto lasciandomi con soli mille euro.
Ho cercato lavoro come, commessa, barista, gelataia, babysitter e molti altri, ma purtroppo quasi nessuno mi ha voluto prendere a causa di mio padre che sta cercando di mettermi i bastoni tra le ruote.

Oggi è il diciassettesimo giorno che vado in giro a cercare lavoro, lasciando curriculum qua e là. Ad un certo punto noto una mia vecchia compagna di classe: - Alyssa! Da quanto tempo! - esclamo io - y/n! Come stai? Che ci fai da queste parti, sei molto lontana da casa tua! - rispondo di stare abbastanza bene, e chiedo la stessa a cosa a lei, che però non risponde e richiede, nuovamente, il perché io mi ritrovo dall'altra parte della città. Inizio a spiegarle il perché io sia così lontana da casa, le racconto della lite con mio padre, del fatto che ora abito in un piccolo appartamento che si trova in questa zona e le spiego anche perché sto gironzolando senza metà per la città.

- y/n, non pensavo potesse mai capitarti una cosa simile, mi spiace molto per la brutta litigata con tuo padre, vedrai che si sistemerà tutto al più presto! - mi risponde in maniera confortante - Per quanto riguarda il lavoro, posso consigliarti l'azienda in cui lavorava mio padre, credo che l'amministratore delegato stia cercando una segretaria. Non so se l'abbiano già trovata, ma da quando mio padre ha deciso di dimettersi come segretario, so che il suo ormai ex capo sta impazzendo. - io entusiasta, le chiedo immediatamente l'indirizzo.

Dopo una lunga conversazione, decidiamo di tenerci in contatto, la saluto e mi dirigo verso l'azienda che Alyssa mi ha raccomandato. Mi sono segnata l'indirizzo sulle note del cellulare, visto che spesso la mia memoria mi tradisce.
Dopo una decina di minuti mi ritrovo davanti a questo alto palazzo, credo sia composto da almeno 30 piani. Noto che all'entrata vi sono alcune guardie che, dopo avermi diligentemente salutata, non mi degnano di più di uno sguardo, guardando diritti avanti a sé.

Chiedo ad alcuni dipendenti dove si trovi l'ufficio del CEO, mi guardano tutti straniti, come se avessero paura per la mia incolumità. Dopo aver gironzolato senza menta per tutto il primo piano, una gentilissima guardia nota che mi sono dispersa e mi chiede dove mi stessi dirigendo.
- Vorrei parlare col CEO, sono qui per il lavoro da segretaria - con un'aria un po' stranita mi accompagna all'ascensore, entra con me e schiaccia un pulsante dove accanto vi è scritto "CEO".

Le porte si aprono, avanti a me ho un lungo corridoio che finisce una maestosa porta di legno scuro; accanto alla porta di legno vi si trova una grande e bianca scrivania dietro alla quale è seduta una dipendente, sembra disperata.

 
- Ecco qui signorina, siamo arrivati, per poter parlare col CEO deve prima prendere un'appuntamento dalla pseudo-segretaria seduta dietro alla scrivania - mi dice indicando la signora che avevo già notato. Subito dopo si chiudono le porte dell'ascensore dietro di me e mi dirigo lentamente dalla segretaria: - Salve, sono qui per il lavoro da segretaria, ho saputo che - la dipendente non mi lascia finire che subito mi risponde - O grazie al cielo, chiamo subito l'amministratore delegato per poterti fare entrare subito - mi risponde sorridendo.

La signora avverte subito l'amministratore delegato attraverso il telefono che è posizionato sulla scrivania. Dopo una veloce ed impacciata conversazione composta per lo più da monosillabi da parte della "pseudo-segretaria"  la chiamata si conclude e con un'aria spaventa mi accompagna davanti alla grande porta per poi bussare delicatamente.
- Signorina, le consiglio di risultare il più educata possibile se vuole questo lavoro - e con questa frase, che mi trasmette un poco d'ansia, ritorna al proprio posto a testa bassa.

Le grandi porte vengono aperte e subito noto una grande scrivania con una grande sedia girevole rivolta con lo schienale verso di me e dei capelli neri e lucenti che sono appoggiati alla parte finale della sedia.

Clichè | Seol EunheeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora