Capitolo 16

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(Capitolo Precedente) Detto ciò, Shigaraki se ne va. Aspettiamo che se ne vada ed Aizawa mi prende in braccio, sono sul punto di svenire e andiamo in macchina.

AIZAWA'S POINT OF VIEW

Non posso credere che una persona possa fare qualcosa del genere a sua figlia. Non è sua figlia biologica ma l'ha pur sempre cresciuta. Mi spiace così tanto per y/n, ha perso tutto così velocemente. Ha tutto così poco senso, credo nascondi qualcosa, non avrebbe senso fare tutto ciò, non avrebbe avuto senso uccidere i miei genitori per colpa del migliore amico di mio padre, c'è qualcosa che non mi convince affatto. Dovrei parlarne con y/n ma ora è accanto a me. L'ho portata in ospedale, è svenuta, nulla di che ma almeno in ospedale  dovremmo essere tranquilli. Dio che merda di situazione ha questa ragazza,

Sono passati 40 minuti dal suo svenimento, ed è da 20 minuti circa che siamo in ospedale, y/n non si è ancora ripresa. Sono le 10 di mattino circa quindi decido di andare a prendere qualcosa da sgranocchiare sia per me che per y/n, quando si sveglierà dovrà mangiare qualcosa.

Decido di prendere due succhi, uno all'ananas e uno ai mirtilli e due brioches una con la crema ed una con la marmellata. 

Arrivo davanti alla stanza dove ho fatto portare y/n per avere più tranquillità. La porta è socchiusa, strano, mi sembrava di averla chiusa. Mi avvicino e sento una voce provenire dall'interno.

- Scusami piccola, avrei dovuto proteggerti, non mi perdono per non averti detto nulla - è la voce di Megumi, cosa ci fa qui. Mi sporgo di più e vedo la sagoma di Megumi che mi da inconsciamente le spalle. Si trova accanto a y/n e le sta parlando abbassando sempre di più il tono di voce.

- Cosa ci fai qui Megumi, levati sto io con y/n - mi rivolgo a lui irritato appoggiando il cibo e le bevande sul comodino accanto all'entratatdella stanza. Lui si gira velocemente, sembra sconvolto e giurerei di averlo visto con le lacrime agli occhi, ma ciò non mi intenerisce. Lo prendo per il colletto e lo avvicino a me. 

- Non devi più farti vedere vicino a y/n, nè tantomeno chiamarla, hai già fatto abbastanza - è terrorizzato e sembra quasi sul punto di piangere. Lo avvicino ancora di più e gli sussurro all'orecchio: - dimenticati di essere la sua guardia del corpo o quel cazzo che eri da oggi sei morto per lei e se non lo farai morirai per mano mia -lascio la presa, lui fa un leggero inchino e se ne va senza fiatare.

Cosa gli avrà mai detto a y/n? Credo fosse terrorizzato dal fatto che io lo abbia potuto sentire.


Clichè | Seol EunheeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora