Capitolo 4

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(Capitolo Precedente) Così esco fuori dal suo ufficio e mi dirigo verso l'ufficio per poter iniziare a scannerizzare tutti i documenti e così passa un'intera mattinata.

Y/N POINT OF VIEW

Verso le dodici e trenta esce il mio capo dal suo ufficio e si dirige verso l'ascensore, mi passa davanti  indifferente me prima che potessi abbassare la testa torna indietro - Embè signorina che vogliamo fare? - lo guardo perplessa e notando la mia confusione mi precede - Devi seguirmi ovunque io vada, sei la mia segretaria ricordi - Mentre mi parla si avvicina alla scrivania appoggiando le mani ad essa e avvicinandosi alla mia faccia. Il mio cuore manca un battito. - AH, ah già giusto, vero ha ragione - Mi alzo impacciata prendendo le mie cose. Scommetterei di aver visto un ghigno sul suo volto quando mi ha vista impacciata, ma decido di tralasciare il fatto senza farci molto caso. 

Usciti dall'azienda chiedo al mio capo dove stessimo andando - Non fare domande - mi  intima, ma notando il mio dispiacere in volto sbuffa continuando - Stiamo andando a mangiare, sono una persona umana anch'io ed ho bisogno di mangiare e tu mangerai con me -

O porca puttana il mio cuore accelera il battito alla sola idea di mangiare con lui e le mie guance si dipingono di rosso. Ho capito che è figo ma non mi posso prendere una cotta per il mio capo così velocemente, sottolineo, il mio capo.

Arriviamo davanti a questo palazzo lussuoso, mi ricorda i soliti ristoranti co  la quale ci andavo da piccola con mio padre. Da segretaria professionale quale sono prenoto un tavolo per due e ci dirigiamo verso le stanze apposite per persone importanti. Sono solitamente più lontane da i tavoli normali e rispetto a quest'ultimi hanno la particolarità di avere delle proprie stanze con pareti e porte scorrevoli.

Una gentile cameriera ci accompagna al nostro tavolo. Il ristorante nella quale siamo andati è il solito ristorante tradizionale giapponese/sudcoreano e mentalmente mi maledico per aver indossato un tubino lungo fino a poco sopra il ginocchio.

Aizawa sembra notarlo e prima che io mi sieda mi porge la sue giacca. Non mi sarei mai immaginata un comportamento simile, lo ringrazio ma lui non mi guarda nemmeno. Ecco siamo tornati alla normalità. Nel silenzio totale iniziamo a parlare e dopo una decina di minuti circa decide di parlare spiegandomi alcune cose che avrebbe dovuto fare durante il pomeriggio e nella quale io avrei dovuto essere presente.

- Sei capace di guidare? - mi chiede infine.  - Certo! - rispondo - Perfetto allora guiderai tu - Si alza e mi lancia le chiavi per poi uscire dalla stanza con nonchalance. Prendo le chiavi al volo. mi alzo velocemente, cercando di non far spaccare la gonna, prendo la giacca del mio capo ed esco anch'io dalla stanza. 

Lo vedo poco più in la che paga il pasto così lo raggiungo velocemente e, mentre aspettiamo l'ascensore del ristorante, guardando dritto a se, mi dice - La prossima volta devi essere più veloce, non pago mai io, lo dovrai fare sempre tu - e solo ora mi accorgo che non aveva affatto intensione di fare un pranzo romantico con la sua segretaria, ma voleva solo farmi capire di non abbassare mai la guardia e che ovunque io sia assieme a lui mi devo comportare come segretaria. Così io in risposta gli faccio una smorfia visto che è di spalle e non mi vede.

- O ti prego non fare queste facce, ti vedo - mi dice indicando la porta semi-riflettente dell'ascensore. Che imbarazzo - Chiedo scusa, non era  mia intenzione, scusi - dico abbassando la testa. 

In quel momento si aprono le porte dell'ascensore. - La prossima volta ti licenzio Y/N, sappilo - decido di non controbattere e schiaccio il pulsante per poter uscire dall'edificio. Ci dirigiamo verso l'azienda mi dice di prendere l'auto che si trova dietro l'edificio e di aspettare avanti ad esso perché lui deve parlare un attimo al telefono. Faccio come dice, prendo l'auto e mi posiziono davanti all'azienda aspettando che Shouta entri.

Non avevo mai guidato una BMW come la sua, ma mi fa sentire molto "donna in carriera", fino a quando non entra il mio capo in macchina a rovinare l'atmosfera: - Parti, sbrigati, non ho tempo da perdere - se non fosse stato il mio capo gli avrei già tirato una sberla e gli avrei urlato addosso, ma mi calmo e così mi dirigo verso l'azienda da lui indicata. 

Clichè | Seol EunheeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora