Richie è in piedi nel corridoio, muovendosi con cautela sul pavimento in modo da non svegliare nessuno.
La luce del giorno filtra attraverso le tende sfocate, la polvere aleggia nell'aria rigida delle cinque del mattino di un sabato invernale. La maglietta di Richie sembra troppo sottile nella casa fredda, e la luce blu appannata del cielo non fa che rendere le cose più rigide.
Fissa le foto, ogni cornice mantiene un ricordo. Foto di Bill in sella a una bicicletta, Bill con in mano una canna da pesca e Bill in divisa da boy scout. Ci sono anche foto di un bambino più piccolo con quattro spazi vuoti tra i denti, un bambino colto nel mezzo di una risata e un bambino che abbraccia Bill con tutte le forze del mondo. Quelle fanno più male. Le foto di Bill e del bambino, solo perché Bill ha una certa luce negli occhi che Richie non ha mai visto prima.
Le assi del pavimento scricchiolano stranamente accanto a lui, e quando guarda oltre, vede Bill stesso emergere dalla cucina lentamente. I suoi capelli di solito ordinati sono ora un disastro, i suoi occhi annebbiati concentrati malinconicamente sul muro dei ricordi.
"N-Non r-riesci a dormire?" Bill riflette.
"Scusa" Richie alza le spalle "Mi scocciavo di aspettare che tutti si svegliassero. Tu?"
"V-Volevo un bicchiere d-d'acqua" Bill solleva la tazza, la luce cattura i segni delle labbra sull'orlo del bicchiere. "B-Ben e Mm-M-Mike si stanno coccolando."
Richie fa un piccolo sorriso, uno che non si allarga del tutto sul resto del viso. Guarda gli occhi di Bill tornare alle cornici, una vita di ricordi con suo fratello che non riuscirà mai a far lampeggiare sui lineamenti del ragazzo ancora una volta.
"Tagliava le foto dai giornali di papà e le incollava su questo muro in modo che potessimo ricordare le vite degli altri oltre alla nostra" parla Bill con una voce chiara. Niente balbuzie, niente esitazioni. "Nessuno ha avuto il coraggio di dirgli che stava tagliando degli annunci funebri."
Richie guarda una foto particolarmente dolorosa, un'immagine di Georgie che cavalca sulle spalle di Bill, il ragazzo che tende le braccia al cielo.
"Hm" grugnisce Richie, non del tutto sicuro di quali parole dire. Richie è figlio unico, quindi non è sicuro di cosa significherebbe perdere un fratello, ma è sicuro che assomiglia molto alla matassa bollente che gli si avvolge strettamente in gola quando immagina che il padre di Beverly si sia spinto un po' troppo oltre, una certa sera. Dice, confortante "Mi dispiace, Bill".
Bill alza le spalle, emettendo una risata debole ma disperata. Le sue balbuzie ritornano rapidamente, attaccandosi alle sue parole con forza. "Che c-ci p-p-puoi fare, no?"
"Torni a letto?" Chiede
velocemente Richie, non volendo restare solo nel silenzio di casa Denbrough."Pensavo d-di s-sì" Bill annuisce, poi dice "V-Vuoi ch-che resti qui?"
Richie distoglie lo sguardo imbarazzato, scrollando un po' le spalle ma implorando silenziosamente Bill di non andare. Bill annuisce, gira sui tacchi e torna in cucina. Richie lo segue senza meta, guardando il ragazzo che apre il frigo.
"V-Vuoi f-fare colazione?" Bill chiede "Ci sono, uhhm, cereali"
"Hmm" Richie si china sulla sua spalla, esaminando il cibo nella credenza "Ti piacciono le omelette? So cucinare."
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mixtape
Teen Fiction"la musica mi fa sentire vivo, eds. così come te" reddie. traduzione di @tatelandgon