Capitolo 9

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Tra due giorni è Natale e Niall ha invitato Baffo e Rouge a cena da noi. Ho passato tutto il giorno a mettere in ordine e a fare del pane fresco. C'è sempre meno cibo. Oggi ho visto una donna venir trascinata via dalla polizia mentre chiedeva l'elemosina. Ho paura.

Un numero sempre maggiore di persone viene portato via per non tornare più. I tedeschi suonano porta a porta e chiedono se qualche ebreo abita lì. Se la risposa è si portano via tutti.

Niall cerca di sembrare tranquillo ma so che anche lui è preoccupato. Ha qualcosa in mente ma non mi vuole dire cosa. Mi porta a casa libri e stoffe da cucire per tenermi occupata e mi chiede di andare nei salotti delle signore per ambientarmi nell'alta società.Anche io ho un segreto e non ho intenzione di dirglielo.

Bussano alla porta e il filo dei miei pensieri si interrompe. Mi pulisco le mani nel grembiule e corro ad aprire. I due soldati mi sorridono nella loro uniforme verde.

-Ciao Helen - mi salutano.

-Entrate - rispondo da vera padrona di casa - Niall non è ancora tornato.-

E questo è un bene, perché se sapesse quello che voglio fare andrebbe fuori di testa.I due ragazzi si accomodano sul divano e si levano le giacche. 

Baffo ha un tatuaggio che gli copre tutto il braccio. 

Mi accomodo sulla poltrona che Niall ha trovato in un vicolo e li osservo bene, cercando di capire se posso fidarmi di loro.

Baffo non ha i tipici tratti dell'est Europa. Dev'essere di sangue misto, perché ha la pelle scura e i capelli nerissimi. Ha le mani callose ed una postura decisa. Sembra essere sempre a suo agio.

Rouge invece a dei tratti molto delicati. I capelli ricci gli incorniciano il volto e i suoi occhi sono del colore del caramello. Non ce lo vedo proprio a reggere un fucile.

Ho deciso, mi posso fidare di loro.

-Ho una richiesta da farvi - dico senza giri di parole - Niall mi ha detto che siete stati nei campi di concentramento. Ditemi cosa sapete.-

I due si scambiano un'occhiata.

-Niall non vorrebbe che te ne parlassimo - sottolinea Rouge. 

Come se non lo sapessi.

Servo ad entrambi del whisky e cerco di assumere un'aria preoccupata. Non mi è molto difficile, ultimamente lo sono sempre.

-Ragazzi, voglio essere sincera con voi. Probabilmente tutta la mia famiglia è lì e io voglio cercarli. Devo sapere cosa mi aspetta.-

Silenzio.

-E va bene - cede infine Baffo - ci sono stato qualche mese fa. È un posto orribile, la gente muore di fame, le donne e le bambine vengono stuprate e poi uccise. Ci sono malattie e pidocchi ovunque.È terribile.-

Rimango raggelata. 

Rouge si china verso di me e mi prende la mano.-Promettimi che non proverai ad andarci. Mi dispiace, ma se la tua famiglia è finita lì ormai è morta.-

Prima ancora che possa promettere o scoppiare a piangere Niall bussa alla porta e io corro ad aprire. La serata trascorre velocemente tra le chiacchiere dei tre ragazzi che raccontano di posti lontani che io non ho mai visto e che probabilmente non vedrò mai.

-È ora di aprire i regali - canticchia Baffo un po' brillo per i troppi bicchierini di whisky che gli ho servito.

Anche Rouge sembra un po' alterato ma la cosa non mi dispiace, è molto più rilassato così. L'unico che non ha toccato una goccia di alcool è Niall, che non mi ha tolto gli occhi di dosso per tutta la serata. È così serio che inizio a mordicchiarmi l'interno della guancia per l'ansia.

Il ponte dei suicidi \\Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora