-Lasciatemi! - urlo divincolandomi mentre due energumeni mi trascinano fuori dal palazzo di giustizia.Ma le mie braccia troppo magre rimangono intrappolate in quella presa d'acciaio.Quando finalmente mi lasciano cadere a terra come un sacco di patate noto che anche mio fratello ci ha seguiti. Ha uno sguardo così serio che per un istante mi ricorda nostro padre.
-Andrej - urlo rialzandomi - devi aiutarmi! Devo tornare da Niall. I suoi occhi impassibili mi fanno rabbrividire.-ho dato io l'ordine di trascinarti fuori - le sue parole suonano incomprensibili.
-Cosa? - balbetto - ma... perché?Non capisco.- Perché mio fratello dovrebbe volere che io stia lontana dall'uomo che amo?
-Helen. Calmati ora. Niall ha poche speranze di farcela, praticamente nessuna. Non voglio che tu lo guardi morire.-sospira.
-Ma il dottor Tomlinson ha detto... - inizio disperata.-So cos'ha detto Louis - mi interrompe lui secco - dipende tutto da te. Comunque qui non servi a niente.Sento le lacrime premere per uscire. Mio fratello infila una mano in tasca e mi porge una busta bianca la porge.-È da parte del tuo soldato.
Fisso la lettera allibita. È la lettera di addio di Niall.-Da quanto tempo sapeva che non c'erano speranze? - chiedo ormai senza voce.-Da ieri sera - mi risponde Andrej.
Il mio cuore si ferma. Per tutta la notte Niall sapeva che non ci saremmo più rivisti.
Faccio un passo verso mio fratello.-Fammi tornare dentro - ordino.
-No.-
Comincio a battere i pugni sul petto ampio di Andrej che non smuove di un millimetro.
-Va a casa Helena! Va via o dovrò arrestarti per molestie ad un pubblico ufficiale. - sibila lui allontanandomi.Arretro spaventata da quel tono duro.
Mi infilo la lettera in tasca e correndo alla cieca riesco a ritrovare quella che per tutta la vita ho chiamato casa.La luce è accesa. Salgo i pochi gradini all'ingresso e noto che la porta della famiglia di Piotr è stata scardinata. Mi si forma un groppo in gola al pensiero degli ultimi istanti del mio amico.La porta dell'appartamento si apre cigolando e per un attimo io e la donna che è apparsa rimaniamo a fissarci, immobili.
-Dori! - urlo alla fine saltandole al collo.L'anziana signora mi stringe fino a togliermi il respiro. Sento che sta piangendo.
-Andrej mi aveva detto che eri ancora viva ma non sapevo se crederci. Oh piccola mia - singhiozza senza ritegno.Mi trascina dentro e mi mette davanti un piatto di zuppa.
-Tuo fratello ha detto di non ingozzarti - mi avverte lei.Per un istante dimentico tutto e mi concentro sul cibo. Dori mi riempie di domande a cui non mi da il tempo di rispondere.
Appena poso il cucchiaio mi afferra per una manica mi trascina nel vecchio studio di papà, dove ha riempito un tinello di legno con dell'acqua calda.
-Hai bisogno di un bel bagno - mi dice e imperiosamente mi leva l'uniforme da infermiera che mi hanno dato.
La busta bianca cade a terra e rimango immobile a fissarla. Non ho il coraggio di raccoglierla. Dori, intuendo tutto, la prende e l'appoggia alla scrivania ancora carica di libri letti a metà.
-La leggerai quando ti sentirai pronta - consiglia maternamente.
Mi infilo nell'acqua bollente e mi lascio sommergere. Dori mi lava pazientemente strofinando quattro anni di sporcizia accumulata.Quando arriva al mio braccio sinistro guarda perplessa la seria di numeri neri e inizia a strofinare.
-Strofina quanto vuoi Dori, non andrà via. Sono marchiata a vita.La mia levatrice mi rivolge uno sguardo triste. Mi porge una pezza con cui asciugarmi e se ne va.
-Ti lascio sola - mi dice.Chiudo gli occhi e inspiro forte l'odore di pelle e libri. Con mani tremanti prendo la lettera di Niall e la apro.
Helena.
Quando mi hanno detto che non uscirò più da qui il mio primo pensiero è stato che non ti rivedrò mai più.
Mentre scrivo questa lettera tu stai dormendo accanto a me. Voglio che tu sappia che comunque vadano le cose averti conosciuta è stata la cosa più bella che mi sia capitata in tutta la vita. Forse l'unica cosa bella.
Ti amo Helena, non dimenticarlo mai.
E so che mi ami anche tu. Per questo voglio chiederti un ultimo favore.
Devi andare avanti con la tua vita. Devi innamorarti e sposarti. Avere tanti bambini belli come te.
Devi essere felice, perché te lo meriti. Vivi per me, Helena.
Ti amo, Niall.
Cado in ginocchio e abbraccio l'unica cosa che mi lega alla metà del mio cuore. Resto a singhiozzare finchè Dori non viene a prendermi. Mi mette a letto e mi promette che andrà tutto bene.Mi addormento e sogno il mio inferno personale.
La Sua voce mi fa rabbrividire.
Faccio un passo in avanti e alzo il mento.
-Scusa se ti ho fatto aspettare così a lungo. Stavo cercando di ottenere questa - continua pacato.
Agita una busta marrone. La sventola lentamente mentre i suoi occhi sono si staccano da me.
-Sai cos'è? - il suo tono è irreale. Troppo calmo.-No - rispondo secca.
-È la tua scheda. Ne abbiamo una per ogni soldato del nostro esercito.
- Non sono un soldato - gli faccio notare.
Mi sveglio di soprassalto. Io non sono un soldato, ma Niall si! La sua scheda personale, c'è sicuramente scritta tutta la sua storia.Salto in pedi e corro fuori.
-Dove vai? - urla Dori.
-So come salvare Niall - urlo con il cuore che trabocca di speranza.
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Il ponte dei suicidi \\Niall Horan
Teen FictionLa storia che state per leggere vi porterà nella Varsavia del '900 ,precisamente durante la seconda guerra mondiale , dove gli ebrei venivano rinchiusi nei campi di concentramento ,ricordati anche come campi della morte. Dal capitolo: -Signorina...