Capitolo otto.

114 12 10
                                    

La musica rimbombava nella sua testa mentre tra le mani teneva un bicchiere di alcol.
Si faceva spazio tra la folla sotto lo sguardo malizioso di varie ragazze ma a lui non importava.
Non era lì per portarsi a letto la prima che aveva davanti.
Ormai nella sua mente c'era solo una ragazza: Ellanie Smith.
Erano passati due giorni dall'ultima volta che l'aveva vista e sentiva il bisogno di incontrarla di nuovo.
Quella ragazza aveva qualcosa di speciale, qualcosa che lo spingeva nel desiderare di averla solamente per lui.
Ellanie aveva qualcosa negli occhi, qualcosa di diverso che Jared avrebbe voluto scoprire.
Qualcosa che lo attraeva.
Andò a sedersi su un divanetto di pelle bianco all'angolo della sala e sorrise al suo migliore amico, "Ti stai divertendo?"
Il ragazzo sghignazzò, "Alla grande, fratello. Tu piuttosto? Ancora non ti ho visto portare in bagno una di quelle gattine." Rispose indicando un gruppo ragazze che ballavano a pochi metri da loro.
Jared fece spallucce e sorrise portandosi il bicchiere alle labbra, "Mi dispiace deluderti ma credo che per questa sera, nessuna gattina entrerà nelle mie mutande."
Ryan spalancò gli occhi, "Tu, Jared White, mi stai dicendo che non ti farai nessuna ragazza questa sera? Andiamo fratello, siamo circondati da tipe in topless! Come fai a resistere?"
Jared fece spallucce, "Che c'è di strano?"
"Ti piacciono gli uomini?"
Lui scoppiò a ridere alla domanda, "Ry, non ho voglia di fare sesso, tutto qui."
"Non me la racconti giusta. Non è che per caso, c'entra quella Ellanie?" Ryan gli diede una pacca sulla spalla, "Per quella tipa hai steso Steve Brown al suolo, amico."
Jared storse il naso, "Basta ricordarmi ogni giorno di aver picchiato quello stronzo."
"Era un tuo amico, fratello."
Jared lo guardò con un luccichio di avidità negli occhi, "Un conoscente. Non esageriamo."
Il suo amico fece spallucce e si alzò dal tavolo, "Sarà ma, non voglio passare tutta la sera con il culo su questo divano. Andiamo a sbronzarci un po'!"
Jared sorrise e lo seguì a ruota. Non voleva fare la figura del 'sottone' ma, non poteva nascondere l'evidenza: Pensava solamente ad Ellanie.
Mentre si faceva spazio tra la gente, si domandava che cosa stesse facendo quella ragazza in quel momento chiedendosi se anche lei non riusciva a smettere di pensarlo.
Non si immaginava minimamente che Ellanie se ne stava seduta sul letto ad aspettare un suo messaggio.
Erano passati due giorni da quando era andata a casa sua e non l'aveva più visto.
Guardava ogni minuto lo schermo del cellulare sperando di vedere arrivare un messaggio di Jared.
Non sapeva se lui avesse preso il suo numero tramite la madre ma, ci sperava .
Qualcuno accese la luce della sua camera e si gettò sul letto.
Cassie.
"Grazie per avermi fatto dormire qui, amica."
Lei sorrise, "Hai la copia delle chiavi per un motivo, no?" "Entrare ed uscire da qui quando vuoi. Piuttosto, com'è andata con Jensen?"
La brunetta, dopo uno sbadiglio, iniziò a raccontare la sua serata. "Siamo andati in un ristorante e poi, dopo una lunga passeggiata in centro, mi ha riportata qui." Terminò il racconto con un enorme sorriso sul viso.
Ellanie le accarezzò una spalla, "Hai trovato un bravo ragazzo."
Cassie arrossì, "Lo spero. Jensen sembra veramente l'uomo che cercavo. Invece tu, novità?" Chiese indicando il telefono di Ellanie.
Lei scosse la testa, "Non credo di avere avuto la tua fortuna."
La brunetta sbadigliò di nuovo e poi scosse la testa, "No, hai solo scelto il più stronzo."
Ellanie si addormentò con le parole della sua amica in testa per poi risvegliarsi il mattino dopo sempre con quella frase che si ripeteva nella sua mente.
Preparò la colazione per lei e la sua amica e dopo aver assaporato il dolce e caldo sapore del caffè mattutino, andò in bagno per farsi una doccia prima di iniziare una giornata di lavoro.
Una giornata che non tardò ad iniziare in quanto, quattro ore dopo, si trovava in piedi davanti all'entrata del ristorante a fumare una sigaretta assieme alla sua migliore amica.
"Jensen passerà a prendermi non appena avrò finito il turno. Vuoi un passaggio per tornare a casa?" Le domandò mostrandole un sorriso.
Ellanie scosse la testa, "Non preoccuparti, preferisco lasciarvi soli e poi, camminare non mi farà male."
Cassie stava per rispondere ma fu costretta a salutare dei clienti che lasciavano il ristorante. Ellanie ne approfittò per deviare il discorso e rientrò nella sala pranzo per servire gli ultimi ordini prima di terminare il turno. Passò il resto dell' ora nel servire un tavolo abbastanza impegnativo in quanto, seduti con i loro genitori, c'erano tre gemelli piuttosto vivaci.
Talmente vivaci da renderle il lavoro quasi impossibile da svolgere.
Ellanie aveva i capelli elettrici quando lasciò il ristorante.
Cassie la guardava divertita mentre aspettava l'arrivo di Jensen.
"Non guardarmi in quel modo."
"Sei sicura di non volere un passaggio? Sembri veramente esausta." "Inoltre, da qui a poco inizierà a piovere. Dai, non voglio che -"
Il suono di un clacson interruppe la ragazza.
"Cassie, non preoccuparti per me. Okay?" "Ti scrivo appena arrivo a casa."
Salutò la sua amica con un bacio sulla guancia e senza darle il tempo di parlare, si allontanò dal ristorante.
Camminava con passo svelto e deciso mentre gettava fuori dai polmoni il fumo della sigaretta.
Nella sua testa frullavano mille pensieri; l'allontanamento da sua madre, il desiderio di diventare una scrittrice, Jared White.
Si chiedeva che cosa potrebbe accadere tra loro quando Katherine acquisterà il ristorante.
A distrarla dai suoi pensieri fu una goccia di poggia caduta che le cadde sul viso.
Quando alzò lo sguardo verso il cielo, portò istintivamente il cappuccio sulla testa nel vederlo coperto da nuvole grigie e cariche di pioggia. Maledì se stessa per non aver dato retta alla sua migliore amica ma, non voleva essere d' intralcio e tanto meno sentirsi la terza in comodo.
Aumentò il passo cercando di coprirsi le gambe scoperte con il giacchetto invernale che le aveva regalato sua nonna Barbara il giorno del suo diciannovesimo compleanno.
Come dimenticarsi di sua nonna.
Una dolce vecchietta che l'aveva sempre accolta tra le due braccia come se fosse sua figlia.
Qualcuno interruppe i suoi ricordi, fermando la sua auto a pochi metri da lei.
Jared.
La guardava in silenzio mentre ammirava le sue splendide gambe coperte da un solo strato di un paio di calze nere. Immaginò il freddo che stava provando e dentro di sé si sentì in vena di aiutarla.
Aprì lo sportello del passeggero sotto gli occhi imbarazzati della ragazza e la invitò a sedersi, "Entra, non prendere altro freddo o ti ammali."
Ellanie sentì il suo cuore accelerare a quel gesto. Accettò l'invito del ragazzo e salì in auto.
Lui la guardò un istante e poi sorrise, "Saresti tornata a casa a piedi con tutta questa pioggia?" "Guardati; stai tremando." Disse per poi accendere i riscaldamenti.
Ellanie arrossì, "Grazie."
Jared fece spallucce, "Non devi ringraziare me, ma Jensen e Cassie. Sono stati loro a dirmi che te la volevi fare a piedi." "Non sono riuscito a rimanere a casa mentre una ragazza come te se ne sta in giro tutta sola con questo tempo." Disse senza distogliere lo sguardo dalla strada.
Ellanie arrossì nuovamente e si strinse nel giacchetto.
Forse Jared non era così stronzo come si diceva.
"Non dovevi scomodarti per così poco."
Jared la guardò con dolcezza, "Credi veramente che mi sia scomodato 'per così poco'?" Disse quelle parole con una strana sensazione nel petto mentre gli occhi verdi di Ellanie lo guardavano con timidezza.
Lei farfugliò qualcosa e abbassò la testa imbarazzata. Non sapeva cosa dire e come comportarsi.
Ancora non aveva capito le intenzioni di Jared e tantomeno i suoi sentimenti.
Provava qualcosa per lei, oppure no?
Lui la guardava con la coda dell' occhio mentre si chiedeva a cosa stesse pensando per essere così silenziosa.
Probabilmente, se al posto di Ellanie ci fosse stata un'altra ragazza, Jared aveva già parcheggio in un vialetto per sedurla e divertirsi un po' ma, lei era diversa.
Non aveva neanche immaginato minimamente una scena del genere con lei eppure, qualche settimana prima avrebbe voluto farlo.
Perché adesso non ne sarebbe stato capace?
Sospirò. Prese un pacchetto di sigarette dalla tasca dei jeans e ne tirò fuori una portandola alle labbra.
Notò Ellanie guardarlo incuriosita.
"Cosa c'è?" Domandò all' improvviso.
Lei arrossì, "Uhm, no è che, non avrei mai pensato di vederti fumare nella tua auto. Insomma, è una bellissima mac-"
"È la mia, no?" Disse lui strizzando l'occhio.
Ellanie sorrise e annuì.
Jared la guardò un istante per poi fermarsi al semaforo.
"Non mi piace vedere una ragazza fumare ma,-" Le porse una sigaretta e poi sorrise, "Te la meriti dopo una giornata di lavoro."
Lei la prese tra le dita e se la portò le labbra con movimenti imbarazzati. "Grazie."
"Sentiti onorata comunque. Solo Jensen e il mio migliore amico possono fumare nella mia auto oltre a me." Rivelò schiacciando il pedale dell' acceleratore e lasciando il semaforo alle loro spalle.
Lei annuì e gettò il fumo fuori dai polmoni.
Jared si morse il labbro inferiore; non gli piaceva vederla fumare.
"Perché fumi?" Le chiese di punto in bianco aspirando un tiro dalla Marlboro.
Ellanie rimase di stucco a quella domanda.
Nessuno le aveva mai chiesto il motivo.
"Mi piace e basta." Rispose secca.
Jared storse la bocca. "Non credo sia quello il motivo."
Lei serrò le labbra e abbassò lo sguardo.
"Io credo che tu, ti senti libera dai pensieri ed i problemi solamente quando butti quel fumo di merda dai polmoni. Non è vero?" "Quella sigaretta l'unica cosa che ti fa sentire sollevata."
Ellanie rimase in silenzio.
Jared aveva colpito in pieno il vero motivo. Sembrava come le avesse letto il pensiero.
In fondo era così; per Jared era bastato guardarla negli occhi una sola volta per capire che quella stava soffrendo in silenzio.
"Non hai mai parlato con mia madre dei tuoi genitori e lei, certe cose le nota. Credo sia quello il vero motivo, mi sbaglio?"
Ellanie sentì qualcosa dentro di sei andare in frantumi a quelle parole. "Perché ti interessa sapere certe cose?!""Ci saremo visti sì e no quattro volte e a malapena mi rivolgevi la parola!" Provò dolore nel pronunciare quelle parole ma, non voleva mostrare le sue debolezze al primo che capitava, soprattutto ad un ragazzo come Jared.
Lui sorrise a mezza bocca, "Perché credo di provare il tuo stesso dolore." "Sentirsi incompresi."

Erano passate due ore da quando aveva accompagnato Ellanie a casa e l'aveva vista scendere dalla sua auto con le lacrime agli occhi. Non avrebbe voluto sembra invadente nei suoi confronti ma, voleva solamente capire quale fosse quel fascio di tristezza che le leggeva negli occhi.
Portò la birra alle labbra e ne bevve un sorso mentre cercava di lasciare i pensieri alle spalle.
"È la seconda bottiglia che ti bevi. Mi spieghi che succede?" Suo fratello comparve alla sua sinistra e gli tolse la birra dalle mani, "Si tratta di Ellanie?" Chiese bevendone un sorso.
Jared sospirò, "Credo di aver fatto un casino." Rispose senza distogliere lo sguardo dal panorama.
Jensen si appoggiò alle ringhiere e incrociò le braccia, "Te la sei fatta scappare con uno dei tuoi soliti giochetti da pervertito? Te l'avevo detto di andarci piano con lei!"
"No." Rispose con tono freddo Jared senza guardarlo in faccia, "Volevo solamente capire da dove provenisse quella tristezza che le leggo negli occhi."
Jensen sospirò, "Jar. Non puoi cercare di sapere certe cose se neanche le hai dato modo di fidarsi di te."
"Lo so ma è stato più forte di me."
"Ti capisco ma, renditi conto che tra te e quella ragazza non c'è neanche stato un momento di intimità. Capisci cosa intendo?"
Jared lo guardò confuso e si riprese la birra, "Prima mi dici di andarci piano e poi mi parli di intimità?"
Jensen ridacchiò, "Non parlo di quella intimità. Parlo di una chiacchierata tra voi oppure un appuntamento. L'unica cosa che hai fatto è stato offrirle una sigaretta o prendere a calci Steve davanti a lei. Neanche quando la mamma l'ha invitata qui a pranzo hai provato ad attaccare bottone! Come puoi pensare che quella ragazza possa fidarsi di te? Credi che Ellanie non abbia sentito parlare del tuo essere un 'latin lover'? Oppure di quanto ti piaccia bere e drogar-"
" Non sei d'aiuto. " Lo interruppe Jared.
" Sto solo cercando di farti aprire gli occhi.
È la prima volta che mi parli di una ragazza."

Questione di sguardi. [I] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora