Capitolo trentaquattro.

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New York.

L'aveva portata a New York.

Le gambe le cedettero e cadde a terra in ginocchio portandosi le mani davanti agli occhi. Le lacrime iniziarono a rigarle le guance mentre i singhiozzi le bloccarono il respiro.

Jared l'aveva portata a New York.

L'aveva portata dal suo passato.

Quel passato che avrebbe voluto far diventare luce.

L'aveva portata a New York, la città dove tutto era iniziato.

La città dove aveva incontrato non solo dolore ma la passione della scrittura.

Scrittura che aveva abbandonato da troppo tempo.

Scrittura che aveva chiuso in un cassetto dopo aver lasciato quella città.

Quella città fredda, come il vuoto che i suoi genitori le avevano lasciato nel petto.

"Piccola, va tutto bene, ci sono io." Jared si chinò alla sta altezza e le circondò la schiena con un braccio per poi stringerla a sé. I suoi singhiozzi gli spezzarono il cuore.

Aveva sbagliato a portarla in quella città?

"Perché- Ellanie lo guardò negli occhi - perché hai scelto New York?" Chiese guardandolo.
Lui sorrise leggermente e le accarezzò i capelli, "Perché vorrei tanto illuminare quel buio che hai nel cuore." "Perché voglio salvarti piccola, salvarti dal tuo passato."
Un lieve sorriso si formò sul viso di Ellanie e il suo sguardò cambiò del tutto, assumendo un'espressione serena, "Veramente siamo qui per questo?"
Lui annuì, "Siamo qui per rendere più splendente la tua vita. Siamo qui perché ti amo e voglio aiutarti a brillare."

'Voglio aiutarti a brillare.'

Ellanie non rispose ma si limitò a compiere un gesto che avrebbe parlato per lei.
Afferrò Jared per le spalle e unì con forza le loro labbra, dando il via ad un lungo bacio ricco di amore e gratitudine.

Gratitudine per volerla salvare.

Gratitudine per pensare a lei ogni minuto.

Era grata, grata per tutto quello che Jared stava facendo per lei perché nessuno, nessuno l'aveva mai fatto.

Nessuno l'aveva fatta sentire così tanto amata prima d'ora, nessuno.

"Grazie- sussurrò sulle sue labbra- grazie per farmi sentire così amata, così apprezzata, così speciale."
"Tu sei speciale piccola." Jared sorrise e la guardò negli occhi con un leggero luccichio in essi, "Lo sei perché mi hai fatto conoscere l'amore e hai dato un senso alla mia vita. Speciale perché il tuo sorriso è l'unica cosa che mi da la forza, la forza di andare avanti tutti i giorni con un pensiero fisso nella testa: Essere un vero uomo, un vero uomo per rendere felice la donna che amo, te."
Ellanie asciugò una lacrima caduta sulla guancia destra di Jared e chinò la testa di lato sorridendo, "Anch'io, anch'io dovrò renderti felice. Anch'io dovrò salvarti."
"Tu lo hai già fatto - la guardò negli occhi- ora tocca a me farlo."

Passarono il resto della mattinata abbracciati sul letto fino a quando Jared , all'improvviso le disse di indossare qualcosa e con fretta e furia la trascinò fuori dalla stanza.
"Dove stiamo andando?" Domandò al ragazzo alzando lo sguardo verso di lui mentre entrarono nell'ascensore.
Lui le fece un occhiolino, "Lo vedrai." "Ti piacerà, sono sicuro."
Ellanie sorrise e si limitò a rimanere in silenzio: Jared ci sapeva fare con le sorprese.
Eccome se ci sapeva fare.
Lei ancora non riusciva a crederci di essere a New York.
Non riusciva a crederci che lì, in quella città, c'era sua madre.
Il suo sguardò si rattristò all'improvviso e Jared lo notò all'istante, "Piccola, qualcosa non va?" Le chiede dolcemente accarezzandole la schiena.
Temeva di aver sbagliato, sbagliato di averla portata nel luogo in cui sono iniziate le sue sofferenze.
Ma lui, lui doveva curare le sue ferite e lo avrebbe fatto anche se ciò avrebbe significato andare contro il mondo intero.
"Va tutto bene." Rispose lei facendolo distrarre dai pensieri.
Lui finse un sorriso convinto e non appena le porte dell'ascensore si aprirono, posò entrambe le mani sugli occhi della ragazza e si avvicinò al suo orecchio, "Pronta per la seconda sorpresa?"
Il caldo respiro di Jared sul suo collo le fece venire i brividi lungo la schiena. Sorrise, "Sono pronta."
Sentì le sue gambe muoversi dritte per qualche metro e fermarsi poco dopo, "Spero che ti piaccia."
Quando Jared tolse le mani dai suoi occhi e lei tornò a vedere, la sua bocca si spalancò così come le sue palpebre: Erano probabilmente in uno dei piani più belli dell'albergo.
Quattro piccole piscine erano posizionate ognuna agli angoli della grande stanza.
Le pareti viola illuminate dalle luci blu dei lampadari, riflettevano sul pavimento blu notte, dando un tocco di magia al tutto.
Era bellissimo.
"Ho scelto questo albergo con cura - sussurrò lui avvicinandosi a lei- ha tutto ciò di cui abbiamo bisogno: Serenità."
"Non riesco a crederci - Ellanie si voltò a guardarlo con occhi lucidi- Jared, sei veramente incredibile."
"Tu lo sei." Disse lui lasciandole un leggero bacio sulle labbra.
Lei tornò a guardare la stanza ed i suoi occhi caddero sulle piscine. Un particolare le venne in mente e non riuscì a non arrossire: Non aveva il costume.
Avrebbero fatto il bagno nudi?
E se fossero entrate altre persone?
"Jared io-"
"Non hai il costume- la interruppe posando le mani sui suoi fianchi- per questo nessun altro oltre a noi entrerà qui dentro." Fece una breve pausa e ridacchiò davanti all'espressione confusa di Ellanie , "Non entrerà nessuno perché tutto questo è solo per noi, per noi due e basta."
Ellanie spalancò gli occhi e si portò una mano davanti alla bocca, "Tu hai- hai veramente-"
"Sì piccola, ho prenotato l'intera sala solamente per noi."
"Jared..." Lei posò le sue labbra su quelle carnose e morbide di lui per poi guardarlo negli occhi, "Non avresti dovuto."
Lui scosse la testa, "Avrei dovuto e l'ho fatto." Le sue mani iniziarono a vagare lungo il corpo di Ellanie, privandola dei vestiti e lasciandola in intimo davanti ai suoi occhi smeraldo che ammirarono il suo splendido corpo con un leggero luccichio. "Quanto sei bella."
Lei arrossì e si morse il labbro inferiore, "Lo sei di più tu." Disse sfilandogli via la maglia per poi soffermare il suo sguardo sui suoi pettorali scolpiti, in particolare su quel punto macchiato d'inchiostro.
Portò la mano sul tatuaggio e guardò il ragazzo negli occhi, "Questo serpente-
"La mia vita, piccola, la mia vita." La interruppe lui per poi afferrarla per i fianchi e prenderla in braccio.
Le piccole gambe snelle di Ellanie gli circondarono il bacino ed i loro toraci si scontrarono, così come le loro labbra.
Un lungo e intenso bacio iniziò a prendere il via, mentre le gambe di Jared avanzarono verso una delle quattro piscine per poi lasciare che entrambi i corpi s'immersero nell'acqua.
Ellanie trasalì al contatto ma il suo corpo non sentì freddo grazie al calore di Jared che la teneva stretta a sé mentre le sue labbra iniziarono a lasciarle dei baci lungo il collo.
"Mia, solamente mia." Sussurrò respirando a polmoni aperti il dolce profumo di vaniglia che emanava quel piccolo corpo tra le sue braccia.
Il corpo della sua donna.
"Tua, solamente tua." Continuò lei per poi portare le mani sul petto di Jared e tirando la testa all'indietro per far capire al ragazzo di continuare.
Continuare ad assaporare la sua pelle.
Lui le sfilò via l'intimo, gettandolo fuori dalla vasca. Sorrise e guardò la ragazza negli occhi, "Diamo il via alla magia, piccola."
Ellanie ricambiò il sorriso e socchiuse le palpebre: Jared entrò in lei.
Gemette e conficcò le unghie nella schiena del ragazzo che iniziò ad aumentare la velocità per un solo scopo: Sentirla gemere, gemere a causa sua.
I loro corpi erano l'uno attaccato all'altro, così come le loro menti, i loro cuori e i loro respiri si intrecciarono.
Loro due, loro due erano maledettamente stregati.
Stregati dall'amore.
"Ti a-amo." La voce di Ellanie fu interrotta da un gemito seguito da una scia di brividi lungo la schiena.
Lui sorrise e in risposta le baciò i seni, scatenando l'adrenalina nel sangue della ragazza che capovolse completamente la situazione. Jared si trovò, all'improvviso, con la schiena attaccata al bordo piscina con avvinghiata con le gambe di Ellanie avvinghiate attorno al suo bacino mentre premette con forza la sua intimità contro quella di lui, facendola entrare ancora di più in lei.
"Cazzo." Gemette Jared tirando la testa all'indietro.
Era completamente vulnerabile.
Ellanie sorrise maliziosa e chiuse gli occhi lasciandosi trasportare dalla magia del momento.
Il suo corpo e la sua mente furono rapiti dall'attrazione e dall'amore che provava per Jared.
Un amore che non avrebbe mai immaginato di provare.
Un amore che le avrebbe stravolto la vita a sua insaputa.
Neanche quando entrambi arrivarono all'orgasmo la magia terminò di regnare.
Tornati nella loro stanza, la forte attrazione vinse di nuovo, unendo ancora una volta i loro corpi sotto le soffici e delicate lenzuola bianche del letto matrimoniale dov'erano distesi.
Quando quel magico momento finì, Ellanie cadde addormentata sul petto di Jared che la guardava con un velo di dolcezza negli occhi
L'effetto che quel piccolo corpo aveva su di lui, sembrava un sortilegio.
Era completamente incantato da Ellanie.
Perso, innamorato.
Sorrise e chiuse gli occhi: 'Piccola, domani sarà una lunga giornata.' Pensò prima di cadere tra le braccia di Morfeo.

Una lunga giornata, sì, una lunga giornata per colei che non si aspettava minimamente che tra meno di undici ore, un pezzo buio del suo passato, sarebbe tornato a far parte del presente.

Un pezzo buio che parte di lei temeva ad affrontare.

Sua madre.

Avrebbe rivisto sua madre.






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