𝕒 𝕤𝕚𝕞𝕡𝕝𝕖 𝕗𝕒𝕧𝕠𝕣

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"ɪ ᴅᴏ ɴᴇᴇᴅ ᴊᴜꜱᴛ ᴀ ꜱɪᴍᴘʟᴇ ꜰᴀᴠᴏʀ."

la congrega

– Si saluta così un vecchio amico? – la voce dall'altra parte delle sbarre era gentile e tranquilla.

– Aprite. – disse Irina, senza staccare gli occhi dall'interlocutore. Quando egli, varcati i cancelli, si ritrovò davanti tutta la congrega, sfoderò un piccolo sorriso.

– Che bel comitato d'accoglienza, ci sono anche i biscotti? – chiese sempre sorridente.

– Caro, vecchio Foster, per quanto sarebbe splendido fare una scampagnata in tua compagnia, abbiamo problemi molto grossi da risolvere, per cui posso sapere a cosa devo la tua visita? – Irina era stranamente cordiale, non capitava spesso. Il vecchio rise.

– D'accordo, basta convenevoli... - la voce era diventata molto più profonda. – So perfettamente quali sono i vostri problemi, quello che più salta all'occhio è che ti sia persa tua nipote, mia cara. – disse sogghignando.

– Potrebbe sembrare, ma so esattamente dove si trova e stavamo organizzando il suo rientro proprio adesso. – Irina, diventata subito seria, non tradì la minima emozione mentre rispondeva al vecchio Foster.

– E quale sarebbe il piano? Inoltrarvi nel bayou fino all'amorevole dimora di Tia Dalma, con i cacciatori che perlustrano la palude? È un piano un po' sciocco, direi. – il vecchio guardò la donna continuando a sorriderle.

– Andiamo Irina, puoi anche chiedere aiuto qualche volta. Sono qui per questo.

– Chissà dopo cosa vorrai in cambio. – rispose Irina giungendo le mani.

– M'importa dell'incolumità di tua nipote molto più di quanto sia importato a te negli ultimi anni. Ho vegliato su di lei, come la signorina Walsh. E, poiché, non sono ancora diventato cenere da restituire alla madre terra, veglierò su di lei finché posso. Ora, senza perdere ulteriore tempo ad affermare la tua supremazia su gli altri, lascia che ti spieghi il mio di piano. – continuava a sorridere poggiando tutte e due le mani sul manico del bastone da passeggio che aveva con sé.

– Sempre il solito sfacciato! – Irina rise, facendogli strada verso l'ingresso.

***

Le ragazze furono mandate di sopra con molta difficoltà. Volevano partecipare alla spedizione per recuperare Matilda, ma la triade suprema fu irremovibile.

– Assolutamente no. – rispose Myrtle.

– Già una strega dispersa è sufficiente, non abbiamo bisogno di altri problemi. – continuò Marie.

– Ma noi potremmo essere utili, Annes... - cominciò Roz.

– È completamente impreparata ad attraversare una palude in pieno giorno, con qualche idiota armato nei paraggi. In più, i suoi poteri sono troppo introversi, non è una strega da combattimento. – sbottò Irina perdendo la pazienza. – E per quanto, invece, possiate esserlo voi due... – continuò indicando Roz e Willa.

– Non ci serve qualche incendio di cui doverci occupare in un secondo momento, come non ci serve qualche costola rotta nel caso dovessi concentrarti sulla persona sbagliata. – così dicendo, con sguardo fulmineo le invitò un'ultima volta a salire al piano di sopra. Obbedirono senza più dire niente.

Nella grande sala da pranzo si riunirono Irina, Myrtle, Marie Laveau, Dana e il vecchio Foster, che sedendosi, si sistemò il completo viola di velluto che indossava in quel momento. Si tolse il cappello nero e lo poggio sul tavolo. Aveva ancora con sé il bastone da passeggio che stringeva fermamente con una mano.

a little wickedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora