11. La vera spia.

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«Severus...»
Comincia Remus, ma Piton non lo lascia continuare.
«Ho detto e ridetto al preside che stavi aiutando il tuo vecchio amico ad entrare nel castello!»
«Severus ti posso spiegare...»
Piton, però, non ha alcuna voglia di ascoltare le sue parole. Dalla punta della sua bacchetta escono delle funi che avvolgono bocca, polsi e caviglie di Remus. Mio padre si avvicina al suo amico per aiutarlo, ma Piton gli punta la bacchetta contro.
«La vendetta è dolcissima. Quanto ho sperato di essere io a catturarti.»
«Rischi di passare di nuovo per stupido, Severus.»
Risponde mio padre, ma la sua spavalderia scompare quando Piton risponde:
«I dissennatori saranno felicissimi di vederti, Black... così felici che ti daranno un bacetto.»
«Tu... tu devi ascoltarmi... il topo... guarda il topo...»
Ma al professore non importa se quello che ha davanti è un uomo colpevole o innocente. Si volta verso Harry, Ron ed Hermione e si rivolge a loro:
«Muovetevi, tutti quanti.»
Klaus attira l'attenzione del professore, mettendosi tra lui e nostro padre.
«Dovrebbe almeno tentare di essere razionale e ascoltarlo.»
«Levati di torno, Black Junior. Tu e tua sorella siete già abbastanza nei guai.»
«Klaus ha ragione. Il professor Lupin avrebbe potuto uccidermi cento volte quest'anno, ma non l'ha fatto.»
Si intromette Harry.
«Tu... tu mi stai dando ragione?»
Chiede Klaus sorpreso.
«Togliti, Potter.»
Risponde Piton.
«La sua voglia di vendetta manderebbe a morte un innocente.»
Urlo contro il professore e il vetro di una delle finestre va in mille pezzi. Hermione ha il tempo di spostarsi per non ritrovarsi il vetro nei capelli.
«Silenzio! Non permetto che mi si parli in questo tono!»
Il professore risponde urlando, guardandomi negli occhi.
«Professore... non mi sembra il caso di farla arrabbiare...»
Sussurra Ron, ricordando che nei due momenti in cui avevo perso la pazienza era esploso qualcosa nella stanza.
«Lei è patetico!»
Continuo ad urlare e mio padre si avvicina a me, cerca di prendere le mie mani ma è costretto ad allontanarsi perché queste sono bollenti.
«Tale padre, tale figlia. Ti ho appena salvato la vita, Black. Dovresti solo ringraziarmi!»
Porto una mano rivolta contro di lui e sentiamo un tuono che fa tremare il pavimento. Piton viene sollevato in aria e scaraventato contro il muro, poi scivola per terra e vedo del sangue scorrere tra i suoi capelli. Sposto la mano verso Remus e l'abbasso solo quando le corde sono scomparse e lui si alza in piedi.
«Ania lo hai fatto di proposito?»
Chiede Klaus sussurrando.
«Io.. Io... non lo so.»
Volevo solo che smettesse di urlarmi contro.
«Tesoro...»
Remus cerca di avvicinarsi, ma lo allontano.
«No... non farlo. Continua con la storia.»
«Basta parlare di storia! È arrivato il momento di mostrare qualche prova. Tu, ragazzo... dammi Crosta. Adesso.»
Si intromette mio padre, avvicinandosi a Ron.
«Andiamo... ci sono milioni di topi al mondo... come fa a sapere qual è quello che cercava se è rimasto chiuso ad Azkaban?»
Chiede Ron e devo ammettere che ha ragione.
«Sai, Sirius, è una domanda intelligente. Come hai fatto a scoprire dov'era?»
Chiede Remus e mio padre mette una mano sotto la divisa strappata, estraendo un foglio stropicciato che mostra a tutti. Nella foto c'é Ron con la sua famiglia, quella della Gazzetta del profeta e, sulla spalla di Ron, c'è Crosta.
«Ad Azkaban consegnano il giornale ogni giorno?»
Chiede Klaus.
«L'ho avuto da Caramell. Mi ha dato il suo giornale quando è venuto per l'ispezione l'anno scorso.»
Remus prende la foto e guarda attentamente il pezzo di carta, poi guarda Crosta.
«La zampa... gli manca un dito... se l'è tagliato da solo?»
Chiede sussurrando, continuando a guardare il topo. E ripenso alle parole del Ministro: di lui trovarono solo un dito.
«Appena prima di trasformarsi. Quando l'ho trovato ha urlato che avevo tradito Lily e James per farsi sentire da tutta la strada. Poi ha ucciso tutti nel raggio di sei metri e si è nascosto nelle fogne insieme agli altri topi.»
«È nella mia famiglia da secoli.»
Continua Ron.
«Da dodici anni... non ti sei mai chiesto come mai è vissuto così a lungo?»
Chiede Remus.
«Lui... lui adesso sta male perché ha paura del suo gatto pazzo!»
Dice Ron indicando Hermione.
«Quel gatto non è pazzo! Ha riconosciuto subito Peter per quello che era. E quando ha incontrato me, ha capito che non ero un cane. Sono riuscito a spiegargli chi stavo cercando e mi ha aiutato. Ha cercato di portami Peter, ma non ce l'ha fatta... così ha rubato per me le parole d'ordine per la Torre di Grifondoro.»
Harry però non sembrava credere a quelle parole.
«Peter ha finto la sua morte perché sapeva che tu volevi ucciderlo, come avevi ucciso la mia famiglia!»
Urla, ma Remus prova a farlo ragionare.
«Per tutto questo tempo abbiamo creduto che Sirius fosse il vero assassino e che Peter fosse solo una vittima... ma era il contrario... Peter ha tradito tua madre e tuo padre e Sirius è la vittima di tutta questa storia.»
«Non è vero! Era il loro custode segreto! L'ha detto prima che arrivaste voi! Ha detto che li ha uccisi!»
Continua Harry e il mio sguardo è di nuovo su mio padre. Ha confessato di averli uccisi?
«Harry... è come se li avessi uccisi... io ho convinto Lily e James a scegliere Peter come Custode Segreto invece di me. La notte in cui morirono avevo deciso di andare da Peter, ma quando sono arrivato lui non c'era. Sono andato subito dai tuoi genitori e quando sono arrivato... era troppo tardi.»
Mio padre ha gli occhi lucidi, è sul punto di piangere. Si sente in colpa per qualcosa che non ha fatto.
«C'è solo un modo per provare quello che è veramente successo. Ron, dammi quel topo.»
Mi intrometto, ma quando allungo una mano verso il ragazzo lui si ritira spaventato.
«Non voglio fargli niente, lo costringerò a mostrarsi. Se è davvero un topo, non gli succederà niente.»
«Ania...»
Mio padre cerca di parlarmi, ma non gli dò il tempo.
«Mi distrarrà dal pensiero che potrei aver ucciso un uomo.»
«Non è morto, è solo svenuto.»
Afferma Klaus.
«Gli ho comunque fatto del male.»
Sussurro, poi guardo il topo di Ron e questo comincia ad emanare una luce rossa, volando nelle mie mani. Lo tengo fermo e con il controllo mentale lo obbligo a tornare umano, cosa che fa quando lo metto per terra. Prima spunta la testa, poi le braccia e le gambe. Dove c'era Crosta, adesso c'è un uomo che cerca di evitare lo sguardo dei presenti.
«Io ti ho già visto.»
Sussurra Klaus indicando l'uomo.
«Vi ha tenuti in braccio e poi ha fatto rinchiudere vostro padre.»
Risponde Remus guardando Klaus, poi torna a guardare Peter.
«Beh, ciao Peter. È tanto che non ci si vede.»
Continua Remus.
«S... Sirius... R... Remus... I miei amici... I miei vecchi amici...»
Cerca di scappare e mio padre alza subito la bacchetta contro di lui, ma Remus lo ferma ed io alzo una mano contro Peter e lo costringo a non muoversi, mentre Klaus corre a bloccare il passaggio della porta, così da fermarlo in caso cercasse di fuggire.
«Remus... non credergli... ti prego. È venuto un'altra volta ad uccidermi!»
Piagnucola Peter, indicando mio padre, e guardo che usa il dito medio, perché non ha più l'indice.
«Ha finto per tutto questo tempo! È sempre stato cattivo! Ha venduto Klaus e Anastasia a tu-sai-chi...»
Remus è costretto a trattenere ancora di più mio padre, perché questo cerca di stringergli le mani intorno al collo.
«Lo vedi? Mi vuole morto! Ha ucciso Lily e James e ora vuole uccidere me!»
«Nessuno cercherà di ucciderti finché non avremo chiarito questa situazione.»
Commenta Remus, tenendo mio padre ancora fermo, anche se aveva smesso di dimenarsi e fissava Peter con uno sguardo pieno d'odio.
«Sapevo che sarebbe venuto a cercarmi! Sono dodici anni che aspetto!»
Continua Peter, ancora incapace di muoversi.
«Sapevi che mio padre sarebbe fuggito da Azkaban?»
Chiede Klaus.
«Immagino che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato gli abbia insegnato qualche trucchetto.»
Mio padre scoppia a ridere, poi risponde alla provocazione.
«Voldemort insegnarmi dei trucchetti? Non sono dodici anni che ti nascondi da me. Tu ti nascondi dagli antichi sostenitori di Voldermort. Ho avuto modo di ascoltare delle conversazioni ad Azkaban, e tutti pensavano che il doppiogiochista abbia fatto il doppio gioco anche con loro!»
«Devo ammettere che ho qualche difficoltà a capire perché un uomo innocente voglia passare dodici anni da topo.»
Affermo tornando a guardare l'uomo.
«Innocente, ma spaventato! I seguaci di Voldemort mi davano la caccia, ho fatto rinchiudere ad Azkaban uno dei loro uomini migliori!»
Klaus è costretto a correre e aiutare Remus a trattenere mio padre, più furioso che mai.
«Come osi? Io la spia di Voldemort? Quando mai ho strisciato attorno a persone più forti e potenti di me? Non capirò mai come ho fatto a non vedere che la spia fin dall'inizio eri tu!»
Urla mentre Klaus e Remus cercano di tenerlo fermo.
«Io, una spia... deve essere impazzito...»
«Lily e James ti avevano scelto come Custode Segreto solo perché gliel'avevo detto io! Credevo che fosse un piano perfetto! Voldemort avrebbe di certo dato la caccia a me, non avrebbe di certo immaginato che una creatura ottusa come te fosse il Custode! Dev'essere stato il momento più bello della tua misera vita, dire a Voldemort che potevi consegnargli Lily e James! Ho messo in pericolo la mia famiglia solo per ricevere un coltello nella schiena da parte tua!»
Le parole escono dalla bocca di mio padre come veleno.
«E quello che ho sentito in questi anni sul tuo conto aumentano solo la mia voglia di farti fuori! Avevi promesso a Voldermort di portargli i miei figli una volta rivelata la posizione dei Potter!»
«Che cosa?»
Chiede mio fratello ed entrambi ci ritroviamo a fissare nostro padre.
«Gli parlavi anche di loro? Riferivi tutto anche dei gemelli?»
Chiede Remus, guardando Peter, che non risponde. Voldemort ha provato a farci tornare con lui anche dopo che gli Auror ci avevano riportati a casa?
«Harry credimi. Non ho tradito James e Lily. Sarei morto piuttosto che tradirli.»
L'unico a non credergli sembra ancora Harry, ma fa una cosa che nessuno di noi si aspettava: guarda mio padre e annuisce. Gli crede. Anche lui adesso ha capito che il suo padrino non ha ucciso la sua famiglia.
«E non vi ho venduti a Voldermort. Avrei sopportato il triplo del dolore che avete provato voi piuttosto che farvi soffrire in quel modo.»
Afferma alternando lo sguardo da me e Klaus. Non c'era bisogno di specificare, entrambi sappiamo che lui non ha colpe nella nostra storia.
«Remus... tu non ci credi, vero? Sirius non ti avrebbe detto che avevano cambiato programma?»
«Io... perché non me l'hai detto?»
Chiede Remus voltandosi verso mio padre, l'uomo che ama, e si guardano negli occhi.
«Pensavo che dirtelo significasse metterti in pericolo, e non volevo. Non volevo mettere in pericolo nessuno e poi... Ania e Klaus avevano bisogno di te, nel caso mi fosse successo qualcosa. Perdonami, Remus.»
«Di nulla, Felpato, vecchio mio. E tu, in cambio, perdonerai me per non aver mantenuto la mia promessa?»
Tutti nella stanza lo guardiamo confusi. Quale promessa?
«Non è colpa tua.»
I due uomini si sorridono e nei loro occhi vedo quello che tutti desiderano: l'amore. Sono passati dodici anni e si guardano ancora innamorati, come se fossero passate poche ore. Li guardo sorridendo anche io, e anche mio fratello sta sorridendo. Siamo stati soli per dodici anni, e adesso abbiamo di nuovo con noi la nostra famiglia.
«Lo uccidiamo insieme?»
Chiede mio padre, riprendendo la bacchetta e rimboccandosi le maniche.
«Sì, direi di sì. Ania lascialo andare.»
Risponde Remus.
«Voi... voi... voi...»
Piagnucola Peter e faccio come mi viene detto, lo lascio andare e lui striscia verso Ron.
«Non lascerai che mi uccidano, vero? Sono stato un bravo animaletto.»
Ron lo guarda con disgusto.
«Ti ho lasciato dormire nel mio letto.»
«Bravo padrone... ero un bravo animaletto.»
«Sei stato migliore da topo che da uomo, non c'è molto di cui andare fieri.»
Commenta Klaus, guardando l'uomo. Peter adesso si rivolge ad Hermione, chiedendo aiuto, ma lei lo ignora. Io penso alle parole di Remus: ucciderà l'unica persona che può provare la sua innocenza. Se Peter muore, mio padre non sarà mai libero. Quest'ultimo si rivolge a me e Klaus:
«Voi... voi dovete aiutarmi... ero bravo come zio... vi facevo giocare e... mi volevate bene...»
Remus si intromette:
«Avvicinati a loro e giuro che ti strappo le dita che ti rimangono! Non mi sorprenderebbe sapere che dietro il loro rapimento ci sei tu!»
L'ultima speranza di Peter era Harry, così si rivolge a lui:
«Harry... Harry... assomigli tanto a tuo padre.»
Mio padre si scaglia contro di lui, urlando:
«Come osi rivolgerti a Harry? Come osi parlare di James davanti a lui?»
«James non mi avrebbe voluto morto... avrebbe capito... avrebbe avuto pietà di me...»
«Tu hai venduto James e Lily a Voldemort. Lo neghi?»
Peter scoppia a piangere e, dopo qualche secondo di silenzio, finalmente parla:
«Che cosa dovevo fare? Il Signore Oscuro... non avete idea... possiede armi che non immaginate! Ero spaventato, Sirius. Non volevo che succedesse...»
«Non mentire! Eri la sua spia!»
Urla mio padre, tenendo stretta la bacchetta tra le mani.
«Tu non capisci... mi avrebbe ucciso.»
«E allora saresti dovuto morire! Meglio morire che tradire i tuoi amici! Noi l'avremmo fatto per te!»
Remus raggiunge mio padre e si mette al suo fianco, poi tutti e due puntano le bacchette contro Peter.
«Avresti dovuto capirlo. Se Voldemort non ti avesse ucciso, l'avremmo fatto noi. Addio Peter.»
In quel momento realizzo quello che stanno veramente facendo mio padre e il mio padrino. Ed è per questo che, il più veloce possibile, mi metto tra loro due e il traditore, urlando:
«No!»

Harry Potter e la profezia dei gemelli.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora