Capitolo undici

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"Non posso fare a meno di te"
Capitolo undici
SABRINA
Ho la testa conficcata nel diaframma di Maria, tra il seno e il ventre. Non vorrei ma faccio rumore con la cassa toracica. Non è un verso.  È un suono, è un rigurgito, uno spasmo. È il mio cuore che batte forte.
«Ma tu non hai freddo?» mi chiede Maria, accarezzandomi una spalla.
Siamo sdraiate su questo divano ruvido, troppo piccolo per due persone. I nostri corpi sono inevitabilmente appicciati.
«Un po' si in effetti» confermo stringendola per riscaldarmi.
«Allora mettiamoci questa qui di sopra» suggerisce Maria, poi afferra la mia sciarpa con decisione e scoppia a ridere come una matta.
«Ma te non ci stai ca a testa, a pashmirina mia a voi usare come coperta? Ma non esiste proprio» le rispondo severa e la fulmino con lo sguardo.
«Senti non ricominciamo come poco fa in studio che me n'cazzo de nuovo» proseguo.
Maria non smette di ridere, poi poggia delicatamente la sciarpa su di noi a mo di coperta.
«Maria ti giuro che se non levi sta cosa da sopra di noi me alzo e me ne vado, to dico eh» continuo furiosa, ma trattenendo a stento una risata.
«Eddai non fare la pallosa come in puntata, stiamo sempre parlando di una sciarpa, no?» sbuffa lei, toccando ripetutamente la sciarpa.
«Una sciarpa? Se non l'hai capito, figlia mia, questa non è una sciarpa qualunque, è LA sciarpa. O sai quanto m'è costata?!» chiarisco io, con tono arrabbiato.
«Ma dai, quanto sarà potuta costare, tirchia come sei» mi prende in giro lei, poi ride di gusto.
«Tirchia io?! Te sei dimenticata i regali che te faccio me sa» la riprendo io ridendo.
Lei scoppia a ridere sempre più forte, poi poggia la testa sul mio braccio lasciando un piccolo bacio.
«Sei na ruffiana incredibile Marí» concludo io, poi la stringo un po' più forte.
«Sono una ruffiana però mi adori» commenta lei
«Si si, tu ta soni e tu ta canti, fai tutto te, io non ce sto a capì più niente, so solo che mo leviamo a sciarpa mia da qua e la appoggiamo con delicatezza, vedi? Così. Quella che tu non hai figlia mia» proseguo alzandomi e  mostrandole come piegare delicatamente la sciarpa sulla scrivania.
«Sei incredibile» mi dice lei, poi mi guarda con occhi sognanti.
«Torna qui» continua, poi poggia una mano sul divanetto.
«Sei proprio scema, adesso che hai posato la sciarpa sentiamo freddo, siamo in intimo tutte e due se non te ne sei accorta» mi dice ancora
«Sei sicura che sentimo freddo?» le chiedo maliziosamente.
I suoi occhi si illuminano, io mi avvicino a lei e la bacio con foga.
Mi sdraio di nuovo al suo fianco e riprendiamo a baciarci sempre più intensamente, travolte da tutta la nostra passione.
Poi mi stacco da lei e le sorrido, lei fa lo stesso.
«Pashmirina, sei proprio unica» mi dice Maria,  poi mi accarezza la schiena avvicinandomi a lei e preme forte le sue mani dietro la mia nuca.
Le lascio un bacio all'angolo della bocca e lei mi sfiora dolcemente la testa.
«Comunque c'hai un divano proprio per rimorchiare te eh, cose dell'altro mondo»
«Cose dell'altro mondo per te che sei una bacchettona» chiarisce lei
«Hai un divano proprio per rimorchiare signora De Filippi?» chiedo conferma a Maria
«No, tu sei la prima, sei la prima in tutto» mi risponde lei con dolcezza
«Che significa?« le chiedo io non seguendo il suo discorso
«Significa che tu per me vieni prima di ogni cosa»mi risponde lei con naturalezza.
Sorrido e divento tutta rossa al suono
delle sue parole.
«Scema ma sei tutta rossa?» mi chiede Maria con la voce più dolce del mondo.
«Beh si, mi ha fatto piacere quello che hai detto» le rispondo io
Sfiderei chiunque a non sorridere sentendo il suo odore, guardando i suoi capelli, osservando il suo viso di nascosto, respirando il suo respiro. Io la amo anche senza sfiorarla, un amore fatto di sospiri rumorosi, baci e carezze visibili solo alla mente.
E poi la sua voce è stupenda. E il suo buffo modo si spostare una ciocca di capelli da destra a sinistra, poi da sinistra a destra,  poi la mette al centro, poi si risposta a destra, allora lei la sposta a sinistra.  Lo fa per combattere l'ansia e l'imbarazzo o qualsiasi emozione forte. Un po' come quando sfrega ripetutamente la mano sul pantalone. Quasi lo avevo tolto dalla testa, ma sono certa che non lo avevo tolto dal cuore. Nel cuore c'era ancora. Il cuore ha preso a battere più forte. Il cuore se la ricordava. Il cuore se la ricorda tutta. Per questo la ama.  Per questo la amo.

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