Capitolo quattro

2.8K 82 14
                                    

Capitolo quattro
"Non posso fare a meno di te"
-MARIA-
«Stai scrivendo a Sabrina?!» Mi domanda la mia manager, un po' alterata. Io la guardo e smetto di scrivere. «Maria, lo sai cosa stai facendo, vero? Hanno già visto tutti come vi guardate in puntata, hanno già iniziato a spettegolare e fare congetture. Maria ci hai impiegato una vita a crearti la fama che hai. Cosa pensi, che lei ti ami? Ho lasciato correre Maria, perché penso che non faccia male pensarci e di certo non posso impedirtelo, ma ora stai superando un limite, non fai altro che scriverle o parlare a tutti di lei e io non credo, come tua manager, che questo possa farti bene» Dice. «Anche come amica, io penso che tu sia una sottona» Scoppia a ridere ma vedo che è seria, gesticola senza freni.
«Oh» La fermo. «E' la mia vita» Le dico. «Le ho solo chiesto conferma per la pizza di stasera, non mi sono sposata con lei, d'accordo?»
«Sì guarda che lo so come sei fatta, nella tua testa c'è già il film pronto, che vi mettete insieme e va tutto come nelle favole» Prende un sospiro. «Lo so che la vita è tua, ma tu sei troppo romantica, Maria»
«Sono solo sua amica. Sono solo sua amica» Sospiro. In realtà cerco di convincere più me stessa che lei. Cerco di convincermi che sarebbe più giusto essere solo sua amica. Non vederci niente in lei. Insomma, di sorriderle, di starci insieme, di lavorare senza pensare alle sue labbra, ai suoi capelli, ai suoi occhi. Mettere una distanza di sicurezza tra me e lei, amiche, certo, amiche, cioè due persone che si conoscono e si vogliono bene. Tutto qua.
«Fidati di me» Aggiungo, lei sospira.
«So già che farai un casino» Dice, poi scuote la testa un po' preoccupata.
«Ma tu rimani qui, giusto? Anche se dovessi fare un casino e dovesse diventare di dominio pubblico...Tu rimani qua, con me, vero?» Le chiedo, poi mi mordo un labbro, lei mi sorride.
«Certo» Risponde. «Ma lo sai già»
«So che lo fai per me»
«Esatto ma non ci pensare ora» Aggiunge.
Sospiro, lascio il messaggio a metà.

Dopo qualche ora, mi cambio velocemente in ufficio. Decido di indossare un tailleur nero con una canotta bianca di pizzo ed un paio di tacchi vertiginosi che si abbinano alla giacca. Passo copiosamente il rossetto sulle labbra, forse ho scelto una tonalità un po' troppo forte. Osservo la mia immagine riflessa allo specchio e non sono ancora convinta.
Ad interrompermi è la luce abbagliante del display.
«Andrà tutto bene»
È la mia manager.
Sorrido perché anche se strilla e mi dice di stare attenta, so che alla fine mi incoraggia e supporta in tutto.
Il suo messaggio mi da forza, chiamo Sabrina e ci diamo appuntamento tra dieci minuti.
Quando la vedo arrivare al ristorante rimango senza parole. Indossa una tutina di pizzo nero che le evidenzia il seno e prosegue lineare sui fianchi.
Lei mi viene incontro, poi mi saluta aprendosi in un sorriso.
«Ciao Mery»
«La mia scema preferita» la saluto con un bacio sulla guancia, lei sembra sussultare.
Mi fa subito cenno di entrare e ci accomodiamo in un tavolo un po' più isolato rispetto al resto del locale.
Dopo una manciata di minuti, ordiniamo una margherita per me ed una norma per lei. Di solito sono io a padroneggiare queste situazioni ma, stasera Sabrina si sta occupando dell'ordinazione ed io la lascio fare, la osservo incantata. Ad un certo punto mi chiede qualcosa.
«La dividiamo la coca Marí o prendiamo n'altra lattina?» mi chiede Sabrina, rivolta verso il cameriere.
«La beviamo insieme» le rispondo sorridendo. Lei ricambia il sorriso, poi dice al cameriere «come vuole la signora!»
Il cameriere si allontana e noi rimaniamo da sole insieme ad un silenzio imbarazzante che Sabrina interrompe prontamente.
«Tutto ok Marí? Ti vedo strana, a cosa pensi?»
«No no tutto ok, nulla di particolare»
Mi da fastidio mentirle, mi piacerebbe dirle che penso solo a lei che è tutt'altro che "nulla di particolare"
Dopo queste parole, la cena prosegue serenamente. Sabrina insiste per pagare il conto, io insisto più di lei e alla fine riesco a convincerla a fare almeno a metà.
«Maria sei sempre la solita te eh!»
«Ti ho invitata io, mi sembrava il minimo mettere almeno la mia parte visto che non hai assolutamente voluto che pagassi tutto io!»
«Ma figurati Maria, abbiamo fatto una cosa equa così.»
Si volta verso di me e mi sorride.
«Facciamo due passi?« le chiedo
Lei annuisce ed io la accompagno fino a casa.
Quando arriviamo di fronte al portone, lei mi sorride, sembra quasi che voglia dirmi qualcosa. Siamo molto vicine.
Poi si limita a darmi la buonanotte e a sorridermi ancora.
«Non mi dai neanche un bacetto?» le chiedo
Vedo che si imbarazza subito, sento che vorrebbe avvicinarsi ancora ma è come se qualcosa la bloccasse.
Io le prendo una mano, lei mi concede solo il mignolo. Le brillano gli occhi, poi si avvicina e prova a darmi un bacio sulla guancia. Io mi sposto e prontamente le prendo il viso tra le mani e la bacio.

SABRINA
Le labbra di Maria si avvicinano piano alle mie cogliendomi completamente di sorpresa. Io la stringo, ricambio il suo bacio e poi percepisco una lacrima che mi solca il viso. Il bacio è rapido, veloce, pieno di paura e di immediati sensi di colpa. Mi ha spiazzata, così tanto che sul momento la lascio fare, senza rendermi conto di cosa stia accadendo. Sono spaventata, non riesco a capacitarmi di star ricambiando, anche se solo per un attimo, questo bacio. Mi sento incapace di proferire parola, come lei d'altra parte, che mi guarda con un miscuglio di soddisfazione e angoscia sul viso, con un sorriso beffardo e gli occhi brillanti di adrenalina. Le chiedo che cazzo abbia per la testa, lei mi risponde che per la testa ha me, da ormai anni. Io piango, il cuore non riesce a smettere di battere all'impazzata, poi la trascino dentro il palazzo per evitare di essere viste in strada. Lei mi segue in ascensore senza parlare. Maria mi accarezza e io appoggio la mia mano sulla sua guancia perché ho sempre avuto un debole per lei, perché è l'unica persona che desidero.
«Che stiamo facendo Maria?» le chiedo
Lei mi accarezza delicatamente il viso e poi mi bacia ancora.
«Questo» mi risponde con dolcezza.
Questa seconda volta, la lascio fare. Questa seconda volta è più bella, forse perché la lascio andare avanti e non la fermo sul semplice "bacio a stampo" di pochi attimi prima. Sento le farfalle nello stomaco svolazzare a più non posso. Lei stringe con dolcezza le sue labbra attorno alle mie, poi con più decisione mi bacia con la lingua e io, senza riuscire a staccarmi, ricambio. Ricambio tutto a tal punto che mentre la bacio, idee folli mi passano per la mente: lasciare Flavio, dare un'altra occasione alla vita, sconfiggere la mia malinconia, fare l'amore con lei. Ma poi, quest'ultima cosa, mi manda in crisi. A questo punto, mi allontano e lei si scusa. Ha il viso sconvolto, la voce le trema, cerca di sfiorarmi e io mi allontano. Lei mi continua a chiedere scusa e mi dice che quel bacio lo aspettava da anni.
Mi appoggio dall' altra parte dell'ascensore, sconfitta.
«Io-io non pensavo che anche tu sentissi qualcosa...» le dico balbettando.
Inizio a tremare e lei mi raggiunge in questo angolo ristretto dell'ascensore.
«Hai detto "anche tu"?»
Io tengo la testa bassa, percepisco la gioia nelle sue parole e il sorriso che ha mentre le pronuncia ma non riesco a guardarla.
«Pensi che io non ricambi?»Domando dolcemente, poi riesco ad alzare un po' la testa.
Lei si apre in un sorriso come se le avessi detto la cosa più bella al mondo.
«Davvero?»
«Si, ma è tutto così confuso adesso»
Io tremo ancora, poi trovo la forza di accarezzarle un braccio. I nostri occhi si cercano, i nostri respiri si sovrappongono.
«Non dobbiamo capire tutto adesso» mi sussurra all'orecchio.
Annuisco alle sue parole e non riesco a resistere. Stavolta sono io a baciarla. Lei accoglie dolcemente le mie labbra, vedo che non riesce a smettere di sorridere. Le passo una mano tra i capelli, poi la appoggio delicatamente sul suo petto.
«Non dobbiamo capire tutto adesso» ripeto le sue parole, poi mi raggomitolo su di lei che mi accarezza la schiena dolcemente.
Rimaniamo ad abbracciarci in questo ridottissimo sazio, i nostri respiri appannano il vetro e le nostre mani rimangono intrecciate quasi a non voler spezzare la magia di quest'istante.
Ed io credo proprio che tutta la mia felicità sia incentrata in quest'istante.

"Non posso fare a meno di te"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora