"Non posso fare a meno di te"
Capitolo sedici
MARIA
«Non è vero, io ne sono sicura» le dico decisa
«Di cosa?»chiede Sabrina, un po' ingenuamente
«Del nostro rapporto scema. E del mio amore per te. Io sono sicura che ti amo, lo so da anni, e non ho bisogno di ulteriori conferme, sono consapevole di questo enorme sentimento che provo e so anche che non svanirà con facilità. So che sarà sempre così, che ti amerò sempre e che voglio stare con te»
Sorride, sincera. I suoi occhi sono luminosi e belli, tanto belli. Parte da lì il suo sorriso, si espande poi su tutto il viso, arriva fino alle sue mani, che stringono le mie come se non volessero più lasciarle andare.
«L'ho protetto per anni ma ora voglio che non sia più un limite...Sai, potrà sembrare all'antica...« riprendo il discorso.
Lei riprende a camminare sulla sabbia ormai più fresca, col sole che cala lentamente dietro al mare.
«Ma io voglio avere una certezza... per quel che riesci a darmi, voglio sapere cosa siamo» concludo.
Sabrina mi guardo confusa.
«Siamo qualcosa, no?» chiedo.
Lei tossisce, colta di sorpresa.
«Dici davvero?» mi chiede
«Eh no, scherzo»le rispondo ironicamente
Lei alza gli occhi al cielo, ridendo.
Infilo le scarpe e lei mi imita, essendo tornate sul marciapiede, poi tiro fuori le chiavi della macchina. Il suo viso è serio mentre la apro e le faccio cenno di salire. Mi segue, come in trance, un po' spaventata da questa domanda. Ma è bella, no?
Si siede affianco a me che metto in moto in silenzio e parto.
«Sì»risponde, senza riuscire a guardarmi in viso.
Inchiodo all'angolo della strada, metto le frecce d'emergenza e la guardo.
«Come, scusa?» le chiedo sorpresa
«Siamo qualcosa» conferma, accennando timidamente un sorriso.
Mi batte forte il cuore, sento uno strano tremolio di eccitazione e paura alle mani, ma il suo sorriso, come al solito annulla tutto.
«Vedi, Maria, io non sono molto pratica. Per una serie di paure e altre cose non sono mai andata fino in fondo ad un rapporto. Non ho mai messo le carte in tavola. Ho sempre pensato che certi sentimenti, certe parole, certi gesti, dovessero essere conservati per una sola persona. Ora non so nemmeno più esattamente cosa pensare. Il mio sentimento per te è un campo innevato dove non ho mai messo piede. Ma ti assicuro che siamo qualcosa, perché sento qualcosa» mi dice tutto d'un fiato, poi
ai slaccia la cintura e si avvicina il più possibile a me, per quanto le permetta il sedile. Mi guarda fisso negli occhi e mi bacia più volte le labbra.
Allora io la bacio ancora e ancora, quasi come non mi bastasse mai, come a voler recuperare tutto il tempo che abbiamo perduto in stupidi e inutili litigi. Mentre lei mi parlava, viaggiavano in me milioni di pensieri. Mi sarei voluta dichiarare ancora e ancora, avrei voluto dirle tutto. Spiegarle la storia della verginità del sentimento, cosa provavo e cosa sentivo esattamente già anni fa. «Non posso dirle veramente quello che ho in testa» pensavo. Sarebbe esplosa. Immaginavo cosa sarebbe successo se le avessi detto tutto. Mentre adesso nulla è più importante, esistiamo solo noi in questo spazio ristretto in cui ogni suono è ovattato, tranne quello dei nostri cuori che battono all'unisono.-
SABRINA
C'è il mare. Si vede bene il blu profondo.
Sembro scema con la sciarpa al mare, il caldo si fa sentire e quindi la tolgo, tolgo pure la maglia, rimanendo in canottiera. Lei è seduta davanti a me, mi da le spalle e guarda l'orologio. Le tocco la spalla e si gira immediatamente, come se non aspettasse altro. Il suo viso scuro si apre in un bel sorriso e la nuvoletta nera di malumore fa spazio ad un raggio di sole.
Mi siedo affianco a lei in silenzio, lei mi fa spazio e poggia una mano sulla mia, timidamente.
Amo il mare e potrà sembrare assurdo il fatto che mi infastidisca la sabbia, ma è così. Le mani tutte insabbiate di Maria, però, non mi infastidiscono affatto. Mi danno quel calore sulla pelle che non mi riusciva a dare nemmeno il sole.
Maria si accoccola sul mio petto, riesco a sentire il battito regolare del suo cuore. Entra in testa come le canzoncine delle pubblicità. Potrei ascoltarlo per ore così come il rumore del mare a pochi centimetri da noi.
«Grazie Sabri» sussurra
«Per cosa?»
«Di esserci»
La sento ridere ed è una cosa così strana, nel suo petto rimbomba tutto e sembra non debba finire mai, quanto vorrei che fosse davvero così. Vorrei che fosse sempre felice perché è una persona buona, un angelo probabilmente, che non farebbe mai male ad una mosca e se lo merita, non riesco a pensare ad una persona che meriterebbe amore più di lei.
Mi bacia. Prima i capelli, la fronte, gli occhi. Mi bacia la punta del naso, la guancia, l'altra guancia, il polso e poi torna sul mio viso. Rimane a pochi centimetri dalle mie labbra e sembra bearsi della sensazione che dà avermi ad un passo, la sicurezza e la certezza che tra un attimo, sarà bellissimo.
Forse i secondi che precedono un bacio sono ancora più belli del bacio in sé. C'è eccitazione, paura, consapevolezza e voglia, tanta voglia. Le labbra quasi tremano nell'aspettare un contatto bagnato e intimo da togliere il fiato.
Non vediamo l'ora di assaggiarci a vicenda, di toccarci la lingua e morderci le labbra, di chiudere gli occhi e perderci in un momento di devastante felicità, che potrebbe crollare il mondo, ma il respiro va via per chi hai davanti e non per l'assenza di gravità.
Restiamo ancora un po' così, labbra a labbra, in un momento che sembra durare in eterno, un momento che dà modo a chi non vuole di spostarsi e io l'ho sfruttato tante volte per scappare, ma questa volta non vedo l'ora che finisca. Ci pensa lei a terminare l'attesa, a mettere un punto a tutto ciò che era successo prima e a iniziare un nuovo capitolo insieme. Mi stringe le mani, cerca più contatto possibile con me e io con lei, finché non trova le mie labbra proprio lì, proprio dove lei le stava aspettando. Mi bacia, prima piano e timida, un bacio da prima media, un bacio la cui innocenza ci fa tornare bambine, piccole.
Mi sfiora appena, ma siamo grandi ormai, con un passato e soprattutto un futuro ad aspettarci che non abbiamo idea di come potrà essere, ma ci troverà insieme, mano nella mano, e quindi il suo bacio, anzi, il nostro bacio si adegua alle nostre età. Le mani si sciolgono e si fondono sulla schiena e sulle teste dell'altro, in cerca di un appiglio che possa impedire di scivolare nel più profondo abisso di sensazioni che ora stiamo provando. Sembra una danza in cui noi siamo le ballerine, una danza che vede i corpi intrecciarsi e diventare uno solo, gambe sporche di sabbia che si allacciano sui fianchi e che vorrebbero di più, ma di più qui non si può.
«L'altra notte mi hai detto di cercarti dove il mare finisce... ti ho trovata?»sussurra.
«Sì Mery, ci siamo trovate» confermo.
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"Non posso fare a meno di te"
FanfictionE se tra le due ci fosse più di un'amicizia? Soffocheranno i loro sentimenti o daranno voce al loro amore? (Storia inventata su Maria De Filippi e Sabrina Ferilli con riferimenti ad una mia vecchia storia)