Capitolo dodici

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"Non posso fare a meno di te"
Capitolo dodici
26 Settembre 2020
SABRINA
Stasera va in onda su canale 5 la terza puntata di Tu Si Que Vales e decido di farmi un selfie per pubblicarlo su Facebook e ricordare a tutti l'appuntamento. Non sono una persona molto tecnologica. Io non cerco di cambiare questo aspetto ma di mostrarmi così come sono, un po' inesperta ma pronta a reinventarmi per i miei seguaci. Decido di fotografarmi in tutta la mia naturalezza, di ritrarmi esattamente come sono adesso e far vedere semplicemente cosa sto facendo.
Mi posiziono allora vicino al mio gatto con cui sto giocando da una buona mezz'ora e scatto la foto. Penso ad una didascalia che sia breve ma che arrivi dritta al punto e poi pubblico la foto. Solo qualche secondo dopo, mi arriva un messaggio.
"Quando hai finito di far sdraiare il tuo gatto sul mio orso, mi puoi chiamare?"
Cazzarola, Maria già l'ha vista. Ma che fa questa? Sta sempre sul profilo mio?
"Ah non solo faccio pubblicità alla tua trasmissione, pure il rimprovero... certo che sei tremenda tu!"
Dopo averle risposto, il display si illumina un'altra volta. Mi arriva una chiamata. È lei.
«Scema» inizia la chiamata
«E te pareva questa come esordiva la chiamata, con un bel complimento»
«Ma infatti lo è, è il tuo nomignolo, ti ho segnata così anche sul cellulare»
«Pensa chi te lo apre figlia mia...»
«Tanto non si capisce che sei tu. Vedi che sei proprio scema»
«Grazie...»
«Come dici?!»
"No dico grazie... non solo uno te pubblicizza e dice che stasera va in onda la terza puntata, se deve beccare pure gli insulti tuoi, cose da non credere..»
Maria scoppia a ridere, poi mi dice:
«A proposito di puntata, ti ricordi che oggi registriamo la sesta?»
«E chi se lo scorda... sto a pensà a Nebula da na settimana!»
Maria ride di nuovo, io riprendo il discorso.
«Senti, parlando di cose serie... che me dovevi dì a parte il rimprovero del gatto? Che poi saranno pure cazzi miei do metto il gatto, o no?» le chiedo io alzando lievemente il tono della voce, ma mantenendo sempre quel pizzico di ironia che contraddistingue tutte le nostre conversazioni.
Stavolta la sua risata è così forte che sembra vicina a me.
«Ma è l'orso che ti ho regalato io!» esclama lei rivendicando il suo regalo.
«Ormai è del gatto» concludo
«Questa è la cura che hai dei miei regali...»
«Disse quella che mi distrusse la sciarpa»
A questo punto Maria si arrende, non sa più come controbattere e ride sconfitta.
«Mi fai morire... ma tornando serie, dovevo chiederti una cosa importante. Ti va di partire per il mare domani? Tanto stasera non dovremmo finire tardi di registrare.«
«Marì ma stiamo a fine settembre, non fa freddo?» le chiedo sorpresa dalla sua proposta inaspettata.
«Ma no, c'è un sole che spacca le pietre, stiamo solo qualche giorno. Come ti sembra?» cerca di convincermi
«Ma io il 29 devo stare a Fiumicino sul set, per La Donna Del Vento, lo sai»
«Lo so, per questo ti dico che ti porto al mare, stiamo due giorni insieme e poi il 29 arriva tutta la troupe. Tranquilla, arriviamo a fare tutto»
«Dici?!» le chiedo un po' allarmata cercando di mettere ordine mentalmente a tutti i miei impegni.
«Si, devi solo dirmi se ti va di venire. Sono solo due giorni alla fine»
Non rispondo, questa domanda mi ha colta un po' alla sprovvista.
«Io e te sole?» chiedo di sbotto
«Si, che c'è? C'hai paura?» chiede lei ridendo
«No ma che dici, ci organizziamo e si può fare» la rassicuro
«Perfetto» mi risponde soddisfatta.
«A più tardi scema, ci vediamo in studio» conclude lei.
Stacco la chiamata e penso che questa è veramente matta. Inevitabilmente mi scappa un sorriso ed inizio a preparare tutto l'occorrente per la partenza, seleziono con accortezza i costumi da portare, ne scelgo qualcuno un po' più provocante per stuzzicare Maria, poi metto in valigia tutte le mie preziosissime e sempre presenti medicine. Rido al pensiero di questa mia abitudine quando, per assurdo, la più ipocondriaca tra le due è Maria. Eppure, quella a cui non manca mai una medicina sono io. Finisco di sistemare tutto con cura e chiudo la zip del mio piccolo trolley, che poi non è tanto piccolo. Immagino già Maria domattina quando passerà a prendermi, mi sembra di sentirla già che mi dice "Sabri ma dove la metto io questa valigia? È così grande che non entra neanche in macchina. Ma ti sei portata tutto questo per due giorni?"
Scoppio a ridere, poi la mia attenzione cade su una foto che ho sul comodino accanto al letto. È una foto di mia mamma che tengo sempre lì, anche se ho cambiato case, vite, abitudini. Così ho l'impressione che mi osservi con il suo viso da ragazzina, contenta, al mare. Proprio dove andremo noi domani. Accarezzo la cornice, mi sdraio un po', anche se il cellulare segna le due del pomeriggio e so che non dormirò. Tra poco devo andare a registrare con Maria e...gli altri. Non vedo l'ora.

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