Notiziario delle 6.30 a.m.,
“Famiglia sterminata in casa: ignoto l’autore dell’efferato omicidio.
Una famiglia di quattro persone, due adulti e due bambini, è stata trovata morta all’interno di un appartamento sito al quartiere popolare di Wernicke. Le autorità sono giunte al luogo in seguito ad una segnalazione, fatta alle tre del mattino da parte di uno dei vicini di casa, che ha udito le grida di uno dei bambini provenire dall’appartamento. I corpi delle vittime sono stati ferocemente mutilati, segno che l’assassino ha infierito ripetutamente su di loro con un oggetto contundente. Si esclude l’ipotesi di un omicidio/suicidio. Nell’attesa che la polizia chiarisca la dinamica del tragico accaduto e ne scopra i colpevoli, si raccomanda ai cittadini la massima allerta e a non esitare di chiamare il 911 in caso di pericolo.”
Laura fissò il televisore con gli occhi sbarrati.
« Ragazze! Venite qui! E’ successo di nuovo!» gridò in preda al panico.
Kate, Andrea e Martha accorsero immediatamente. « Che succede? » chiese allarmata Kate.
« Qualcuno ha ucciso una famiglia stanotte.»
« Cooosa?!» chiesero in coro le altre.
« Siamo ufficialmente nella merda.» affermò Andrea.
« Dobbiamo convincere Paul a lasciarci a casa » riprese Laura appena terminò il servizio sulla tragedia avvenuta proprio quella notte. A detta dei cronisti, chi aveva ucciso quella famiglia, e una settimana prima anche il proprietario di un piccolo bar, era lo stesso assassino che nessuno era mai riuscito ad acciuffare, e che da quasi venti anni seminava morte nei vari stati d’America, sparendo senza lasciare traccia. L’incubo ora aveva raggiunto Oldfield, e Dio solo sapeva quanta gente ancora sarebbe morta per mano di quel mostro.
Le quattro donne intuirono che, presto o tardi, sarebbe iniziato un coprifuoco. Desideravano ardentemente essere anche loro al riparo, visto che le prostitute sono in genere maggiormente a rischio di attacchi da parte di squilibrati, ma sapevano che sarebbe stato difficile, per non dire impossibile, convincere il loro padrone a non farle andare in strada.
« E’ inutile, Laura. Sai bene che Paul non ci permetterà di stare qui.» intervenne Kate « Ma ho un’idea. Possiamo chiedergli di svolgere lo stesso turno, in modo che sarà più difficile coglierci di sorpresa se restiamo unite. Ci guarderemo le spalle a vicenda.» concluse saggiamente.
« L’idea è ottima.» commentò Martha « Dobbiamo parlarne a Paul.».
Contrariamente alle aspettative del gruppo, Paul acconsentì alla richiesta, dal momento che lui stesso aveva cominciato a comprendere la gravità della situazione. Non avrebbe mai potuto permettersi di perdere altre fonti di guadagno, pertanto concesse alle ragazze di lavorare agli stessi orari.
« E’ un sollievo che Paul ci abbia detto di sì» esclamò entusiasta Martha appena il loro protettore andò via.
« Personalmente questo non mi tranquillizza molto, ma è meglio di niente.» rifletté Andrea.
« Come sta il tuo occhio? » chiese Martha fissando con i suoi occhi verdi il livido che la sua collega aveva ancora all’occhio sinistro.
« Molto meglio, grazie. Devo solo nasconderlo sotto quintali di fondotinta al momento, ma non mi fa male quanto ieri.»
Alla risposta di Andrea, Martha annuì e andò in cucina a preparare la colazione insieme alle altre.
La giovane, rimasta sola, si recò alla finestra della camera da letto: osservò il bosco poco distante che si ergeva maestoso e tetro a soli pochi metri di distanza dal retro della casa. Una morsa fredda le pervase lo stomaco, e si sentì improvvisamente fragile, alla mercè di un pericolo che nessuno era in grado di affrontare. Si immaginò in mezzo alla strada, annegata nel suo stesso sangue, priva di ogni aiuto. Nessuna vita valeva meno della sua e delle donne come lei, questo lo sapeva bene. Osservò ancora quel paesaggio, rassicurante e inquietante al contempo, mentre udiva le sue compagne di sventura ridacchiare in cucina per incoscienza (o per rassegnazione?). La sua attenzione fu improvvisamente attratta da un puntino bianco che scorse all’orizzonte, proprio nel semibuio della foresta. Che si trattasse di un animale, o…di una persona?
Le sembrò assurdo pensarlo, ma per un momento credette di essere osservata.
« Cosa ci fai lì impalata? La colazione è pronta.» Kate fece capolino nella stanza, interrompendo bruscamente Andrea nel suo osservare la misteriosa figura; per tutta risposta lei si girò di scatto, e annuì. Prima di andare in cucina insieme alle altre, diede un ultimo sguardo al bosco. Quella strana presenza era sparita. Scosse la testa, convinta di avere un’immaginazione troppo fervida, acuita dai recenti accadimenti.
Quella sera stessa, la polizia perlustrò ogni angolo di Oldfield. Era difficile percorrere un’intera strada senza vedere almeno una volante che faceva un giro di perlustrazione, pertanto divenne un’impresa per le adescatrici svolgere le loro “attività”. Ciononostante, le quattro schiave di Paul si appostarono comunque in mezzo alla via, alla luce di un lampione: era riuscito a corrompere i poliziotti, per tale ragione non avrebbero avuto noie.
« Che cazzo di freddo! » esclamò Laura.
« Certo che i nostri “abiti” non aiutano. » disse ridacchiando Kate.
« In tutto questo, dov’è il nostro paladino della giustizia? Ha detto che ci avrebbe tenuto d’occhio » chiese Martha.
« E’ al bar. Controlla il giro di droga. Si dice che abbia trovato altri fornitori, con cui ha un appuntamento proprio stasera. » rispose Laura, facendo cenno col capo in direzione del locale all’altro lato della strada.
Quella notte, il pericolo di un misterioso killer a piede libero non sembrò inquietare gli animi dei clienti di quelle ragazze, i quali sembravano ascoltare più il loro basso ventre che la paura, o il disappunto delle mogli che lasciavano a casa con la scusa di tornare più tardi da lavoro.
Passarono così i giorni e le notti, in quel piccolo mercato di carne e di miseria, fatto di finti sorrisi rivolti alle tante facce di signori perbene che prendevano ciò che quelle giovani offrivano contro la loro volontà.
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Più del suo pugnale. (Jeff the Killer)
FanfictionLui: un assassino seriale, sfuggito alla giustizia per diciasette anni. Lei: una giovane costretta a fare del suo corpo una merce. Entrambi reietti (seppure per diversi motivi), sopravvivono in quello stesso mondo che li ha partoriti per poi rinnega...