quando la vita normale è più difficile di quella da eroe

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[damiko]

Damian aveva fatto una promessa. Aveva promesso a sé stesso e a Emiko che avrebbero avuto un bel appuntamento senza che nessuno li interrompesse. Da quando si sapeva che il figlio di Bruce Wayne e la sorellastra di Oliver Queen si stavano frequentando il settore di giornalismo e i blog di gossip sono esplosi. 'Unione della famiglia Wayne/Queen' e 'nuova coppia di potere' erano solo alcune delle cose che era costretto a sorbirsi ogni volta che accendeva il telefono o la TV. Erano solo una coppia di adolescenti che volevano una notte tutta per loro come qualsiasi altra persona della loro età.

Una volta è andata così male che, mentre si allontanavano da un paparazzo parecchio insistente, Emiko ha scagliato una freccia bucando le ruote della macchina del povero malcapitato; ovviamente aveva minacciato di far loro causa, ma sapevano sarebbero state tutte minacce a vuoto, dopotutto nessuno è così stupido da denunciare due tra le persone più ricche dell'America.

Stavolta Damian aveva un piano. Dopo aver indossato dei jeans e una semplice camicia di cotone scese le scale andando incontro a Emiko che era già arrivata. Si vedeva che si era impegnata per mettersi in tiro e sembrava adorabile, ma a disagio; non era abituata allo stile di abbigliamento 'femminile'.

"Sei sicuro che non mi servisse l'arco?" chiese lei.

"Affermativo. Mi sono occupato di tutto. Questa volta non saremo interrotti". Le parole del ragazzo non sembrarono rassicurarla tuttavia era curiosa di scoprire come avrebbe fatto a gestire tutta la faccenda.

I due salirono a bordo della moto di Damian e partirono per il parco di Gotham City. Quando si fermarono nel parcheggio poterono notare con piacere di essere tra i pochi lì quella sera; forse ha a che fare con Dick che sta dando spettacolo dalla parte opposta della città. Ovviamente Damian ha dovuto promettergli in cambio cinquanta minuti di abbracci. Passarono davanti a un gelataio e presero due coni e continuarono la loro serata.

"Ok ora puoi dirmelo. Hai fatto un patto col diavolo o ti sei messo a minacciare ogni singolo abitante di Gotham?"

"Niente di tutto ciò" Damian ridacchiò: "E poi credi davvero che nessun ficcanaso sarebbe disposto a venire da un'altra città per un buono scoop?"

"Beh che posso dire. Siamo famosi, belli, ricchi, intelligenti...non mi sorprende che siamo sempre al centro dell'attenzione" Emiko si era messa a fare l'imitazione della classica bionda in un liceo Americano sventolando i capelli che, casualmente, finivano sempre in faccia a Damian.

"Beh, resta il fatto che possiamo finalmente rilassarci. Questa è la nostra notte". Emiko era impressionata dal fatto che si fosse così addolcito nel corso degli anni, certo, non era un santo, dopotutto si trattava comunque di Damian Wayne; per esempio il vecchio Robin non le avrebbe mai permesso di rubargli un morso del suo gelato....beh a dirla tutta non è che fosse cambiato più di tanto sotto questo punto di vista, infatti si mise a rincorrerla per tutto il parco in cerca di vendetta a colpi di solletico.

I due si ritrovarono a un ruscello con un ponte ad arco e si fermarono. Si sporsero sotto al bordo guardando il flusso scorrere. Era così strano essere circondati da pace e silenzio, senza il rumore di una battaglia o della folla curiosa, che Damian si distrasse così tanto da non notare la mano di Emiko sopra la sua. Quando se ne accorse si voltò verso di lei con un sorriso: "Quindi è questo quello che fanno le persone normali?" lei sembrò pensarci un attimo prima di rispondere: "Credo di sì, beh, per lo meno questa è la cosa più normale che potremmo mai ottenere. Anche senza la storia dei supereroi non abbiamo avuto esattamente un'infanzia normale".

"Ah perché tu hai avuto un'infanzia?" Niente e nessuno avrebbe potuto salvarlo dal pugno che prese in pieno braccio. Se Emiko intendeva quel gesto come 'giocoso' Damian si ritrovò a pregare non essere mai dalla parte dei criminali. "Ok, ok stavo scherzando. A proposito, Grayson sta ancora cercando di farmi recuperare tutto ciò che è possibile".

"Oh questo non me lo voglio perdere. Devo sapere tutto" era davvero curiosa di scoprire a quali torture formato Disney Dick lo avesse sottoposto.

"Bene, diciamo solo che ho visto quasi tutti i principali cartoni animati dal 1984 in poi". Fu a questo punto che Emiko scoppiò a ridere con Damian al seguito. Dopo che si furono calmati guardarono in alto. Il cielo era limpido, cosa insolita per una città come Gotham. "Bella uscita, non è vero Emi?" Non ottenne risposta: "Emi?" Si voltò per vedere che la ragazza lo stava fissando. "Cosa?"

"Confessa. Come hai fatto a convincere i paparazzi a non seguirci. Anche se fossimo rimasti sul divano a vederci un film uno di quegli avvoltoi si sarebbe fatto vedere alla finestra". Prima che lui potesse risponderle il suo telefono squillò. Lo tirò fuori dalla tasca e rispose: "Oh ciao Jon. Come sta andando?"

"Tiraci fuori di qui!" Jon era attualmente seduto in un ristorante alla moda, truccato e con dei vestiti che ricordavano lo stile di Emiko. Davanti a lui si trovava Colin Wilkes che indossava alcuni vestiti di Damian.

"Fammi indovinare, non bene?" Jon non era dell'umore giusto: "Tu che ne pensi? Non è esattamente quello che vorrei fare un sabato sera".

"Non è che ti abbia chiesto di metterti della biancheria da donna.....Non l'hai fatto, vero?"

"Certo che no!" Rispose Jon con un tono infastidito che non si addiceva a un membro della 'superfamily': "Ho imparato la lezione da quell'incidente con la gita scolastica. Ora mi spieghi perché mi hai coinvolto in tutto questo? Da quel che mi risulta non sono né femmina né asiatico. Non potevi chiedere a Maps di farlo?"

"È fuori città con i suoi genitori" spiegò rapidamente: "Qualcuno se ne è accorto?"

"Mi sembra ovvio di sì!" Gli urlò dal telefono. Davvero aveva pensato di tutti avrebbero creduto a una pagliacciata del genere? "La metà del locale mi sta guardando ridendo e non credo ci sia un giornalista che non abbia scattato un intero servizio fotografico. Se continuano così i flash metteranno fuori uso la mia vista calorifera e durante le missioni non potrò più salvarti il c-"

"Ok, ok, sarò lì il prima possibile". Certo che il suo amico stava imparando proprio delle brutte parole. Forse un po' era anche colpa sua...giusto un po'. "Immagino che la nostra serata finisca qui. Faremo meglio ad andare a salvare Jon e Colin prima che riceva una chiamata davvero imbarazzante da Superman".

Al ristorante Jon stava ripensando alla sua situazione e a tutti gli errori che aveva dovuto fare per finire lì: "Come ha fatto a convincermi?"

"In realtà io mi stavo divertendo, e poi il cibo è delizioso" Colin si zittì quando vide la faccia di Superboy: "Perché sono amico di uno di voi!?"






angolo autrice:

avevo pronto sto capitolo da mesi, ma volevo pubblicarlo dopo un altro. purtroppo non ho neanche ancora iniziato a scrivere il capitolo in questione quindi....akab 

young justice e DC one-shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora