ti fidi di me?

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[dickbabs]

Dick prese il suo pranzo alla mensa della Gotham Academy e si diresse fuori verso il suo solito tavolo. Lui e la sua migliore amica Barbara erano soliti sedersi sotto una delle grandi querce che decoravano il cortile, certo il lato opposto era molto meglio, ma era frequentato da quelli dell'ultimo anno e Dick, nonostante fosse passato di due classi piú avanti, aveva ancora molta strada da fare.
Mentre si avvicinava al tavolo vide Frankie , una ragazza della loro classe, seduta con Barbara.
"Salve signore" Dick sorrise posando il piatto e scivolando accanto alla rossa.
"Hey Dick" dissero entrambe all'unisono.
Capendo di aver interrotto qualche discorso importante infiló la forchetta nella sua insalata e, con aria innocente, chiese:"Allora...di cosa stavate parlando voi due?"
"Oh, solo discorsi da ragazze" rispose Barbara alzando gli occhi al cielo. Lui alzó un sopracciglio incuriosito:"Che tipo di discorsi da ragazze?"
Frankie ridacchió:"Il tipo di discorso che parla della cotta di Barbara".
Guardó la sua amica con un espressione scherzosa che andava dallo scioccato all'offeso, non gli aveva mai parlato di una cotta; era il suo migliore amico e aveva pensato che sarebbe stato il primo a sapere una cosa del genere.
"Hai una crash?" Chiese mettendosi la forchetta in bocca. Barbara sospiró esasperata:"Non parlare con la bocca piena, ti strozzerai". Dick alzó gli occhi e deglutí"Sí Alfred, ora dimmi di piú su questa cotta". Frankie sembrava confusa:"Non lo sapevi? Scusa Barbara credevo glielo avessi giá detto. Comunque non ci crederai mai, la qui presente Barbara Gordon ha perso la testa per un certo vigilante notturno". L'insalata gli andó di traverso. Era possibile che conoscesse segretamente il presunto ragazzo, anzi era probabile persino che ci fosse andato in missione. Passò mentalmente la lista di tutti i supereroi adolescenti che conosceva: speedy? Aqualed? O forse superboy? o...per favore fa che non sia Wally. "Mi dirai il suo nome o devo ingaggiare Batman per scoprirlo?" Chiese prendendo un altro boccone di cibo e stando attento a non tradire la sua indentitá segreta.
Le guance di Barbara diventarono di un rosso vivo, non l'aveva mai vista arrossire cosí prima d'ora. Alla fine Frankie rispose al suo posto:"Non so come la prenderebbe Batman scoprendo che si tratta del suo protetto". Le lanciò un'occhiata interrogativa per essere sicuro di aver capito bene:"Robin. L'eroe di gotham" confermó ridacchiando.
"R-Robin?!" Disse Dick quasi troppo forte mentre tossiva cercando di non soffocare per la seconda volta in cinque minuti.
Barbara scosse la testa:"Te l'ho detto che ti saresti strozzato parlando con la bocca piena". Frankie rise e prese il suo pranzo:"Mi dispiace di non aver filmato la scena é stata cosí divertente! Beh, é meglio che vada devo vedere altri miei amici, ci sentiamo piú tardi ragazzi", fece un cenno e se ne andó.
Dopo aver elaborato l'accaduto Dick sorrise maliziosamente e guardó Barbara"Allora, Robin, eh?" Lei abbassó gli occhi seccata:"Non possiamo lasciare cadere il discorso?" Lui scrolló le spalle:"Certo, se prima mi dici perché non mi hai detto niente". Barbara sospiró:"perché sapevo che mi avresti presa in giro". Sentendosi in colpa per la sua risposta, decise di non spingere oltre l'argomento.
Si alzó dalla sedia e afferró un ramo, con un rapido movimento si diede una spinta e si tiró su con orgoglio, poi abbassò lo sguardo su Barbara che lo stava osservando. "Vieni con me, la vista é fantastica". Lei scosse la testa:"il ramo si spezzerá, e poi mio padre spezzerá te". Dick rise:"No, non lo farà" insistí. Barbara lo squadró con un sopracciglio alzato:"se stai parlando di mio padre sono certa che lo farebbe".
Si guardarono per un attimo, lui sorridendo rassicurante e lei ancora scettica sul da farsi:"Dai Babs. Ti fidi di me?" Disse allungando una mano. Barbara si arrese e con riluttanza la afferó:"Sí".
La tiró a sé vittorioso, adottando poi la sua faccia da "Te lo avevo detto" quando il sorriso di Barbara si allargó insieme allo stupendo panorama.

Quella notte Barbara giaceva a letto con il portatile in grembo mentre finiva un saggio che avrebbe dovuto consegnare tra qualche giorno. Sentí bussare alla finestra della sua camera e le sembró abbastanza strano considerando che viveva all'ottavo piano di un condominio.
Si diresse con attenzione verso la finestra e tiró indietro le tende, solo uno spiraglio in modo da vedere chi o cosa fosse. Emise un sospiro di sollievo che, peró, sembrò piú uno squittio di sorpresa quando si rese conto di chi fosse.
Lí davanti dondolava Robin, appeso a un mattone sporgente con una mano e salutando con l'altra. Lei sorrise e lo lasció entrare. "Robin?" Era abbastanza confusa, nonostante avesse una cotta per lui non l'aveva mai veramente incontrato, apparte le volte in cui l'aveva salvata da rapitori e pazzi assassini.
Il pettirosso s'inchinó:"Al suo servizio".
"Non che me ne dispiaccia, ma cosa ci fai qui?" Chiese non sapendo bene come comportarsi. Esisteva un manuale su 'Come comportarti quando un supereroe, di cui sei follemente innamorata, si presenta in camera tua'?. Giuró che la mattina seguente sarebbe andata a cercarlo in biblioteca.
Il ragazzo meraviglia emise una piccola risatina che trovó piuttosto carina:"Un abitante della notte ha veramente bisogno di una scusa per visistare una delle ragazze piú belle di Gotham? Se vuoi posso andarmene". Disse per poi dirigersi verso la finestra.
"No, no va bene, puoi restare qui!" Urló piú in fretta di quanto fosse capace un essere umano. Quando si calmó si rese conto che il ragazzo aveva qualcosa tra le mani:"cos'è? "
Robin sorrise:"É un rampino, vedi, premendo questo grilletto i ganci si aggrappano al tetto, così io e il pipistrello possiamo attraversare la cittá".
"Perché le macchine sono troppo sopravvalutate" ridacchiò lei.
"Beh, ammetto che non mi dispiacciono neanche la mia moto e la batmobile"si vantó.
"Se stai cercando di farmi ingelosire, beh sappi che ci stai riuscendo benissimo".
Robin giocherelló per qualche secondo con il suo rampino, meditando sulle conseguenze di quello che stava per chiederle:"Non é che vorresti andare a fare un giro, vero? Potresti prenderti una pausa dai compiti. Che tu ci creda o no i palazzi di gotham offrono una vista magnifica, per non parlare delle stelle". Lei lo guardó e si morse nervosamente il labbro. "E non provare neanche a usare la scusa che tuo padre é in casa perché so di per certo che lavora fino alle tre del mattino" scherzó.
Barbara lo guardó nuovamente e arrossí:"É sicuro?" Chiese lanciando un'occhiata fuori dalla finestra.
Robin annuì:"Certo, questo gioiellino puó sopportare fino a 300 kili di peso, ammetto che prima di venire ho mangiato qualche biscotto dell'agente A, ma non credo di aver preso piú di 210 kili" disse facendo ruotare il rampino intorno al dito:"La domanda é, ti fidi di me?" Chiese allungando una mano.
Da qualche parte nella mente di Barbara una campanella inizió a suonare:"cosa?"
Lui sorrise:"Ti fidi di me?"
Quel sorriso si mescoló al modo in cui lo disse e accentuó ancora di piú i suoi sospetti:"Sí" disse mettendo lentamente la mano nella sua.
La tiró al suo petto:"Allora aspetta" le sussurró all'orecchio avvolgendole un braccio attorno alla vita; lei gli avvolse le braccia al collo e si strinse forte. Robin si spinse in avanti, precipitarono fuori dalla finestra per qualche secondo prima di sparare il suo rampino facendoli volare sopra la cittá.

Il ragazzo meraviglia aveva ragione, la città era bellissima dall'alto. Durante il viaggio, di tanto in tanto la guardava per vedere la sua reazione e lo stesso faceva lei, ma per una ragione completamente diversa. Stava studiando i suoi lineamenti includendoli nel puzzle che stava risolvendo.
Il bel momento fu di breve durata perchè Robin ricevé una chiamata di emergenza da batman.
"Grazie" disse Barbara mentre veniva posata sul pavimento della sua camera da letto. "Nessun problema, é stato bello passare del tempo con te" sorrise lui di rimando.La sua risata, i lineamenti del viso, i rapidi flirt, la sua voce, la sensazione che provó quando si presero per mano. Tutto riconduceva a una persona, ma aveva bisogno di un'ultima cosa per confermare i suoi sospetti.
"Fa schifo che tu debba andare" e mise un broncio giocoso.
Si grattó distrattamente dietro la testa:"Lo so, ma il dovere chiama" era evidente dal suo tono di voce che neanche lui voleva andare via.
Prima di afferrare la maniglia della finestra per aprirla, Barbara iniziò a camminare verso di lui, Robin fece un passo indietro ogni volta che la sua amica si avvicinava.
"Lasciami solo dire che penso che tu sia un ragazzo molto carino, coraggioso, intelligente..." fece un ultimo passo in avanti mettendolo al muro:"...e anche molto sexy". Sussuró premendo le labbra sulle sue.
All'inizio Robin si irigidí senza sapere bene cosa fare, ma presto reagi al bacio. Gli concesse qualche secondo, forse qualche minuto, prima di allontanarsi:"Un bacio di buona fortuna per stasera, buona notte pixie boots".
"D-dormi b-bene Babs" balbettó uscendo dalla finestra mentre sentiva l'aria fredda della sera sulle sue guance ancora arrossate.
Barbara sogghignó mentre scivolava di nuovo nel suo letto. Domani sarebbe stato interessante.

Barbara stava aspettando agli armadietti, era leggermente nervosa, era sicura al 90% delle sue accuse, ma ció non voleva dire che il restante 10% non la preoccupasse. Pensó di andarsene, ma puntó i piedi, era la figlia del commissario della cittá piú pericolosa al mondo, prese coraggio e rimase ad aspettare, non si sarebbe arresa adesso.
Dick cominció ad avvicinarsi e lei fece un cenno con la mano:"Ehi Babs, come é andata la notte?" Lei non perse tempo, sbatté immediatamente Dick contro gli armadietti premendogli un bacio sulle labbra; proprio come aveva fatto con Robin la sera prima. Quando lui restituí il bacio si tiró indietro.
"Cos'è stato Babs?!" Nonostante stesse fingendo di essere confuso, la sua voce si alzó ugualmente di qualche ottava.
Lei incroció le braccia:"Non lo so Dick, com'é andata la mia notte?" Si sporse in avanti verso il suo orecchio:"o dovrei chiamarti ragazzo meraviglia?" Sussurró.
Fece di nuovo un passo indietro per ammirare l'espressione sbalordita che aveva creato sul volto del suo 'migliore amico'.
"I-io..." balbettó.
"Non preoccuparti il tuo segreto é al sicuro, ti fidi di me?" Lui avrebbe voluto risponderle di si,  proprio come lei aveva fatto il giorno prima, ma dalle sue labbra non uscí un suono, cosí si limitó ad annuire.
Barbara lasció un Dick imbambolato in mezzo al corridoio mentre si dirigeva verso la sua classe. Quando era ancora sicura di essere a portata di orecchio urló dietro di sé:"Ah, e pretendo anche io i biscotti dell'agente A".

young justice e DC one-shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora