Capitolo 25

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"Ehi Harry, posso chiederti una cosa?"

Erano lì tranquilli sotto al loro albero a fumarsi la classica sigaretta prima delle lezioni, estraniati dal mondo.

"Certo nano, dimmi" gli accarezzava i capelli, mentre aveva la testa poggiata sulle sue gambe, osservava i suoi occhi blu persi nel mezzo del fumo.

"Oggi non è che potresti accompagnarmi a levare il gesso?"

Lui era un duro, aveva sempre paura di chiedere le cose, non aveva bisogno di nessuno, o almeno così credeva.

"Certo Lou, a che ora andiamo?"

Sorrise per ringraziarlo.

"Subito dopo scuola, così domani potrò riprendere gli allenamenti".

"Si Tommo" spense la sigaretta schiacciandola contro il tronco dell'albero e lasciandola cadere in terra "vedi di fare le cose con calma, la tua salute viene prima".

Harry sapeva di star sprecando quelle parole, testardi come Louis Tomlinson ne esistevano pochi.

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"Styles muoviti o faremo tardi".

Era sempre in orario, ad aspettare Harry, Zayn, le sue sorelle o chiunque altro, lui non era mai in ritardo.

"Louis sta calmo, dobbiamo essere lì tra mezz'ora".

Il castano lì appoggiato alla macchina mentre cercava di distrarsi dal blaterare del riccio e sperando che quest'ultimo facesse silenzio e si mettesse alla guida, voleva solo superare quella giornata.

"Bla, bla, bla, muoviti cazzo e chiudi questa fottutissima bocca Harry, sono stanco, voglio solo levare questo gesso, andare a correre e pensare a come vincere l'imminente partita".

Stava urlando, stava veramente urlando.

"Ehi ehi ehi" il riccio gli si avvicinò in un batter d'occhio prendendo la testa del castano fra le mani e guardandolo negli occhi "tranquillizzati, respira, sai che canterai vittoria al termine della partita, sai anche che dopo correrò sul campo e ti bacerò, quindi non avere paura, tu non ne hai mai".

Si lasciò cadere in quelle mani, chiuse gli occhi e sussurrò un leggerissimo e tenerissimo "scusami".

"Ora andiamo così stanotte potrò finalmente avere entrambe le tue mani su di me".

Aveva ragione, era stato difficile abituarsi ai rapporti avendo Louis con la funzionalità di un solo braccio.

Si sedettero in macchina e semplicemente azionarono la radio, che puntualmente il castano abbassava per poter sentire meglio l'angelica voce di Harry, era meglio di qualunque altra canzone.

"Ora entra sciocco, di addio a quel gesso e cerca di dimenticare quel bastardissimo incidente, noi ci vediamo appena esci, sarò qui" si inchinò poi per lasciargli un bacio e permettergli di andare.

Tutto ok, il medico lavorava per liberare il braccio di Louis mentre lui era distratto dal telefonino, nello specifico da un messaggio inaspettato.

'Ehi piccolo, le ragazze mi hanno detto che nel fine settimana avrai la partita, mi andrebbe di venire e vederti giocare, non lo faccio da tempo, è ok per te?'

Non sentiva la donna da quando le gemelle erano partite, non le aveva neanche detto dell'incidente e aveva fatto promettere alle sorelle di non farselo scappare, e quindi cosa voleva in quel momento? Il loro patto non comprendeva nulla di tutto ciò.

'Non credo ci sia bisogno di attraversare un viaggio di 3 ore solo per vedermi giocare una stupidissima partita tra liceali'.

Così duro e freddo, avrebbe solo voluto averla lì, ma non sarebbe bastano un'unico giorno.

two hearts in a schoolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora