CAPITOLO XIII-Pulce

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A distanza di qualche giorno,l'inchiostro della penna è sbiadito,penso guardando il mio polso illuminato dalla luce che entra dalla finestra. Socchiudo gli occhi per il fastidio,riesco a sopportare la luce appena sveglia tanto quanto un vampiro. Il ricordo però è ancora nitido,quella sera,la sua pressione sul mio polso,le lettere incise su di esso è quello strano indirizzo che continuo a ripetere dentro di me. Chissà cosa ci troverò lì.
Mi alzo dal letto e appena i miei piedi toccano il pavimento rimpiango il calore che mi avvolgeva all'interno delle coperte. Decido di non pensarci e iniziare la giornata preparandomi la mia colazione preferita:una montagna di pancakes ricoperti da una cascata sciroppo d'acero e mirtilli e per non correre il rischio di addormentarmi in piedi metto su la mia playlist e lascio scorrere le canzoni. La musica ha sempre rappresentato uno spiraglio nella mia vita. Come una bolla in cui finalmente poter respirare,poter vedere la luce,essere me stessa...
Mentre mi muovo sulle note degli Arctic Monkeys,nonché una delle mie band preferite,metto i pancakes nel piatto e guardo soddisfatta la mia opera d'arte.
Con la coda dell'occhio vedo mio padre che entra in cucina.
"Ehm... Buongiorno papà" dico,senza però riuscirlo a guardare negli occhi versandomi un po' di succo d'arancia.
"Buongiorno pulce" risponde dirigendosi alla macchina del caffè.
A questa affermazione sussulto e per poco non mi strozzo con il succo. Ma non glielo faccio notare,non avrà da me questa soddisfazione. Qui i ricordi cominciano a riaffiorare e a scorrere nella mia mente.
Pulce. È il modo in cui lui mi chiamava da piccola e questo soprannome mi è rimasto addosso finché poi se n'è andato...Da quel momento nessuno ha avuto il coraggio di nominare questa piccola e innocua parola,ma che dentro di me scaturisce ancora mille emozioni contrastanti.
Questo soprannome mi è stato dato un pomeriggio d'estate,dopo un pic-nic,stesi sotto un albero. Io,a quel tempo,rispetto a lui ero piccola e fragile come un ruscello. Quando ero tra le sue braccia,ero come una piccola parte in uno spazio immenso. Come una piccola pulce immersa nella natura,protetta e al sicuro.
Questa parola riporta a me ricordi felici,o almeno quei pochi che ho. Me e mio padre sorridenti,complici,contro tutto e tutti. Mio padre che esaudiva ogni mio particolare desiderio.Perché io,sono la sua piccola pulce. Testuali parole.O almeno lo ero,non sono sicura di esserlo ancora.
Solo ora mi accorgo di aver viaggiato fin troppo con la mente e di avere gli occhi che straboccano di lacrime.
Mio padre mi da un'occhiata e se ne accorge.
"Brook...che succ-" dice mettendomi una mano sulla spalla cercando di consolarmi e capire quale sia il problema.
Appena avverto il suo tocco mi scosto,ricaccio le lacrime dentro e tiro su con il naso.
"Ehm... niente,vado" dico cambiando discorso "altrimenti faccio tardi a scuola",sfodero il sorriso più falso e meno rassicurante del mondo,prendo lo zaino e non li lascio il tempo di rispondermi che sono già fuori casa.
Dopo quella discussione non abbiamo più parlato,ho cercato di evitarlo il più possibile,il che era abbastanza facile:o avevo le cuffie sempre a portata di mano o entrambi eravamo indaffarati a portare al termine i nostri impegni.
Mentre vado a scuola penso a quando vedrò Jack,se lo vedrò. Lo dovrò salutare? Cosa dovrei dirli? Ei l'altra notte è stato fantastico,quando ti va lo rifacciamo! Eww,anche no.
O sarà lui a salutare me? O dovrei ignorarlo e far finta di non averlo visto nella confusione?
Ma a chi la do a bere? Certo che riuscirei a notarlo anche tra otto miliardi di persone,avendolo osservato per bene,so ogni particolare che gli appartiene.
Appena arrivata scorgo la mano di Lizzy che sventola in aria per attirare la mia attenzione. Ho un sacco di cose da raccontarle e non vedo l'ora di scoprire quale sarà la sua reazione.
Passano le ore e ancora nessuna traccia di occhi di ghiaccio. Strano.
Finalmente arriva l'ora di letteratura,la mia preferita in assoluto. La volta scorsa abbiamo dovuto consegnare un compito incentrato sul libro che stiamo leggendo e avendo la piena consapevolezza di ciò che è Orgoglio e Pregiudizio,penso e spero che il mio sia stato soddisfacente e all'altezza della richiesta.
Come non detto il Professor Finstok inizia a riconsegnare i compiti corretti e,mentre passa tra i banchi ci sono visi che si rabbuiano,altri che tirano un respiro di sollievo e altri molto soddisfatti,finché non arriva a me. Con un bagliore di gioia negli occhi mi cede il foglio e con un sorriso sotto i baffi che li riempie le guance mi dice:
"Complimenti signorina Foster! Il suo è stato il migliore",ricambio il sorriso sentendomi addosso gli sguardi di tutti e appena il professore inizia la sua lezione,mi ricompongo stando attenta alle sue parole.

Una volta terminate le lezioni non ho fatto in tempo ad aggiornare Liz sui nuovi scoop,perciò sono tornata a casa e dopo aver sistemato gli appunti presi oggi decido di chiamarla.
"COOOSAAA?!" urla Lizzy dall'altro capo dopo aver ascoltato con attenzione ogni mia singola parola. Per premura delle mie povere orecchie allontano il telefono aspettando che si calmi.
"Non hai passato davvero la notte con lui! Non con Jack Walker!! Cazzo B perché non me lo hai detto prima?"
"Sai,dovevo ancora metabolizzare tutto e non è ancora finita..."
Nemmeno il tempo di finire la frase che Lizzy mi incita a continuare,ridacchio immaginandola a saltare da una parte all'altra della sua stanza.
"Beh,quando mi ha riaccompagnato a casa,ha fatto una cosa stranissima" continuo a dire
"E poi? Allora? Che ha fatto? Ma aspetta,ti ha riaccompagnato a casa?Dai Brook non tenermi sulle spine" piagnucola
"Mi ha scritto un indirizzo sulla mano e mi ha detto che se voglio delle risposte alle domande,sabato sera devo farmi trovare lì" spiego tutto d'un fiato.
Sento silenzio. Troppo silenzio.
"Liz,sei morta in linea?"
"Eh? Nono sono qui!Stavo solo pensando che dobbiamo assolutamente andare a fare shopping e trovarti qualcosa di figo da mettere domani" riappare magicamente,
"Esagerata.Non è mica un appuntamento romantico!O almeno credo...Lo è?"
"Se è andata come me lo hai descritto,penso proprio di si B" dice con una finta espressione arresa
"Ma dai Liz,sono già figa così!" scherzo coprendomi la bocca per ovattare la mia risata
"Allora arriviamo a un compromesso,se non ti porto a fare shopping,vengo a casa tua per scegliere i vestiti" dice elettrizzata dall'idea,è più entusiasta di me.
Io non so come mi sento,è un insieme di emozioni contrastanti che cercano di avere la meglio l'una sull'altra,e a loro si aggiungono tutte le domande che affollano la mia mente da giorni. Domani finalmente saprò rispondere alle mie domande. Domani,non ora. Quindi meglio che vada a dormire,che passi questa notte in fretta e che arrivi domani.
Non vedo l'ora!
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Ciao a tutti,ecco qui un nuovo capitolo di questa storia! La situazione tra Brook e il padre non è delle migliori.Cosa succederà domani? E come mai oggi non c'era occhi di ghiaccio a scuola?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo! Vi aspetto lì :)
Spero vi piaccia e se vi va lasciate un commento e una stellina
Fatemi sapere cosa ne pensate... a presto!
-Gaia💘

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