Devo ancora capire perché ogni volta che mi ritrovo in qualche situazione scomoda l'unica soluzione per la mia mente è scappare. Per fortuna a salvare il mio fiato e i miei polmoni c'è il mio skate che,anche se sopravalutato va molto più veloce delle mie esili e piccole gambe.
Ci deve pur essere qualche altro modo per resistere e affrontare ciò che mi spaventa...so Di non poter fuggire per tutta la vita.
Ma la rabbia ogni volta prende il sopravvento.
Stringo le nocche e sento il bruciore delle unghie all'interno del palmo,non provo dolore,anzi,come una sorta di rilascio di pressione e rabbia,le quali lasciano spazio a un mare calmo dentro di me,senza una minima onda. Tra le mani sento qualcosa di morbido:è la felpa di Walker. Ora che sono uscita di casa in fretta e furia senza nemmeno aver pensato a una meta è la perfetta occasione per andare a restituire la felpa.
'Dai Brook ammettilo che vuoi rivedere i suoi occhi,il suo sorriso e i suoi magnifici musc-'
No,no e no,assolutamente no.Voglio solo finire questa storia,una volta per tutte e non aver più niente a che fare con questo ragazzo.
Facendo un po' fatica,sia per la mia scarsa memoria da criceto prossimo alla morte,sia per le urla e i fischi che provengono dai palazzi poco lontani,in qualche modo riesco a ricordare la sequenza delle strade che devo imboccare per arrivare alla palestra. Dio,sono disgustosi,non credo sarebbe piacevole per loro stare al mio posto,guardare in alto e vedere simili esseri spregevoli.
Affacciandomi però noto che non c'è nessuno all'interno della palestra.
Sicuramente oggi non aveva allenamento,oppure l'ha già fatto o ancora no.
Ogni persona sana di mente notando questo sarebbe ritornata indietro e lasciato perdere.
'Ma tu Brook,non sei considerabile una ragazza sana di mente'
Esatto,è proprio questo il punto.
'Ecco ci risiamo,ti prego non aggiungere un'altra cazzata alla tua enciclopedia molto articolata,almeno non ora,non oggi'
Ma,come mio solito, anche se mi prometto di farlo, non ascolto il mio subconscio e provo a scavalcare il cancello facendo il meno possibile rumore, ma ciò non è decisamente da me.
Paragonando un elefante all'interno di una cristalleria a me è un essere elegante e leggiadro.
Fortunatamente riesco a oltrepassarlo ed a entrare nella palestra. È tutto buio e la prima cosa che mi salta in mente è accendere l'interruttore,ma stranamente ci rifletto qualche secondo e accantono quest'idea optando per la torcia del telefono,per limitare le probabilità di cacciarmi in qualche guaio. Non c'è anima viva.
'Che peccato Brook,dovrai ritornare un'altra volta. Magari di giorno,quando ogni palestra di questo mondo è aperta".
A malincuore decido di rinunciare a fare l'agente segreto e ritornare quando sarò sicura di poterlo trovare qui.
'Uau,ogni tanto qualche lampo di genio c'è l'hai anche tu,stai facendo progressi'
Mentre cammino verso il cancello esterno urto il piede contro qualcosa di metallico,mi giro per controllare ed è, una scala? Chissà dove porta..
'Come non detto,forza Brook,torniamo a casa,come hai deciso'
Ma dai che sarà mai una controllatina, e poi non c'è nessuno qui. Salgo solo per pacare la mia curiosità,scendo e torno a casa,promesso.
Ripeto dentro di me questi passaggi,ma è solo un pretesto per non pensare alla milionesima cazzata che son sicura farò. Salite le scale trovo difronte a me una porta,anch'essa di ferro. Afferro la maniglia e rimango lì qualche secondo,immobile. Stringo quest'ultima e la tiro verso il basso. Si sento solo l'eco dello strofinio dato dal ferro che apparentemente sembrava in buone condizioni,ma che di sicuro ha bisogno di un po' d'olio. Oltrepassando la porta vedo solo il muro del tetto e qualche scatola elettrica.
'Perfetto Sherlock,non c'è nulla. Possiamo ritirarci!'.
Aspetta,aspetta, dimmi che lo senti anche tu!
'Cosa? Il vento? Certo,e se non torni a casa rischierai di ammalarti'
Ma no,non può essere il vento. C'è sicuramente qualcuno.
Spiando da dietro l'angolo vedo un ragazzo. È in piedi sul cornicione del tetto,indossa solo un pantalone di tuta e ha delle bende bianche che coprono le mani dalle nocche al polso. Sferra pugni decisi all'aria stando perfettamente in equilibrio. Con sicurezza avanza e indietreggia verso un avversario immaginario,come se non fosse ad un passo dal vuoto ma in una stanza,senza alcun pericolo di diventare tutt'uno con il cemento.
Ad un tratto si blocca e lascia cadere le sue braccia lungo i fianchi a peso morto . I suoi muscoli restano tesi e dal suo affanno riesco a immaginare i suoi polmoni che necessitano una gran quantità di ossigeno. Resto lì a guardarlo,da dietro il muro,mentre toglie le fasce e beve un goccio d'acqua. Asciugandosi il sudore si siede sul cornicione con i piedi penzolanti verso il vuoto e resta in silenzio per qualche minuto a guardare le luci della città,che devo ammettere hanno il loro fascino
"Bambolina se mi guardi così tanto mi consumi" dice all'improvviso,come se avesse una persona con cui parlare davanti a lui.
Ma qui sopra c'è solo lui è...ah ci sono anch'io. Cazzo.
'Si Brook,la risposta alla domanda a cui stai pensando è si,sa che sei qui'
Ma non ho fatto alcun rumore,come fa a sapere che sono qui?
Rimango in silenzio.
"Beh il gatto ti ha mangiato la lingua? O sono io che ti ho lasciato senza parole?"
Faccio un passo alla mia destra in modo da farmi vedere e alzo gli occhi. Il suo sguardo é rivolto verso di me e con un sorriso furbo in viso aspetta di poter ribattere la mia risposta
"No,la lingua c'è l'ho ancora e poi ho visto di meglio" dico guardandolo con disinvoltura. No smentisco tutto quello che ho appena detto:i suoi muscoli che circondano le sue spalle e il suo busto,sembrano fatti a pennello per essere su di lui.
Distolgo lo sguardo e gli porgo la felpa,lavata e stirata. Ovviamente prima di lavarla l'ho indossata e ho potuto sentire il suo profumo inebriante,ma lui non deve assolutamente saperlo. Era un odore pungente. Sapeva di menta.
"Tieni,grazie per avermela prestata"
Appena vedo la tua mano prendere la felpa,noto le nocche gonfie e insanguinate e spalancò gli occhi immaginando il dolore che ha provato. Sfioro la sua pelle color sangue,ma lui la allontana immediatamente,come se si fosse bruciato.
"Mi spieghi come hai fatto a ridurti le mani in quel modo pur avendo dato pugni al muro?" dico con così tanta foga da sembrare sua madre
"Non eri solo venuta a restituirmi la felpa? Ora puoi anche andare grazie.
Ma?
Vedendo la mia faccia sorpresa avrà capito di aver risposto a sproposito,così cerca di rimediare.
"Foster,ti ricordo che faccio box e ogni volta che stringo le fasce,le ferite che cicatrizzano finiscono con il riaprirsi" mi spiega
"Devo notare che sei l'unica ragazza a cui ho prestato una felpa e mi è tornata indietro,anche intatta" mi spiega.
Mi fa un occhiolino e ride,ecco lo sapevo,ho l'intero allevamento di farfalle nello stomaco.
Ricambio con una smorfia instintiva.
"Dai vieni giu,se non curerai quelle ferite non guariranno mai"
Sono già a metà scala quando mi giro e lo colgo a squadrarmi
"Certo che hai un bel culo!" dice leccandosi il labbro inferiore.
Boom. Istintivamente mi mordo l'interno guancia per mascherare un sorriso e mie guance prendono fuoco,dopo qualche secondo mi ricompongo.Non può averla vinta,nemmeno sta volta.
Mi avvicino al suo viso,forse fin troppo,con aria di sfida e sussurro a pochi centimetri dal suo naso:
"Non credo di aver capito bene,vuoi restare con il sangue alle mani per tutta la vita o chiudere quella dannata bocca?" aggiungo in nota sarcastica.
Colpito.
"Touchè" alza le mani in segno di resa.
Ancora una volta ho vinto io!
_________________________________Ciao a tutti,ecco qui un nuovo capitolo di questa storia!
Spero vi piaccia e se vi va lasciate un commento e una stellina ✨
Fatemi sapere cosa ne pensate... a presto!
-Gaia💘
xoxo
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Nonplussed
Literatura KobiecaNonplussed(inglese):Quando provi qualcosa di talmente forte e contrastante che non sei in grado di descrivere a parole. Trama:Brooklyn Foster,una liceale di 17 anni,ama leggere,scattare fotografie e andare in skate. Una ragazza che riesce a inquadra...