Capitolo 3

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Ora che finalmente era riuscita a parlare con il ragazzo misterioso era curiosa di sapere un po' di cose:

- Senti ma, lavori qui?- chiese Amy spontaneamente.
- Oh no no, è un bel posto, mi piace venire qua per staccare un po'- trovò una scusa Tyler.
- Ah e come mai? Fai un lavoro faticoso?- gli chiese Amy mentre appoggiò spontaneamente una mano sulla spalla come gesto di "commozione".
- Emh, no dai, neanche tanto, lavoro in fabbrica- un po' titubante della sua risposta.

-Amy vieni che c'è una chiamata per te!!- Si sentì urlare dalla stanza in fondo al corridoio, era l'infermira di Amy, Kloe.
-Scusami è la mia infermiera,devo proprio andare, è stato un piacere conoscerti ragazzo misterioso- e si allontanò con passo lento.
-Altrettanto...Amy- ricambiò il saluto con un sorriso spontaneo.

I due andarono in direzioni opposte, ma Amy per sbaglio, nel raccogliere le sue cose per terra si era presa pure la matita di Tyler, distratta dal contanto visivo, quindi decise di tornare indietro dove si erano incrociati, ma il ragazzo non c'era più.

Arrivata in quel punto però, pesta un foglio con la punta del piede, si china per raccoglierlo: era  disegnato il profilo di una ragazza, e sembrava proprio lei. Non riuscì a guardare bene il disegno perché all' improvviso arrivò il suo medico di base dicendole che doveva fare degli esami, quindi piegò il foglio e se lo mise nella tasca dei suoi jeans.

-Abbiamo finito Amy, devo dire che in questo ultimo periodo vedo dei miglioramenti ma non ti illudere e continua a seguire tutti i protocolli che ti abbiamo suggerito- le spiegava il dottore.
In quel momento però Amy non ci stava con la testa, pensava solo a quei due occhi azzurri e a quel bellissimo disegno.

-Va bene la ringrazio dottore- e scende dal lettino.
-Quante volte ti devo dire di darmi del tu Amy-
-Si scusami hai ragione, grazie dottor Simon-
-Vai dai, ci vediamo alle 20-
-Ai suoi ordini!- rispose Amy facendo il gesto di un soldato al comando.

Una volta arrivata nella sua camera riprende il disegno del ragazzo misterioso e cerca di capire se fosse davvero lei quella ragazza disegnata sopra il foglio.

"Ah non ti illudere troppo cara Amy, è solo uno stupido disegno, non farti venire mille paranoie" pensava tra sé e sé.

Ripiegò il foglio e lo mise dentro al cassetto vicino il letto.
Erano ormai le 20:00 e Amy aveva appuntamento con il dottore.

L'orario delle visite era terminato, quindi Tyler si trovava  a casa sua, finito di cenare riprende sempre il suo libro, ma non trova la sua matita, iniziò a cercala dappertutto ma poi gli venirono in mente le immagini del pomeriggio trascorso all'ospedale.

Aveva così una scusa per ritornare all ospedale e vedere Amy.

Quindi decise di vestirsi , mise una maglia nera, giacca di pelle, un paio di jeans e delle nike bianche. Torna all'ospedale ma ovviamente non lo fanno entrare, cerca così di farsi venire qualche idea.

Camminava avanti e indietro nel vialetto davanti all'ospedale fino a quando non decise di prendere un sassolino e iniziare a picchiettare davanti alla finestra della camera di Amy, si, sa anche dove si trova la sua camera.

Per sua fortuna Amy era tornata dalla
visita delle 20 ed esce fuori non capendo cosa fossero quei rumori.

-Hey, sono di nuovo io, non è che hai la mia matita?- sussurrava tutto impacciato Tyler.
-Intanto buonasera Romeo-  era sorpresa di vedere Tyler, ma allo stesso tempo era felice e non riusciva neanche lei a spiegarsi il perché.
-Buonasera Giulietta- ricambiò il saluto
"ODDIO, mi ha davvero chiamata Giulietta?? Okay calmati e fatti desiderare" diceva tra sé e sé.

- Sei venuto fino a qua solo per una stupida matita?- iniziò a ridere Amy.
- In realtà no!- con tono provocatorio.
- C'è qualche altro motivo?-  ricambiò il tono.
- Vuoi sapere troppe cose Giulietta- mentre si toglieva la giacca dal caldo
- Posso sapere  almeno da dove viene Romeo?-
-lo scoprirai- sfociò un sorriso abbagliante.
- Puoi starne certo- chiuse le finestre.
- Ah e comunque, si, ce l'ho io la tua matita- riaprì la finestra.
-Non è che me la potresti lanciare?- le sussurrava Tyler.
-Oh sai Tyler, sono davvero stanca non è che potresti tornare domani mattina a prendere la tua amata matita?- rispose Amy da finta assonata.
-Vuoi davvero che torni domani?-
-Non te lo chiederò due volte-  chiuse la finestra in modo che Tyler torni il giorno dopo.

Tyler sosse la testa da destra a sinistra rivolgendosi verso il basso, accennando un sorriso dicendosi: "questa ragazza mi farà impazzire"

Un cuore in dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora