Capitolo 21

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Amy indossò l'abito, le stava a pennello, come se fosse stato disegnato e cucito per lei. L'unica "pecca", se così la vogliamo chiamare, era la lunga cerniera dietro la schiena, non riusciva a chiuderla completamente.

Riaprì la porta della stanza per chiedere una mano a Tyler, che era girato di spalle con le braccia conserte.

-Tyler- lo chiamò Amy appoggiandoli una mano sulla spalla.
-Dimm... Wow sei bellissima, ti sta così bene cazzo...-  le disse Tyler che la guardava dai piedi fino alla testa, come se fosse l'unica cosa fatta per i suoi occhi.
- In effetti è un bellissimo abito, ti ringrazio, una cosa però, non riesco a chiuderlo fino in fondo. Non è che mi daresti una mano?- e si girò guardandolo con la coda dell'occhio accennando un sorriso.
-Te ne do anche due di mani sei hai bisogno- rispose Tyler che si avvicinò a lei. Una mano la appoggiò sul fianco sinistro per tenerla ferma, con l'altra mano prese la cerniera e con un movimento davvero lento e pacato cominciò ad alzarlo mentre le sussurrava:

- Che spreco chiuderlo questo vestito- disse Tyler appoggiando le labbra sul suo orecchio.
-Avresti altre opzioni?- chiese Amy mentre spostava i capelli dalla parte opposta in cui si trovava Tyler. 
-Non me lo richiedere, non provocarmi- la avvertì Tyler.
-Avresti altre opzioni...- osò ridirlo una seconda volta.
- Io ti avevo avvertita, la decisone spettava a te- e la girò di scatto verso di lui appoggiandola al muro, con entrambe le mani sulla vita di lei.
- Era meglio se stavo zitta?- chiese Amy ponendo la domanda come se fosse un'affermazione.
- Ti avrei fatta stare zitta in ogni caso- disse Tyler che senza farla rispondere la prese e la baciò, facendo salire le sue mani dalla vita di Amy fino al suo viso.

Amy ricambiò la presa, mettendo le braccia sulle sue spalle per averlo più vicino e sentirlo.

- Dovrei disobbedirti un po' più spesso- disse Amy con un sorriso a 360 gradi.
- Tu dici? Anche secondo me dovresti... Dai andiamo devo ancora mostrarti una cosa- e la prese in braccio.
- E sta volta dove mi porti?- chiese Amy che ammirava la grandissima villa di Tyler. Voleva scoprire ogni singolo angolo di quella casa, dentro quella mura si sentiva protetta.
-A toccare le stelle con un solo dito- affermò Tyler. Quasi come se fosse una cosa possibile.
- Non mi prendere in giro, non sono una bambina di 5 anni- fece il broncio Amy, pensando che le parole di Tyler fossero semplicemente delle cazzate.
-Provare per credere- ribadì Tyler.
-Proviamo allora...- rispose Amy, che lo guardava mentre lui aveva lo sguardo dritto verso in avanti.

Dopo qualche grandino arrivarono sopra in terrazzo. Erano le 3:00 passate e il cielo era ricoperto di stelle e la luna illuminava la città, quasi come un faro, puntava dritto sui i due che si dirigevano verso il centro del terrazzo.

-E ora mi credi?- chiese Tyler facendola scendere.
- S..si. Questo posto è davvero magnifico, io..io sono senza parole- si girava intorno.

All'orizzonte si vedeva poco o niente. Essendo una villa molto alta sembrava quasi che volassero e che riuscissero realmente a toccare le stelle con un dito.

- Dovresti ascoltarmi un po' più spesso- disse Tyler che osservava Amy che girava per tutto il terrazzo a piedi scalzi, l'atmosfera lo permetteva. 
- Manca solo una cosa per far sì che questa notte sia davvero magica- urlava Amy che pensava fossero gli unici due esseri viventi sulla terra.
-Cosa?- chiese Tyler alzando un sopracciglio così da far intravedere il suo interesse nei confronti dei desideri di Amy.
-Un po' di musica- disse Amy girandosi verso Tyler.
-Musica?- chiese Tyler stupito dalla richiesta di Amy.
-Si!- esclamò Amy.
-Non ti chiederò il perché, ogni tuo desiderio è un ordine- e si diresse verso un vecchio stereo che si trovava su uno scaffale nel terrazzo.
-É da tanto che non lo uso, non so che canzoni ci possano essere dentro- si giustificò Tyler ancor prima di premere "Play".
- Non importa, ho solo la necessità di sentirmi libera e volare come se niente fosse- disse Amy aprendo le braccia come se fosse un aereo pronto al decollo.

La canzone partì, era un lento. Una canzone che risale agli anni 90', forse quelli usati durante i balli e le cerimonie organizzate da Vincent Gonzales all'epoca.

Appena partì la canzone Amy si lasciò trasportare dall'atmosfera che si era creata, chiuse gli occhi e iniziò a ballare, nessun pubblico, nessuna giuria, solo un semplice ragazzo che la ammirava come se fosse la cosa più bella del mondo.

-Che fai non vieni?- chiese Amy che tese la mano verso Tyler .
-Come faccio a dirti di no...- e afferrò la mano di Amy.
-Ti va di ballare con me?- chiese Amy avvicinando Tyler verso di lei.
-Non sono capace-  rispose Tyler con tono un po' imbarazzato.
-Dove sta il problema? Fatti trasportare, non ci guarda nessuno. Nessuno che giudica o che ride, solo io e te- disse Amy per convincerlo.
-Solo io e te- ribadì Tyler che la prese per la vita e la diresse verso di lui. Petto contro petto iniziarono a ballare, lei in punta di piedi e lui che la stringeva forte e la sollevava da terra.
-Fammi volare Tyler! Fammi toccare le stelle con un dito- gridava Amy verso il cielo.

Tyler la prese in braccio e la sollevò più in altro che poteva.

-Guarda Tyler sto toccando le stelle!- esclamò Amy come se fosse una bambina ad un parco giochi.
-L'unica stella che vedo sei tu Amy- disse Tyler inconsapevole di averlo detto ad alta voce.


Un cuore in dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora