Capitolo 26

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Riuscirono finalmente ad entrare entrambi nella camera dove era ricoverato Vincent Gonzales. A passo lento si avvicinarono verso il letto. Nei dintorni c'era silenzio, i paparazzi erano stati cacciati dalla sicurezza, si sentivano solo i lenti battiti del cuore del signor Gonzales provenire dalla macchina. Le linee verdi che mostravano il battito erano davvero minime e di un'altezza molto bassa.

-Questo non è un bel segno vero?- chiese Tyler rivolgendosi verso Amy, puntando con il dito l'apparecchio.
Amy lo guardava dispiaciuta e solo poco dopo rispose - no...non lo è- con la voce spezzata.
- Ci mancava solo questa!- urlava disperato Tyler che si teneva i capelli con le mani.
- Non è ancora detto niente Tyler- cercava in qualche modo Amy di consolarlo, ma se lo conosceva anche solo un minino sapeva benissimo che Tyler non si smuove davanti a niente.
Tyler non aveva le forze di risponderle, era distrutto, si sedette sul divano di fianco al letto di suo padre.
Nella stanza c'era un silenzio "terrificante", come se fosse un funerale.
-Tyler...- si avvicinò Amy, cercando di farlo ragionare un minimo, e non trarre considerazioni affrettate.
Non rivolgeva parola, testa chinata per nascondere le lacrime.
-Hei Tyler- si chinò Amy in ginocchio e con una carezza alzò il suo viso, per poterlo guardare negli occhi.
-Cosa..- ripose freddo Tyler.
-Andrà tutto bene- facendogli un sorriso.
- È quello che spero- sospirò.

Pochi minuti Vincent riuscì ad aprire gli occhi:

-Figliolo...- riuscì a dire dirigendo la mano verso Tyler.
- Papà- si alzò di scatto tendogli la mano forte.
- Vi lascio soli- intervenì Amy, si sentiva di troppo.
- No, ti prego, resta- la fermò Tyler.
Amy diete un'occhiata a Vincent, ne aveva visto di pazienti a fin di vita, e le sue condizioni erano proprio quelle. Amy sapeva che al boss Gonzales era rimasto davvero poco da vivere, ma non glielo voleva dire a Tyler.
- Forse è meglio se togliego il disturbo, sono qua fuori, per qualsiasi cosa chiamami- e si diresse verso la porta per uscire. Tyler annuì.

- Chi è la rag..ragazza- chiedeva con fatica Vincent.
- Amy, una ragazza che ho conosciuto all'ospedale e che ora non esce più dalla mia testa- confessò Tyler al padre.
-Amy... l'ho già sentito- rispose il padre.
- Dove papà?- domandò Tyler stupito.
- All'ospedale, era entrata nella mia stanza, ti cercava quasi disperata, quando parlava di te, i suoi occhi...- a mala pena riusciva a tirare fuori le parole di bocca.
-I suoi occhi cosa papà?-
-I suoi occhi brillavano Tyler, non fartela scappare, è un angelo caduto dal cielo per salvarti e portati nella via giusta- gli disse il padre con le lacrime che scendevano lentamente sul suo viso.
-Mi piace tanto, penso di amarla- arrossì Tyler, non l'aveva mai detto a nessuno, nemmeno a Theo di amarla.
- E lei ama te- rispose Vincent.
- Come fai a saperlo?- continuava con le domande Tyler.
-Da come ti guarda, da come ti cerca con gli occhi, da come ti parla, dalla delicatezza con cui ti tocca, con cui ti sta vicino- parlava come se lo avesse vissuto in prima persona.
- E tu quando hai notato tutte queste cose?- chiese Tyler.
-Non è importante...- girò la testa dall'altra parte, dove c'era un vetro in cui si intravedeva Amy, che faceva avanti e indietro tutta preoccupata.
- È bella eh- disse Tyler che notò che Vincent la stava guardando.
Il padre annuì e disse - Diglielo Tyler-
- Dirle cosa?- chiese Tyler.
- Che la ami...- stava per chiudere gli occhi.
- Che la amo...?- ripetè Tyler.
- Promettimi che glielo dirai e  che porterete i vostri figli alla mia tomba, con delle rose rosse- disse Vincent con una tale fatica.
- Papà che dici!?- spalancò gli occhi, iniziò ad agitarsi.
Vincent gli strinse forte la mano - promettilo- ribadì.
- Te lo prometto- rispose Tyler.

Una volta sentita la risposta del figlio, chiuse con una tale tranquillità gli occhi lasciando andare la sua anima. Il suo cuore smise di battere, e nella stanza c'erano solo un lungo ed infinito suono di nulla, il nulla totale.

Ormai Tyler era disperso nel vuoto totale, non piangeva, fissava solamente il vuoto e le lacrime scendevano da sole.

Amy sentì il rumore provenire dalla stanza e guardò Tyler seduto per terra con ancora la mano attaccata a quella del padre.
Decise di entrare, e senza pensarci due volte abbracciò forte Tyler, che ricambiò l'abbraccio ancora più forte.
Ora era solo al mondo, né madre, né padre, solo una giovane ragazza, per la quale avrebbe fatto di tutto, che potrebbe perdere da un momento all'altro, solo per un battito di cuore, un fottuto battito di cuore. La vita è così breve, a volte sembra un gioco senza il tasto "replay" quel tasto che tante volte ti salva ma che prima o poi smetterà di funzionare. Forse è meglio così, forse ti fa solo capire il vero valore delle persone, ti fa capire il significato della parola  amore, della parola  rimpianto, della parole vivevere.

Un cuore in dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora