Capitolo 7

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Tyler, ignaro delle informazioni che conosceva Amy su di lui, rifletteva ormai da giorni su come sistemare le cose con lei.
Erano diversi giorni che dormiva poco a causa dei vari pensieri che lo tormentano la sera tardi.

Passeggiava per il lunghi corridoi della sua enorme villa, piena di stanze di ogni tipo, pareti scure, stanze enormi, diversi bagni, due enormi palestre, lo studio di suo padre ecc..
Il suo posto preferito però era la libreria, piena di libri di ogni genere. Prima era la stanza delle armi, ma negli anni le armi di suo padre sono triplicate e quella stanza non era più sufficiente per contenere quel numero di armi, così Tyler, di sua spontanea volontà, l'ha trasformata in una libreria. Non si sa quanti libri contenga, ma si può dire parecchi, vista la sua passione.

Tyler non voleva seguire le orme di suo padre, il suo sogno più grande è sempre stato quello di diventare medico, ma come può il figlio di un boss mafioso diventare un medico? Questo era l'argomento più discusso tra il boss Vincent Gonzales e suo figlio Tyler Gonzales Junior, il loro rapporto non è dei migliori a stento si parlano i due, ma del resto anche il più grande dei boss mafiosi ha un cuore...

La madre di Tyler l'ha abbandonato subito dopo averlo partorito, tutto è successo per "sbaglio". Vincent non è mai stato un uomo serio nelle relazioni, non avrebbe mai pensato che una donna potesse rubargli il cuore, ma un giorno si innamorò di una ragazza, era diversa dalle altre... Così semplice e dolce, educata e fine, molto differente dalle ragazze con le quali era abituato ad uscire.

Lei proveniva da una famiglia abbastanza umile ma di sani principi.
I due iniziarono a frequentarsi finché non si innamorarono ed ebbero Tyler, il giorno dopo però la giovane fidanzata di Vincent Gonzales scoprì la vera storia del suo amato, era un boss mafioso.
Dopo quella notizia la ragazza non ne voleva più sapere niente, si sentiva sporca dentro, rifiutò pure di crescere il figlio, solo perché lo fece con uno della mafia. Ormai era sua responsabilità, Vincent doveva crescere questo figlio e onorare la famiglia fin al punto di morte:

"Finché non avrò sputato l'ultima goccia di sangue dal mio corpo non rinnegherò mai mio figlio, il mio erede."

Tyler si trovava nella sua stanza:

-Entra pure Rick- urlava dalla sua stanza Tyler, dopo che il braccio destro di suo padre, nonché il maggiordomodella villa, aveva bussato alla porta.
-Buongiorno signor Tyler, la volevo avvertire che la colazione è pronta e suo padre la aspetta nella sala da pranzo- con ma mano poggiata alla maniglia della porta.
- Gli dica che arrivo- con gli occhi fissi sul libro.

Tyler stava scendendo le scale quando suo padre gli dice:

-Sbrigati che la colazione è pronta fogliolo- con aria arrabbiata.

Arrivato a tavola inizia a prendere le posate e a spostare il cibo, non avendo fame.

-Allora Tyler, domani ho una riunione importante per un business che ho in corso, quindi ti consiglio di non stare a casa, ho notato che non esci di casa da diversi giorni ormai- disse Vincent in attesa di una risposta sensata.
- Non mi va di uscire, non sono dell'umore adatto- non guardandolo nemmeno negli occhi.
- Io ti ho avvisato- e si alzò dal tavolo lasciando il figlio da solo.
Ma ormai Tyler era abituato all'abbandono, restare da solo non gli faceva nessun effetto.

Vincent però aveva dimenticato il telefono sopra il tavolo.

Il telefono squilla, Tyler lo prendo e si dirige verso lo studio di suo padre.
-il tuo telefono- e glielo lanciò sulla scrivania.

Suo padre gli lancia un'occhiata e risponde alla telefonata.

-Si sono io, cosa vuol dire che la riunione è stata cancellata?- si alzò in piedi di stacco.

Nel frattempo Tyler si trovava nella stanza con lui.

-No, non può essere possibile, ci dev'essere stato un errore, quella droga valeva più di un milione di euro, rintracciate quel camion o vi giuro che vi uccido con le mi stesse mani! James Garcia non può fregarmi in questo modo!- batté un pungo sul tavolo facendo cadere il bicchiere di scotch che stava bevendo prima della telefonata.
-Cosa succede papà?- chiese Tyler preoccupato dall'eccesiva rabbia del padre.
-Esci da qu...!- non riuscì nemmeno a finire la frese che si mise una mano sul petto e cade per terra.
-Papà! Papà che ti prende!?- gli urlava Tyler sollevandolo da terra.
-N-non morirò in q-uesto modo, nessun nemico l'avrà vinta così facilment..-
- Va bene papà risparmia il fiato, stai tranquillo ci sono io con te- stringendogli la mano come se volesse far capire a suo padre che non lo lascerà solo.
-Rick! Chiama immediatamente un'ambulanza, dobbiamo portarlo all'ospedale - con la voce tremante.
L'ambulanza stava tardando e la situazione stava peggiorando, doveva in qualche modo salvare suo padre da solo.

Un cuore in dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora