Capitolo 28

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Tyler passò la notte all'ospedale in compagnia di Amy.
Il mattino si svegliarono dopo poche ore, verso le sei e un quarto Tyler era già in piedi, lasciando riposare Amy ancora molto stanca dalla nottata scorsa.
Uscì dalla stanza per andare in segreteria e chiedere altre informazioni riguardo suo padre.
Come ogni mattina, nella solita postazione si trovava Stefania, che non aveva la stessa aria sorridente come sempre, un po' come tutti dentro a quel ospedale...
-Buongiorno...- disse Tyler con la voce tremolante.
-Spero lo sia -  rispose, provando quasi pena nei suoi confronti.
Con la testa chinata Tyler si fece coraggio e glielo domandò -hai qualche informazione sul funerale di mio padre?-
-No Tyler, ancora niente, ma abbi pazienza, appena sapremo qualcosa sarai il primo a saperlo-
-Ti ringrazio Ste- poggiando una mano sopra quella di Stefania.
-È il minimo...-
E ritornò in camera da Amy, che aveva ancora la testa chinata sul cuscino bagnato, dove avevano consumato lacrime infinite durante una sola notte, una notte infinita, piena di tragedia, dolore, rimpianto, tristezza, sensi di colpa... Insomma, le peggiori sensazioni che può sentire un essere umano.

Si sedette sul bordo del letto e continuava a guardare il tenero e bianco viso della sua dolce metà, ormai poteva definire così. Nella sua testa rimbombavano solo le ultime parole del padre riguardanti Amy, perché ormai non esisteva più il ragazzo misterioso senza la ragazza dell'ospedale, non esisteva più il figlio di un boss famoso senza la ragazza "malata", semplicemente non esisteva più Tyler senza la sua Amy.
Ad interrompere questo momento furono 3 colpi decisi dietro la porta della stanza.
-Avanti!- rispose così Tyler alla persona che si trovava fuori dalla porta.

Non rispose nessuno

-Avanti...- ripetè, questa volta alzandosi lentamente dal letto, continuando a fissare la porta.

Nessuna risposta

Alla terza Tyler non rispose in punta di piedi si diresse per aprire, con un colpo secco aprì, ma non trovò nessuno.
"Sto impazzendo?" Si chiedeva tra sé e sé, quando ad un certo punto chinò lo sguardo e per terra vide un giornale, con la data di oggi.
Indovinate un po' chi c'era in prima pagina? Proprio Tyler ed Amy, mano nella mano.

"Amy Foster è la mia ragazza!"

Ed è così che il figlio dell'ormai  defunto boss mafioso Vincent Gonzales annuncia il fidanzamento con la sua nuova ragazza, Amy Foster, una ragazza con una malattia terminale...

Leggeva così la pagina di giornale. Tyler non credeva ai propri occhi, aveva già troppi problemi, mancava l'ultimo.
Richiudendo la porta Amy si svegliò:
-Hei Tyler- disse mentre sbadigliava.
-Hei...- rispose quest'ultimo con il giornale in mano.
-Cos'hai lì?- chiese Amy, ed indicò il giornale.
-Qualcosa che non ti piacerà affatto- e glielo pose.
Amy lesse il tutto, ebbe la stessa reazione di Tyler, ma cercò di tenerlo per sé. Tyler stava già soffrendo abbastanza, non poteva arrabbiasi con lui anche per questo, non lei.
- Sei arrabbiata con me, lo capisco, ma ero sommerso da mille emozioni ieri sera io...- iniziò a giustificarsi prima ancora che Amy aprisse bocca.
-Non lo sono- lo fermò Amy -come potrei-
- Non lo sei?- chiese stupito.
- No Tyler- lo accarezzò sul viso - tu non hai colpe, l'abbiamo voluto entrambi, il destino ci ha fatti incontrare, non ci dobbiamo più nascondere dietro niente e nessuno-
- E tu pensi che sia tutto merito del destino?- quasi con un tono provocatorio Tyler porse la domanda.
- No, non credo, dietro c'è lo zampino di qualcun'altro, che rende tutto più magico, e va bene così!- disse Amy mentre gli poggiava le due braccia sopra le sue spalle a due centimetri dalle sue labbra.
- E che cosa penseresti se aggiunggessi un altro pizzico di magia?- domandò Tyler guardandole le labbra.
- Vai!- rispose Amy come una bambina prima di scartare i regali sotto l'albero di natale.
-Prima devi chiudere gli occhi altrimenti la magia non viene-

Amy socchiuse gli occhi.

- Così non vale - disse Tyler che le chiuse gli occhi con le sue mani.
- Adesso va bene ?- domandò Amy.
-Adesso si...-
Si avvicinò al suo collo e sospirò, salendo sempre più in su, arrivando all'orecchio  -continuo?- sussurrò lui,
-non smettere- rispose lei.
Arrivato finalmente a destinazione, ovvero le carnose e rosse labbra di Amy, -mi fai impazzire- disse, e subito dopo la baciò con una tale passione che sembrava quasi un bacio violento (il senso buono della parola) un bacio travolgente, che gli portò verso un mondo parallelo, ogni volta che le loro labbra si sfioravano c'era un forte conessione, fisica, mentale, letterale, persino matematica. Perché matematica? Perché se lei era l'ipotesi lui era la tesi.

Un cuore in dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora