𝐱𝐯. 𝐅𝐞𝐬𝐭𝐮𝐬

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CHAPTER FIFTEEN

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CHAPTER FIFTEEN


Jason disse che vedeva una scia di fumo dorato, come a indicargli dove dovevano andare. Fece riposare Leo e prese le redini di Festus. Crystal seguì il figlio di Efesto poco dopo, praticamente svenendo sulla schiena di Jason.

Era piuttosto sicura che quello fosse un sogno in piena regola, per la sua sfiga.

Stava camminando nella neve, nel bosco fuori dai confini del Campo. E questo lo sapeva perché se lo ricordava, quel giorno.

Blake solitamente non passava il Natale al Campo. Diceva che era il periodo in cui davano più compiti, e che non sarebbe comunque riuscito a venire. Tuttavia, il primo anno, aveva deciso che non avrebbe lasciato sola sua sorella.

«Non voglio che passi il Natale da sola,» aveva detto a Clarisse durante un messaggio-Iride, mentre pensava che Crystal non stesse sentendo. «ho già saltato il suo compleanno, Ris. Non voglio che passi anche il primo Natale senza la mamma da sola.»

La maggiore aveva riso. «Fai pure, fratellino. La porta della nostra Cabina sarà sempre aperta per te. Sei pure tu una parte di questa famiglia, anche se ne prendi poco parte.»

Lui si era grattato la nuca, imbarazzato. «Lo so. Mi dispiace di non poter passare più tempo con voi.»

Ed ecco che ora, quella scema di Crystal aveva superato la barriera per correre in contro a Blake. Non era scema per aver superato la barriera in sé - o meglio, anche - ma non era stata una grande idea uscire nella neve con i pantaloncini corti e la maglietta del Campo Mezzosangue, senza nemmeno avere la decenza di mettersi un giubbotto. La neve le arrivava alle caviglie, ma non appena scorse la figura di suo fratello in lontananza smise quasi di sentire freddo.

«Blake!» gridò, correndogli incontro. Sorrise come una matta, saltandogli in collo, stringendolo e per poco non uccidendolo per asfissiamento.

Lui rise, raggiante. Nell'ultimo anno si era fatto molto più alto, e dimostrava molto di più di nove anni. Crystal, invece, era rimasta la tappetta che era da quando aveva sei anni. Poco tempo dopo anche lei sarebbe cresciuta velocemente, ma non superò mai suo fratello.

Il maggiore la prese in braccio, mettendole le braccia sotto le ginocchia e sollevandola da terra, facendo delle giravolte fino a farle girare la testa. Lei rise, stringendosi lo stomaco con un braccio e appoggiando la fronte alla spalla del castano. Fu solo in quel momento che lui si accorse che sua sorella era vestita da spiaggia mentre c'erano sì e no meno due gradi al sole.

«Idiota,» la riprese. La mise a terra, togliendosi il giubbotto e mettendoglielo sulle spalle, «ti prenderai un malanno, così. Va bene Clarisse, ma Luke non ti ha detto niente? Che so, tipo, "Non uscire nella neve in pantaloncini corti e senza nemmeno uno straccio di felpa"?»

𝐁𝐋𝐎𝐎𝐃 ▸ 𝐣𝐚𝐬𝐨𝐧 𝐠𝐫𝐚𝐜𝐞 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora