𝐱𝐯𝐢𝐢. 𝐒𝐭𝐚𝐭𝐮𝐞𝐬

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CHAPTER SEVENTEEN

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CHAPTER SEVENTEEN


Ci volle tutta la super forza di Crystal a trattenere Hedge - qualcuno gli dia un calmante, e uno di quelli potenti, per favore.

«La smetta, coach!» gli disse. «Si dia una calmata, per l'amor degli dei!»

Un uomo più giovane - Lit, immaginò Crystal - si precipitò nella sala. Indossava i pantaloni del pigiama e una maglietta con su scritto "NEBRASKA - CORNHUSKERS", "Sgranatori di mais". Mentre la figlia di Ares cercava di indovinare di quale università fosse, lui tirava fuori una spada che aveva tutta l'aria di poter sgranare molte cose oltre che al mais. Le cicatrici che aveva di sicuro ne erano una prova.

Il ragazzo si scagliò subito contro Jason - come se fosse stato lui il pericolo maggiore.... certo, ditelo a Crystal che fa pesi con dei camion, a momenti - e gli andò contro impettito, roteando la spada sopra la testa.

«Ehy!» la castana gli lanciò la prima cosa che le capitò tra le mani - Ave coach Hedge, morto salvando quattro poveri semidei contro un colosso simile a uno dei fratelli di Crystal.

«Ehy!» gridarono di rimando sia Lit che Gleeson.

«Non vogliamo farvi male,» provò a dire la Rogers - Crystal, tesoro, allora non usare Hedge come arma.

Lit si fermò, ma rimase in posizione da combattimento. Intanto, Hedge gridava: «Li prendo io! Non preoccupatevi!»

«Coach, forse non hanno cattive intenzioni.» disse Jason, praticamente pregandolo di starsi zitto. «E poi siamo noi a esserci introdotti abusivamente in casa loro.»

«Grazie!» esclamò il vecchio, raccogliendo il suo spazzolino e rificcandoselo in bocca. «Ora, vi pregherei di dirmi chi siete e perché siete qui.»

«Abbassiamo tutte le armi,» suggerì Piper. «coach, lei per primo.»

«Nemmeno una piccola botta in testa?»

«No.»

«E se facessimo un compromesso? Prima lo faccio fuori e poi, se veniamo a sapere che non avevano cattive invenzioni, chiedo scusa.»

«No!»

Hedge abbassò la clava. «Uffa!»

Lit sbuffo e rinfoderò la spada. Il vecchio sospirò, scostando con un piede i cocci della teiera che aveva rotto Hedge. «Visto che siete qui, accomodatevi, vi prego.»

Lit aggrottò la fronte. «Maestà...»

«No, nessun problema, Lit. Nuova terra, nuove usanze. Possono sedersi al mio cospetto. Dopotutto, mi hanno visto in veste da camera. Non ha senso rispettare le formalità.»

Cercò di sorridere, ma parve più una smorfia. «Benvenuti nella mia umile dimora. Io sono re Mida.»

«Mida?» fece Hedge. «È impossibile, Mida è morto.»

𝐁𝐋𝐎𝐎𝐃 ▸ 𝐣𝐚𝐬𝐨𝐧 𝐠𝐫𝐚𝐜𝐞 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora