𝐱𝐢. 𝐍𝐢𝐠𝐡𝐭𝐦𝐚𝐫𝐞

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Consiglio spassionato prima di iniziare: all'arrivo del "≑", mettetevi ad ascoltare Snowman di Sia, Runaway di Aurora, Arcade di Duncan Laurence o Everything I Wanted di Billie Eilish. Nonostante le mie idee confuse, giuro che ne vale la pena :')




CHAPTER ELEVEN

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CHAPTER ELEVEN


Mentre raggiungevano il tombino al centro della vasca, nessuno spirito tentò di fermarli.

L'entrata era abbastanza grande per far passare una persona, e una scala per la manutenzione conduceva giù nelle tenebre.

«Beh,» aveva mormorato Crystal. «la curiosità uccise il gatto, no?»

Vedendo le facce poco contente dei suoi compagni, Jason si propose di andare per primo, seguito da Crystal, Piper e per ultimo Leo.

Ebbene, quella era fin troppo pulita per essere una fogna. Non c'era nemmeno il solito fetore.

«Tutte le fogne sono così carine?» fece la figlia di Afrodite.

«No.» rispose Leo. «Fidati.»

«E tu che ne-?»

«Ehy, amico, sono scappato di casa sei volte. Ho dormito in diversi posti strani. Ora, da che parte andiamo?»

Sia Jason che Crystal inclinarono la testa, come per ascoltare bene. Poi, entrambi indicarono verso sud.

«Di là.»

La figlia di Ares guardò confusa Jason, ma lui alzò semplicemente le spalle - probabilmente, sapeva del suo passato tanto quanto lei.

«Come fate a esserne sicuri?» Piper aggrottò le sopracciglia. «E da quando siete telepatici?»

«Da mai,» sbuffò la figlia di Ares. Con un dito indicò il biondo, «è lui che mi copia.»

Jason arrossì. «Io non ti copio

Lei concluse la discussione con un gesto della mano, «C'è una corrente d'aria che porta verso sud. Forse gli spiriti hanno seguito il flusso.»

Iniziarono a camminare - o meglio, gli altri camminavano e Crystal cercava di tenere il passo zoppicando - ma vennero fermati dagli stomaci di Leo e quest'ultima, che iniziarono a brontolare.

Jason rise. «Forse dovremmo fermarci a riposare.»

In qualche modo, Leo riuscì a tirare fuori dalla sua cintura qualcosa da mangiare e addirittura una padella e dei piatti.

Lui e Crystal si misero a cucinare, mentre, appoggiati ad un muretto, Jason e Piper parlavano tranquilli.

«Sai... non devi farti problemi.» esordì il figlio di Efesto, sorridendo alla castana e guardandosi dietro, stando attento che i loro compagni non sentissero. «A parlare con me, intendo. So che forse non sono la persona più indicata per parlare di questioni serie... ma so ascoltare, di tanto in tanto. E poi, siamo simili. Anche io ho perso mia madre. Anche io ho un padre divino e sogni strani.» alzò le spalle, forzando un sorriso. «Forse non sarò ai tuoi livelli... ma, se sopravvivremo, mi piacerebbe anche diventare amici, sai. Forse non potrò affatto commisurare con questo Percy Jackson di cui parlavate tu e Annabeth, ma è qualcosa, no?»

𝐁𝐋𝐎𝐎𝐃 ▸ 𝐣𝐚𝐬𝐨𝐧 𝐠𝐫𝐚𝐜𝐞 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora