𝐱𝐢𝐱. 𝐂𝐲𝐜𝐥𝐞

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CHAPTER NINETEEN

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CHAPTER NINETEEN


Nove anni. Nove anni di allenamento al Campo, e Crystal non riusciva a battere uno stupidissimo contadino che mozzava la testa alla gente ai tempi di Zeus versione pioggia dorata.

Aveva provato a chiamare il coach Hedge, ma il satiro non aveva mai risposto e non era mai corso ad aiutarla. Maledetto. Voleva una carneficina, e ora che l'occasione gli si presentava davanti, si era volatilizzato.

Prima che voi vi chiediate qualcosa: no, Crystal non era allenata a usare nessun tipo di sciabola. Era figlia di Ares, il che le dava un briciolo di fortuna in più in casi del genere, ma non era nelle migliori delle situazioni.

«Fatti ammazzare!» gridò per la ventesima volta in due minuti Lit.

«Rifiuto l'offerta e vado avanti, grazie!»

La figlia di Ares aveva già buttato a terra almeno quattro statue, compreso il tizio turco a cui aveva fottuto la sciabola. Sperava soltanto che non fossero coscienti mentre erano delle statue d'oro, perché non doveva essere stato piacevole.

Litierse menava un fendente dietro l'altro. Per essere uno che decapitava la gente non appena si accovaccia per raccogliere il grano, era bravo con la spada. Ma era tutto attacco e niente difesa, e Crystal finì per parare tutti i suoi colpi.

«Mi sembra di averti già visto da qualche parte,» fece poi il figlio di Mida. Sapete com'è, no? Le conversazioni amichevoli che si hanno con la vittima che stai provando ad ammazzare.

«È una cosa che sto iniziando a odiare,» ringhiò Crystal. «veramente, in questi ultimi giorni è un continuo di "Oh, quelli che venivano prima di te, bla bla bla, Sparta Divina, bla bla bla,"...»

Lit sbiancò nel sentire il nome di Sparta Divina. Onestamente, la figlia di Ares non si era nemmeno accorta di averla nominata, ma andava bene perché il ragazzo sembrava essersi bloccato. La castana gli tirò un potente calcio sullo sterno e lo rispedì sul trono di Mida.

«Oh, misericordia,» mormorò il re. «Lit?»

«Tutto a posto...» mormorò il figlio.

«Forse dovrebbe aiutarlo ad alzarsi,» suggerì Crystal.

«Papà, no!» strillò Lit. Ma era troppo tardi. Mida aveva già messo la mano sulla spalla del figlio, e il nostro caro Lit ora era solo una statua d'oro con un'espressione molto arrabbiata.

Mentre il ragazzo si trasformava in oro, Jason riprese colore. L'oro si sgretolò come una seconda pelle, e il biondo rantolò a terra tossendo un liquido dello stesso colore delle statue di Mida.

Il re puntò un dito accusatorio verso Crystal, quasi non notando il figlio di Giove. «Sparta Divina è stata distrutta secoli fa dagli stessi dei!» strillò isterico. Sembrava più spaventato che altro. «Il figlio di quei... barbari... fu ucciso da bambino, proprio come meritava di essere trattato! L'intera popolazione fu sterminata! Non ci sono discendenti di Sparta Divina, e tu non dovresti nemmeno esserne a conoscenza!»

𝐁𝐋𝐎𝐎𝐃 ▸ 𝐣𝐚𝐬𝐨𝐧 𝐠𝐫𝐚𝐜𝐞 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora