Capitolo 1

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Pov Jane

Non so cosa si festeggiasse esattamente quel giorno, o meglio, non me lo ricordo. C'era una specie di festino nella Sala Comune dei Serpeverde, forse per la vittoria di una partita a Quidditch, riservato ovviamente solo agli studenti di quella casa. Cercammo di resistere alla tentazione, ma non ci riuscimmo. Io, Harry e Ron non riuscivamo a sopportare l'idea di annoiarci sapendo che nel frattempo quelle luride serpi festeggiavano, qualunque cosa si dovesse festeggiare. Decidemmo di cercare un modo, uno qualsiasi, per infiltrarci nella Sala Comune, ma non ci venne in mente niente, così continuammo a guardare il fuoco scoppiettante di fronte a noi. Naturalmente Hermione era contraria a tutto ciò ma, forse intenerita dalle nostre facce deluse e annoiate, si propose per aiutarci. Dopo almeno mezz'ora buona di idee scartate già in partenza ci ricordammo del mantello dell'invisibilità di Harry. Che stupidi a non pensarci prima. Non poteva essere più semplice anche se, onestamente, non credevamo molto che avrebbe funzionato. Così ci vestimmo in fretta e scendemmo fin nei sotterranei. Si percepiva un forte odore di alcolici e la cosa non mi dispiaceva assolutamente. Effettivamente più ci avvicinavamo, più si vedevano studenti ubriachi sdraiati per terra nel tentativo inutile di riprendersi. Entrare fu più facile del previsto e, con nostra grande sorpresa, vedemmo che ragazzi di altre case avevano avuto la nostra stessa idea godersi il festino. I Serpeverde avevano fatto proprio un bel lavoro, dall'esterno infatti non era possibile sentire le urla dei ragazzi o la musica a tutto volume, le quali però vennero allo scoperto una volta che, dopo essersi fatti strada tra decine di persone, si riusciva a varcare l'ingresso. Avevano, in pratica, fatto qualche incantesimo per non far uscire il rumore dalle pareti della sala. La musica era così alta che non capii più niente, mi accorsi solo che continuavano a passarmi bicchieri pieni di quello che penso fosse whisky incendiario mischiato a qualcosa di non identificabile ma davvero molto forte. Dopo poco tempo, persi Harry, Ron ed Herm e mi risultò molto difficile trovarli a causa di tutto quello che avevo bevuto. All'improvviso, mentre girovagavo per la sala in cerca dei ragazzi, sentii qualcosa risalire dal mio stomaco e corsi alla ricerca del primo bagno disponibile. Appena ne vidi uno libero mi ci fiondai dentro e... in realtà, del resto, non ricordo quasi nulla: solo io che vomitavo e poi tutto d'un tratto una mano che afferrava i miei capelli e li portava all'indietro per aiutarmi e poi, subito dopo, rimettermi in piedi piano ma senza fatica. Appena ripreso l'equilibrio mi girai e, nonostante la confusione nella mia mente, ci misi un attimo a riconoscerlo. Capelli biondi, un po' scompigliati, occhi ghiacciati ed espressione leggermente cupa. Non poteva che essere Malfoy. Il suo stile elegante contrastava l'atmosfera della festa tutt'altro che raffinata. Eppure, per un attimo, quando lo riconobbi, scomparvero la musica, le urla e tutto il resto. Tornarono però quando mi rivolse la parola per chiedermi se stessi bene e se volessi che mi portasse qualcosa. La sua voce tradì il suo sembrare sobrio, ma dubito che fosse così tanto ubriaco da venire ad aiutare me, la migliore amica di Potter. Che non mi abbia riconosciuto? No, impossibile, mi aveva chiamata per nome, o meglio, per cognome. Assurdo, anche troppo per rifletterci ridotta in quello stato.

Non so che ore si fossero fatte ma sembrava molto tardi. Mi convinse a tornare in camera e insistette addirittura per accompagnami dato il mio stato. Nonostante fosse anche lui un po' brillo, accettai, d'altronde era messo sicuramente meglio di me. Uscire dalla sala e arrivare alla torre dei Grifondoro senza fare rumore fu un'impresa. Non so quante volte io abbia rischiato di scivolare e cadere, anche se per fortuna Malfoy mi prendeva sempre prima che piombassi a terra. La Sala Comune era deserta e chi non era al festino dei Serpeverde era già a letto da un pezzo. Appena arrivammo non ebbi molta voglia di andare a letto, anche se l'alcol nel mio corpo aveva già iniziato a fare effetto da un po', così, dato che Malfoy non sembrasse avere molta voglia di tornare ai festeggiamenti, restammo seduti sulle comode poltroncine porpora, io avvolta da una coperta rossa e lui di fronte a me con le gambe accavallate. Ci vollero un paio di minuti interminabili prima che uno dei due si decidesse a parlare e quella fui io. Date le mie condizioni non ero in grado di pensare a quale fosse il modo migliore per avere una conversazione con Malfoy, il quale fissava il vuoto con aria indifferente picchiettando nervosamente le dita sul bracciolo della seduta, così gli feci la prima domanda che mi venne in mente.

"Malfoy, perché sei così gentile con me stasera? Voglio dire, sono io, la migliore amica dello Sfregiato. Ti sei fatto prendere dai sensi di colpa per caso?"

Mi rivolse uno sguardo annoiato con i suoi occhi grigi e spenti che per un attimo mi congelarono e, quasi controvoglia, rispose alla mia domanda. "Nessun senso di colpa, Carter, ho pensato fosse meglio farti andare via da quel posto prima che svenissi. Sarebbe stato un bel casino spiegare alla McGranitt perché eri in un altro dormitorio. Ah, e se non reggi l'alcol evita di berne troppo, idiota."

"Si, certo Malfoy. Sicuramente ti sarebbe dispiaciuto vedermi svenire in mezzo a tutte quelle persone. E per la cronaca, io reggo benissimo l'alcol, stasera ho solo esagerato nel bere, tutto qui. Piuttosto, dato che mi sono ripresa abbastanza, perché non torniamo alla festa?" La mia richiesta lo infastidì molto. Non capii il perché.

"No, non ne ho voglia. Non insistere."

Avevo sentito bene? Draco Malfoy che non aveva voglia di festeggiare. Ci doveva essere una spiegazione. "Tu che ti tieni alla larga da un party. Questa cosa mi è nuova. Che è successo Malfoy?"

Non rispose subito; era come in cerca di una scusa da rifilarmi per non andare a continuare a fare baldoria. "Ho visto qualcosa che non volevo vedere. E ora ti prego basta domande, mi fa male la testa."

In effetti anche la mia testa aveva iniziato a far male.

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