Capitolo 4

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Maledetta pioggia Tommy:

Nella mia testa quella domanda risuonava più e più volte.

Mi guardava, fermo, zitto, immobile. Ma riuscivo comunque a vedere un piccolo probabile sorriso immezzo all'imbarazzo che avevo appena creato.

<<Sempre se hai voglia biondino>> aggiunsi rompendo il silenzio, <<chiamami un'altra volta in quel modo e ti ci strozzo nel sonno>> disse scherzoso.

Si alzò di scatto, subito prense la mia giacca e si sdraiò accanto a me come se nulla fosse, io.. sorrisi.

Lo coprii bene con la mia giacca per via della pioggia che picchiettava sul vetro della finestra sporca. Mi sistemai al suo fianco di spalle, e aspettai che il sonno si impossessasse di me.

Non so quando, ne come, ma mi ritrovai il biondo vicino, più vicino di quanto non mi ero già messo.

Ero girato verso la sua direzione, le sue mani sfioravano le mie, le labbra erano bagnate, e tremava. Io invece stavo bene, fissavo la mano con il graffio sopra e respiravo l'aria fredda che usciva dall'unico buco sul soffitto della stanza.

Sentii quella voce delicata e leggermente assonnata <<Anche a me brucia>> borbottò Newt con gli occhi ancora chiusi.

Lui aprì gli occhi e si mise a pancia sotto e mettendo le braccia sotto la testa mi fissò <<il graffio, brucia anche a me>> specificò.

La mia giacca gli coprì tutta schiena fino alle cosce, mi scappò una risatina mai sentita prima, <<che c'è?>> Chiese brontolando, <<non sento dolore biondino>> risposi falsamente sicuro di me, gli feci l'occhiolino per rompere il ghiaccio e iniziare una provocazione.

<<Adori proprio farmi innervosire eh?>> Mi chiese alzandosi da terra, sorrisi a trentadue denti, <<almeno io non ho i vestiti pieni di polvere>> risposi ancora una volta, si guardò per bene, mi lanciò la giacca e prese il suo telefono.

<<Ti piace quando ti chiamo così ammettilo>> cantonai, seguendo i suoi passi come un cane, lui si girò di scatto, lo feci sbattere contro il tavolino che crollò subito, lo presi subito per i fianchi e lo avvicinai a me per non farlo cadere.

Ci guardammo negli occhi, era sia pallido che rosso in viso, sentivo il mio cuore sbattere contro la gabbia toracica, era pronto ad uscire sentendolo così vicino <<non lo ammetterò mai Tommy>> chiarì.

Solo in quel momento capii il modo in cui mi chiamò Newt, <<Tommy>> Ripetei.

Dalla mia bocca risuonò in modo stupido, senza significato e da bambini, ma dalle sue labbra era quasi... Dolce, tenero.

Mi guardò terrorizzato, così sbloccai ancora una volta il silenzio e sorrisi amichevole, <<Mi piace>> evidenziai, e senza aggiungere altro andai verso la porta di legno bruciato che stranamente trovai aperta.

Guardai Newt ed era sorpreso quanto me. Pensai subito al vento, o a uno degli scherzi di Gally, presi tutto quello che ci eravamo portati e ci avviammo alla macchina.

Infilati dentro l'auto ormai fredda, Newt mi prese subito la mano che era pronta a togliere il freno, <<Tommy non posso entrare in casa con un graffio sulla mano e un giorno senza farmi sentire, quella mi ucciderà>> mi disse preoccupato.

<<Newtie è solo tua sorella>> giustificai tranquillo, tempo di finire la frase mi venne in mente la scenata che ha fatto per prendere un paio di scarpe al centro commerciale contro una ragazza più piccola. <<Okay hai ragione. Verrai da me, ti sistemerai per bene e avviserai tua sorella che domani tornerai da lei, sperando che entrambi i graffi si siano rigenerati col tempo>> dissi.

Va A Finire Che Ti Amo •||• NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora