Capitolo 14

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Come una farfalla:

Mi ero alzato presto, questa mattina, con la speranza di poter fare una doccia veloce e fare colazione.

Newt dormiva come un ghiro ed era troppo dolce per svegliarlo, questa notte si era mosso parecchio e anche se alcune volte volevo svegliarlo per calmarlo alla fine non ce l'ho fatta.

Ogni volta che lo vedevo, mi si scioglieva il cuore e iniziavo a tremare come una foglia.

Vedere quel biondo mi uccideva gli organi e mi bloccava il respiro e riprenderlo solo se non lo vedevo più. Dio se ero innamorato.

Il sole picchiava attraverso la finestra del bagno azzurro di casa mia, mi guardai attorno e vidi i vestiti sporchi di Newt poco fuori dalla lavatrice, sorrisi subito pensando a tutti i bei momenti imbarazzanti che avevamo passato questi mesi.

Sonya mi aveva avvertito che in questi giorni loro padre poteva ricominciare a fare un pò di cose in casa e con la calma anche andare a lavorare.

I lavori per il negozio stavano procedendo a gonfie vele e i nostri amici ci aggiornavano molto su quello che facevano.

Avevo paura per Newt, lo facevo stare sempre a casa e se voleva uscire era solo ed esclusivamente con me o con i nostri più fidati amici.

Non volevo punirlo.. era solo per la sua protezione..

So quanto ha paura del mondo, per il suo passato, suo padre, quelle foto.

Bisognava solo avere pazienza.

Smisi di pensare a quei vestiti e iniziai a togliere i miei per entrare nella doccia già pronta.

Prima la maglietta bianca con tratti grigio scuro.
E i boxer neri.

Mi guardai per l'ultima volta nello specchio ed entrai in acqua.

Dopo dieci minuti, iniziai a avere caldo anche se era tiepida, così decisi di uscire e andarmi a vestire ma il campanello suonò all'improvviso.

Senza scivolare, rifiutai di prendermi le ciabatte e scesi le scale per andare ad aprire, e quello che in quel momento mi passava per la testa era solo una domanda: "come si fa a diventare uno struzzo?"

Il silenzio calò in tutta la casa. Vince era davanti a me. Niente Sonya. Niente medico al fianco. Solo io e lui.

Un uomo che si teneva allo stipite della porta e un ragazzo nudo e bagnato, coperto da un piccolo asciugamano.

<<Buongiorno Thomas>> disse solamente squadrandomi dalla testa ai piedi.

Non sapevo se essere felice o in preda al panico. L'imbarazzo tra noi doveva essere già bello che andato ma, ero pur sempre nudo con suo figlio nel mio letto.

Cosa potevo dirgli, "ciao vince, newt dorme mezzo nudo nel mio letto, vado a svegliarlo e se non mi si alza viene giù a salutarti o dovrà aspettare un'oretta"

Era da morte certa.

<<Tom, stai bene?>> Chiese con un sorriso a trentadue denti, <<s-si Vince è che->> dissi bloccando la felicità da dentro di me.

<<Ehm- entra, prego>> continuai, in imbarazzo mi feci da parte spalancando la porta.

Il salotto era più luminoso del solito e il profumo di balsamo al cocco si fece sentire ovunque.

<<Non ero mai passato a casa tua Thomas, che bella casa>> disse con aria divertita mentre passava una mano sulla sua fine barba, <<Avete..>> Chiese subito senza continuare sperando di farmi al volo.

Va A Finire Che Ti Amo •||• NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora