Destiny
Selene era appoggiata con la schiena ad un muro della piccola stanza. Ahala era in piedi e mi osservava con un velato disprezzo, mentre Ramon era sdraiata sul letto.
"A quanto pare attaccare delle guardie porta al palazzo reale..." mi rispose Selene.
"Ragazzi, posso spiegarvi perché lo ho fatto." dissi.
"Non ti ho mai visto comportarti così. Il Leader non dovrebbe lasciare all'oscuro i suoi Guardiani, Destiny." mi disse Ahala con tono di rimprovero.
"chi è il ragazzo?" chiese ad un tratto Ramon vedendo Erick.
"un amico." risposi, vaga.
"E quell'altro?" Ramon indicò la guardia dagli occhi rossi.
"Dimitri Vale. Anche lui è un amico."
"Niente male..." disse Ramon con un sorriso sornione, che fece ingelosire Ahala.
"Dicci perché hai assaltato le guardie, Destiny. Quali sono i tuoi piani?"
"È meglio se li lasciamo da soli, ragazzo." Disse Dimitri, uscendo dalla stanza con Erick. La porta si richiuse alle sue spalle.
"Perché vuoi tanto saperlo, Selene? Che c'è? Non sei riuscita a prevedere le mie mosse?"
"Vuoi provocarmi, Destiny? Scommetto che quel ragazzo è uno dei tuoi nuovi prigionieri-amichetti che hai portato via dalla sua casa, come hai fatto con me!" disse Selene."Ma che stai dicendo, Selene...?" un senso di delusione mischiato a rabbia salì dentro di me.
Ahala e Ramon rimasero in silenzio alle ultime parole di Selene.
"Ormai posso dire di conoscerti, Destiny. Tu hai l'animo caritatevole quanto assassino. Sicuramente hai un piano folle e moriremo tutti seguendo una speranza effimera. Finiremo per morire come Leida! Perché è vero, Destiny. Leida è morto per colpa tua, Namti se ne è andato per colpa tua. Chissà cosa gli avrai detto per farlo andare via! E quel nuovo ragazzo che ti porti dietro farà una brutta fine standoti accanto."" Basta... " sibilai.
" Perché alla fine, Destiny, tu hai sempre pensato a te stessa, all'onore e a tutte le cazzate a cui ti hanno fatto credere quelli di Aither. Hai sempre aspirato ad un successo più grande di quello precedente. Ho visto come ti vantavi su quel balcone del palazzo, come ti beavi degli applausi del popolo dopo aver distrutto la mia casa, la mia vita! "
" Adesso basta, Selene. " la ammoní Ahala.
Ramon si era messa seduta sul materasso del letto e mi osservava preoccupata.
" Calma, Destiny. " disse la ragazza dalle trecce bianche mentre io tremavo." Avremmo dovuto lasciare Aither prima dell'arrivo di Senior Black. Così non ti avrebbe mai visto e ora anche Leida sarebbe vivo. Perché ora Senior Black ti sta cercando, non è così che hai detto? "
Selene guardó Ahala e Ramon,poi disse:"ora siete felici di aver visto che sta bene?"
Ahala e Ramon abbassarono il capo. Il cuore mi si strinse in petto. Erano venuti per vedermi?
"Sta meglio di quel che potevamo pensare! Ha una guardia personale e un nuovo cucciolo sperduto di cui prendersi cura! Ora che abbiamo constatato queste cose, possiamo andarcene! "
Cosa?
"Dove pensate di andare?" chiesi.
"ci ho ragionato e sono giunta alla conclusione che non me ne frega niente del tuo piano e del perché sei qui a palazzo. Io non voglio fare la fine di Leida e.."
"leva il nome di un mio fratello dalla tua bocca, non dovresti nemmeno pronunciarlo. Non ne hai il diritto." dissi, fredda.
"come stavo dicendo, mio caro Leader. Noi abbiamo deciso di lasciarti percorrere da sola questo tuo cammino verso il suicidio." disse dandomi una pacca su una spalla.
"Perché noi non saremo con te quando Senior Black ti distruggerà."
"Mi distruggerà, dici?"
"È palese, Destiny. Non ti ho mai visto così debole e probabilmente non ti riprenderai mai. La potenza di Senior Black è fuori portata per te."
"È così che stanno le cose, Selene?"
"Noi ce ne andiamo, Destiny." Sentenzió.
"E dove vorreste andare, sentiamo."
"in qualsiasi altro regno, ma non nello stesso dove stai tu. Così Senior Black non ci rovinerà la vita e cercherà solo te."
"I Guardiani dovrebbero stare accanto al Leader anche nella morte." le ricordai.
"Ma tu non sei più il Leader. Guardati intorno, Destiny. Quanti Guardiani veri e propri vedi intorno a te?"
Vidi solo Ahala, che teneva lo sguardo fisso sul terreno. I manici dei pugnali che teneva nella cintura risplendevano contro la luce calda del sole.
" Quanti sarebbero disposti a morire con te per mano di Senior Black? "
Nessuno rispose.
" nessuno. " disse Selene guardandomi negli occhi "Questa battaglia contro Senior Black è già persa in partenza."
Abbassai lo sguardo.
"Addio, Destiny." disse Selene, girando la maniglia della porta.
"E dove è che andrete, quindi?" chiesi di nuovo.
"il più possibile lontano da te." disse Selene uscendo definitivamente dalla stanza sbattendo la porta.
Rimasi da sola con Ahala e Ramon.
"E voi la seguite?"
Ahala non parló.
"Ahala,essendo l'unico vero Guardiano oltre a me in questa stanza, ti chiedo di parlare." dissi.
"Io non vorrei lasciarti, Destiny. Ma..." disse lui.
"Per me non è un addio, ma un arrivederci, Destiny." Sentenzió Ramon. Anche lei mi avrebbe lasciata.
"Quindi mi lasci anche tu, sorella." dissi amaramente.
"È stato un onore conoscerti e allenarmi con te, Destiny. Non ho mai visto qualcuno con la tua stessa temerarietà e la tua stessa furbizia. Sappi che non ti dimenticherò." mi disse Ahala, incrociando le mani sul viso." Anche per me è stato un onore, sorella. "mi disse Ramon abbracciandomi.
" Tieni,Destiny. Cerca di non perderla o dimenticarla, la prossima volta. " Ahala mi porse un oggetto d'oro. La mia maschera.
Le crepe sul materiale dorato sembravano più profonde.Detto ciò Ahala mi superò e uscì dalla porta seguito da Ramon.
Ero rimasta da sola nella stanza, tra le mani tenevo la mia maschera. Ero sola. I Guardiani non esistevano più e così nemmeno il mio titolo di Leader.
Qualcuno bussò alla porta e per un attimo pensai che Selene, Ahala e Ramon fossero tornati."Avanti." dissi.
Una damigella della regina Esme si affacciò nella stanza e disse:" le stanze per i suoi compagni sono pronte, Signora.""Non ce ne è più bisogno. Se ne sono andati." dissi.
"ah." la ragazza se ne andò lasciando la porta socchiusa.
Con un improvviso bisogno guardai fuori dalla finestra della stanza che dava sul grande piazzale del palazzo. Selene lo stava attraversando seguita da Ramon e Ahala che le parlavano gesticolando con le mani. Non riuscivo a sentire cosa le stessero dicendo, ero troppo lontana. Da quel momento pensai che non avrei mai più rivisto quei tre.
Non avrei mai più mangiato dolci con Selene. Non mi sarei più allenata con Ahala e non avrei mai più scherzato con Ramon.
Sentii dei passi dietro di me.
"Suppongo non sia andata bene con i tuoi amici." disse Dimitri.
"Loro hanno preferito così. Erano liberi di scegliere." risposi "dove è il ragazzo?"
"le damigelle della regina lo stanno lavando. Ha fatto un po' di storie, ma ora si è calmato."
"bene... Sai giocare a scacchi, Dimitri?"
"Si, perché?"Ci sedemmo al piccolo tavolino della mia stanza, uno di fronte all'altro. La Scacchiera era fatta di un legno lucido e i pedoni, gli alfieri, le torri e i cavalli erano ben disposti su di essa a protezione dei sovrani delle rispettive schiere.
Presi il re bianco e lo posizionai davanti a tutti, al centro della scacchiera.
"Perché lo hai fatto? Non mi ricordo si giocasse così a scacchi." disse Dimitri, perplesso.
"io sarei il re bianco. Aspetto una tua mossa. Disponi il tuo esercito. Muovi i tuoi uomini.""È uno strano gioco." commentó la guardia dagli occhi rossi.
"Ti trovi su un campo di battaglia, Dimitri. Le torri sono le catapulte. I cavalli sono la cavalleria. I pedoni sono fanti e gli alfieri sono arcieri. Fai la tua mossa." dissi.
Dimitri guardó prima gli alfieri, poi le torri.
Allungò una mano verso un pedone ma con fare incerto la ritirò.
Aspettai pazientemente.
Questa volta Dimitri si mosse con sicurezza e afferrando il re nero lo posizionó davanti ai suoi soldati, al centro della scacchiera, di fronte al re bianco.
Si. Da quel momento in poi sarebbe stato così. Da soli. Uno contro uno. Senior Black contro Senior White.
"Quale è la tua prossima mossa, Destiny?" mi chiese Dimitri con un mezzo sorriso.
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Light yourself: Gocce Di Eterno Splendore
Fantasy[𝕀𝕟 𝕔𝕠𝕣𝕤𝕠] 𝕊𝕖𝕔𝕠𝕟𝕕𝕠 𝕃𝕚𝕓𝕣𝕠 «Non ti lascerò mai, Manfredi. Mai!» mi disse, afferrandomi per un braccio. La sua stretta era forte, possessiva. «Uffa! Dovrò sopportati per un periodo di tempo troppo lungo» mi lamentai, senza staccare...