Destiny
Ero caduta nel buio. Di nuovo. Mi ero spinta oltre il limite, ma volevo dimostrare al re del luogo quale fosse il mio potere. Non mi ero resa conto di quanto fossi debole.
Riuscivo a percepire un leggero calore accarezzarmi il viso e una superificie morbida sotto la testa ancora dolorante per la botta ricevuta con la lancia.Un dolce profumo di camomilla prese possesso del mio naso. Mugolai nel sentire quell'odore così delicato e intenso.
Aprii finalmente gli occhi. Ci misi poco a realizzare dove mi trovassi.
Ero su un comodo letto e un cuscino dalla federa bianca mi sosteneva il capo, mentre una coperta mi copriva il corpo. Il sole filtrava attraverso le tende che coprivano una finestra dai vetri colorati. Il soffitto era tenuto da travi di legno e un lampadario con poche candele pendeva da una di esse.
Mi misi una mano sulla fronte calda. Dovevo rilassarmi. Avevo bisogno di riposo se volevo riacquistare le forze.Un rumore cartaceo mi fece voltare il capo di lato.
"oh porca miseria!" con uno scatto mi misi a sedere sul materasso.
Seduto su una sedia attaccata al letto vi era un uomo intento a leggere un libro antico.
Non lo avevo sentito prima. Da dove era apparso?!
"vedo che ti sei svegliata'" disse senza distogliere lo sguardo dal suo libro.
"spero non ti sia spaventata"
L'uomo aveva dei capelli neri come la pece, dei perfetti e delle labbra non troppo sottili. La ricrescita della barba era lievemente visibile lungo la mascella e il mento. Teneva le gambe accavallate.
Indossava una uniforme grigia con delle Medaglie attaccate su una taschina sul petto. Una di quelle medaglie era d'oro. Sembrava una medaglia al valore. I pantaloni neri erano infilati negli alti stivali marroni che aveva ai piedi. Era vestito in modo davvero elegante rispetto a me. Avevo lasciato la Golden Armour da Selene e mi ero vestita come potevo, ossia con un corpetto di pelle, dei pantaloni marroni rovinati sulle ginocchia e degli stivali quasi logori.
Cercai di nascondere la mia sorpresa e il mio spavento e dissi con voce ferma:" non mi hai spaventata. Non ti avevo visto. "L'uomo giró il capo verso di me con una lentezza e una nonchalance che mi fece quasi paura.
Due occhi di un rosso scuro intenso mi scrutarono.
Chiuse il libro con una mano e quando le sue parti di esso si unirono con violenza, uscì della polvere. Eccome se quel libro era antico.
"Non ti ho mai visto prima." la sua voce era dolce e profonda, ma non come quella di Kaifah. "ci conosciamo?"
"Ehm... No" il suo sguardo mi metteva in soggezione. Quegli occhi rossi mi facevano venire i brividi lungo la schiena.L'uomo se ne accorse e mi disse sorridendo :" mi spiace di averla spaventata. Non era mia intenzione. Purtroppo alcune delle mie caratteristiche spaventano le persone. Ma del resto sono quel che sono."
"sei nato con quegli occhi?"
"Alla mia cara madre piaceva fare incantesimi e uno di questi non gli è ben riuscito."
"Ma comunque..." disse schiarendosi la gola e porgendomi una mano coperta da un guanto nero "il mio nome è Dimitri Vale."
"Non mi pare di averle chiesto come lei si chiamasse."
L'uomo ritirò la mano e disse chinando il capo:" allora la prego di perdonarmi per aver parlato a sproposito."
Alzai un sopracciglio e mi alzai dal letto.
"Dove sono esattamente?" chiesi.
La stanza era piccola e agli angoli del soffitto e incastrate tra le travi vi erano molte ragnatele che prima non avevo notato.
"È svenuta davanti al re e sua maestà volendo trattarla come un'ospite la ha fatta portare in questa stanza, in modo che lei possa riprendersi."
"Gentile da parte sua." commentai.
"Allora, Dimitri Vale è il suo nome, giusto?" domandai allora, curiosa."È esatto." disse l'uomo alzandosi. Era alto e aveva spalle larghe.
"Vedo che è in uniforme...è un generale?"
"non esattamente."
"allora che ruolo ricopre?"
"guardia personale del re."
"e le Medaglie?"
"Sono stato in guerra."
"Hm" Annuii in maniera disinteressata.
"Mi è pee caso concesso sapere il suo nome, signora?" mi chiese poi.
"Non le è concesso."
"Ma così mi delude."
"Se ne farà una ragione."
"Certo, deve essere davvero una persona speciale se il re non la ha mandata nelle segrete per aver ucciso due guardie."
"più speciale di quanto tu creda."
"Sono curioso.""la curiosità uccide."
"Ritengo sia peggio non sapere il suo nome, quello sì che mi ucciderebbe."
"sopravviverà"
"Mi sarà difficile."
Espirai profondamente. Parlare con quell'uomo era snervante.
Con un mezzo sorriso dissi :" sono Senior White."
"Senior...? "
"Senior White" ripetei.
"Un nome insolito."
"già." dissi guardando l'uomo negli occhi. Quegli occhi rossi erano dolci nonostante la loro colorazione.
"Ma se permette un'altra domanda." dissi. "che ci faceva lei in questa stanza?""Non è concesso leggere un buon libro in compagnia di una bella ragazza?"
Sbuffai. "non sia patetico, Signor Dimitri."Senza dire altro mi diressi verso la porta e feci per aprire la maniglia, ma la porta era chiusa a chiave.
"Non le consiglio di uscire. In questo momento lei non è vista di buon occhio dalla corte. Non si abitueranno a lei così facilmente" mi avvisó l'uomo dagli occhi rossi.
" Dovranno farlo prima o poi. Sono l'unica che può salvarli da Senior Black. Avremo bisogno l'uno degli altri. "
"Oh un nome che incute terrore." disse la guardia con fare scherzoso.
Non risposi. Ci fu un attimo di silenzio."lei sa cosa è l'oscurità? Non intendo quella di quando spegne la candela sul comodino prima di andare a letto. Parlo del buio totale, di demoni e ombre. Anime dannate che uccidono senza un preciso scopo."
"Dovrei avere paura?" disse e per un attimo vidi un lampo attraversare i suoi occhi."Dovrebbe."
"non la farò uscire da questa stanza, non finché non avrò un ordine diretto dal re." disse Dimitri.
Avrei voluto frantumare quella porta per discutere con il sovrano ma la guardia dagli occhi rossi aveva ragione, era troppo presto. Ed io non ero abbastanza forte.
Mi lasciai cadere sul letto e sospirando annoiata, dissi:" beh se non posso uscire di qui... Sarò costretta a stare ancora con lei, Dimitri. Di cosa parla il suo libro?"
Dimitri Vale
STAI LEGGENDO
Light yourself: Gocce Di Eterno Splendore
Fantasía[𝕀𝕟 𝕔𝕠𝕣𝕤𝕠] 𝕊𝕖𝕔𝕠𝕟𝕕𝕠 𝕃𝕚𝕓𝕣𝕠 «Non ti lascerò mai, Manfredi. Mai!» mi disse, afferrandomi per un braccio. La sua stretta era forte, possessiva. «Uffa! Dovrò sopportati per un periodo di tempo troppo lungo» mi lamentai, senza staccare...