Erick
Riaprii lentamente gli occhi.
Avevo il viso appoggiato su una superficie che si alzava e abbassava. E il mio orecchio poteva sentire un battito veloce, come quello di un cuore.
Sollevando il capo vidi due occhi dorati che mi scrutavano con sguardo affilato.
L'avevo presa! Avevo preso la ladra! Si!
"Aha! Ora devi ridarmi i miei soldi, brutta ladra!" esclamai sopra la ragazza.
Lo sguardo di lei si affiló maggiormente.Avevo visto solo gli occhi di lei, simili a quelli della ladra, ma il suo aspetto era del tutto divero...
Ci misi del tempo a capire che avevo preso la persona sbagliata.
No. Non si trattava della ladra.
I suoi occhi erano di un intenso giallo-dorato e non somigliavano per nulla agli occhi della ladra.
I capelli di media lunghezza erano ramati e sembravano fiamme. Lineamenti del viso eleganti, labbra non troppo carnose, lentiggini sul naso.
Era una bella ragazza.Sembrava avere pochi più anni dei miei. Rimasi a guardarla come incantato. Il tempo si era fermato.
"Levati di dosso!" esclamò la ragazza.
L'incantesimo si spezzò ed io venni scaraventato di lato. Rotolai sul terreno." Tutto bene, Signorina Destiny?" chiese alla ragazza una guardia dagli occhi rossi, porgendole la mano per farla alzare.
La ragazza rifiutó l'offerta d'aiuto.
"La smetta di chiamarmi Signorina, signor Dimitri." disse, irritata.
"la smetterò quando lei smetterà di chiamarmi in quel modo."
"Quale modo?"
"Signor Dimitri. Mi sembra troppo una..."Rimasi col sedere sul terreno.
" Avanti, dica cosa le sembra."
"Una presa per il culo."
"È esatto. Ha indovinato! " disse la ragazza dai capelli ramati con un sorriso divertito. "È da quando la conosco che la sto prendendo per il culo."
"che bella confessione." pensai.
La guardia dagli occhi rossi fece una smorfia.
"Basta così, strega. Hai parlato abbastanza." disse una guardia a me familiare. Capelli bianchi, occhi azzurri.. Lucky!
La guardia mi notó e avvicinandomisi con un sorriso diabolico disse :"ehi ma io ti conosco! Sei il ragazzo che non voleva tornare dal padrone! Ma dimmi quante frustate ti ha dato?"
Rimasi in silenzio.
La ragazza dagli occhi dorati mi guardó.
Lucky mi diede un forte schiaffo colpendomi in viso. Gemetti da dolore e ricaddi con la schiena sul terreno.
La guardia mi afferrò per la camicia e mi tirò.
"Si risponde agli adulti. Nessuno te lo ha insegnato?" ringhio a pochi centimetri dalla mia faccia.
Riuscii a vedere come la guardia dagli occhi rossi non sopportasse troppo quello spettacolo.
"quindici" risposi.
"quindici?"
"Si, signore."
"Troppo poche! Minimo venti te ne doveva dare!" esclamò.
"Ti piace fare il gradasso, Lucky?" gli chiese ad un tratto la ragazza.
La guardia si giró di scatto verso di lei, lasciandomi la camicia.
"Tu devi stare zitta strega!" esclamò.
"Sei cosciente che sefondo il decreto della regina io dovrei addestrarti da ora in poi? Dovresti portarmi rispetto."
"Non credo ai demoni e se ne vedrò uno saprò come affrontarlo. Non ho bisogno dell'addestramento di una lurida strega."
Questa volta non fui io ad essere colpito da uno schiaffo, ma fu Lucky. Fu la guardia dagli occhi rossi a colpirlo. Gli diede un pugno dritto in pancia, facendolo piegare.
Avevamo attirato l'attenzione di tutta la gente su di noi.
La ragazza guardó la guardia dagli occhi rossi con sguardo sorpreso.
"Dopo questo potrei smettere di prenderti per il culo, Caro Dimitri."
"Sarebbe meglio per te."
"sto tremando dalla paura." rispose lei, ironica.
"fai bene." disse l'altro con serietà.
"perché lo hai fatto, Dimitri?" si lamentò Lucky.
"Dobbiamo seguire gli ordini della regina. E devi iniziare a portare rispetto alla ragazza."
"Non si merita il mio rispetto."
"Bene, allora fingi."
Lucky emise qualche lamento di dissenso.
"E lascia stare quel ragazzino che non ti ha fatto nulla di male."
"Ma lui mi vuole bene, non è vero?" disse Lucky guardandomi.
Raccolse il poco coraggio che mi era rimasto in corpo e dissi :" va a farti fottere!"
"che dolce. Non avrei saputo dirlo meglio." commento la ragazza.Lucky sogghignó e spostò gli occhi sulla bottega al nostro fianco.
"Vediamo se hai le palle per dirlo al tuo padrone."
Guardai la bottega e.. Cazzo era quella di Krik! Nel rinseguire la ladra che mi aveva rubato i soldi senza accorgermene avevo ripercorso la strada di "casa".
Lucky notó il mio sguardo terrorizzato. Mi rialzai più velocemente che potei, ma la guardia mi afferrò per i capelli e mi trascinò alla porta. Bussò più volte mentre io mi dimenavo urlando.
Alla vista del mio comportamento la ragazza dagli occhi dorati mi guardó con tenerezza e compassione.
Mastro Krik ci mise poco ad aprire.
"Salve signori. Cosa posso fare per voi?"
Chiese il mio padrone con un falso tono gentile.
"Prima di tutto si riprenda il suo schiavo." disse Lucky, lanciandomi tra le braccia di Mastro Krik.
"Erick!" esclamò quello.
"per secondo ci serve che ci forgi un'armatura.
"un'armatura?"
"Si esatto. Siamo qui per darle un modello di come dovrebbe essere." disse Lucky con un tono di disprezzo.
Nel frattempo io mi ero pietrificato nelle braccia del mio padrone.
"Ma certo signori, entrate." Krik disse così e dopo aver fatto entrare le due guardie e la ragazza, mi disse all'orecchio :" se fai il bravo adesso potrei evitare di ucciderti dopo. E magari mi spiegherai dove sono i miei soldi e i componenti che ti avevo chiesto."Detto ciò mi lasciò andare.
Mi rannicchiai in un angolo della stanza delle fucine. Ma riuscivo a sentire le voci nell'altra stanza.
"che tipo di armatura desiderate?"
"Una leggera, ma impenetrabile. Che sia fatta di un ferro bianco e d'oro. " sentivo rispondere la ragazza.
Ferro bianco e oro? Doveva costare una fortuna un tipo di armatura come quello.
"Ma signora, il ferro bianco non esiste."
" esiste invece. Se lo procuri. Sono ordini della regina."
"ma signori, come posso procurarmi un tale materiale? Posso dipongerlo di bianco..."
Potei sentire la risata divertita della ragazza. "stai prendendo per il culo la persona sbagliata, fabbro".
Krik sospirò.
Quanto tempo ho a disposizione?
"diciamo che le posso dare un messe di tempo."
"un mese?" ripeté Krik, incredulo.
Caspiterina! Era impossibile creare una armatura di quel genere in così poco tempo! Era pazzia.
"Ma signora..."
"E va bene! Due mesi."
"ma si tratta lo stesso di pochissimo tempo, signora."
"lei ci si impegni, signor fabbro e vedrà che entro due mesi l'armatura sarà pronta."
"Questa è follia!" esclamò Krik.
La ragazza iniziò a passeggiare e giunse nella stanza delle fucine, mentre Krik si lamentava con le due guardie.
Gli occhi della ragazza incontrarono i miei.
"Scusa se ti ho travolta prima." dissi a bassa voce.
Lei non rispose e fece spallucce.
"Quanti hanni hai ragazzo?" mi chiese poi.
"diciassette."
"Sei molto giovane."
"La prego di non trattarmi come un ragazzino perché non lo sono."
"Quale è il tuo nome?"
"Erick."
"Erick e basta?" mi chiese.
"Erick e basta." ripetei.
"sei sempre stato uno schiavo Erick?"
"Sempre e molto probabilmente ci morirò schiavo."
La ragazza si appoggiò al muro, mettendosi accanto a me.
"Quale è il tuo nome?" chiesi allora.
"Senior White"
Rimasi in silenzio.
"È un nome strano, vero?"
"no. A me sembra un nome elegante."
"un nome elegante?" la ragazza sorrise.
"E chi è senior black? Non conosco il significato di quel nome ma se c'è un Signore Bianco, ci deve essere anche un Signore Oscuro, no?"
La ragazza rimase immobile e mi fissò a lungo.
"cosa...Cosa ho detto?" chiesi, confuso."Signorina Destiny? Dobbiamo andare." disse la guardia dagli occhi rossi con tono severo.
La ragazza staccò gli occhi dai miei.
Doveva andare via. Ma c'era qualcosa in lei che mi attirava. "Non lasciarmi." le dissi dentro di me. Ma lei doveva andarsene ed io dovevo aspettare la punizione del mio padrone.
Le mie ultime parole sembravano averla colpita nel profondo, ed io volevo scoprire il perché. Ma forse non avrei più rivisto quella
ragazza.La ragazza si stacco dal muro, pronta ad andare.
Mentre io mi preparavo a dirle "è stato un piacere", lei mi precedette.
"Ce la fai a venire con me senza farti beccare?"
Con espressione incredula, domandai, non sicuro di aver sentito bene:" Come scusa?"
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Light yourself: Gocce Di Eterno Splendore
Fantasy[𝕀𝕟 𝕔𝕠𝕣𝕤𝕠] 𝕊𝕖𝕔𝕠𝕟𝕕𝕠 𝕃𝕚𝕓𝕣𝕠 «Non ti lascerò mai, Manfredi. Mai!» mi disse, afferrandomi per un braccio. La sua stretta era forte, possessiva. «Uffa! Dovrò sopportati per un periodo di tempo troppo lungo» mi lamentai, senza staccare...