Manfredi
«Sei in ritardo.» lo informai.
«Lo so. La regina ha detto qualcosa?» chiese Lucky, sistemandosi all'altro lato della porta che conduceva alle stanze di Esme. Lucky Nightmare, il più gran coglione di tutto il regno. Non sapevo proprio come avesse fatto a diventare la guardia preferita della regina. Molto probabilmente per le sue doti a letto. Era un idiota senza regole, non ascoltava nessuno e faceva sempre quel che cavolo voleva. Era più grande di me e si comportava un moccioso. Ma quando si trattava di proteggere la regina era imbattibile.
«No.»
«Tu le hai detto dove ero?»
«Non le ho detto niente. Non sapevo nemmeno dove fossi e poi non mi interessa.»
«Meglio così.» una serva ci passó davanti, portando delle stoffe piegate con cura. Lanciò uno sguardo interessato a Lucky prima di arrossire.
«Ce l'hai ancora con me...» mi disse la guardia dai capelli bianchi.
«Perché dovrei?»
«Per quando hai perso miseramente il combattimento al campo di addestramento.» La cosa mi aveva dato parecchio fastidio, ma c'ero passato sopra.
«No.»
«Ti brucia, non è vero?» Lucky mi si avvicinò con un sorriso divertito. I suoi occhi cobalto brillarono.
«Ho detto di no.»
«Bugiardo.» disse in un sussurro.
«Torna al tuo posto, Lucky. Te lo devo ripetere sempre? »
«Se pensi di esser superiore a me e di poter darmi ordini, ti sbagli di grosso.» disse irritato tornando alla sua postazione.
«Non penso niente.» risposi.
«Dove eri?»
«Ah, allora ti interessa.» Lucky sollevò un sopracciglio bianco.
«Solo per sapere.»
«Conosci Katherine Ross?»
«No. Chi è?»
«Non sai chi è?» disse Lucky, indignato.
Rimasi in silenzio.
« È la migliore delle ragazze della Signora Cassandra.» continuò a dire, sciogloendosi contro il muro.
«Mi stai dicendo che sei appena stato in un bordello?» si, era un completo idiota.
«Shht fa silenzio.»
«La regina ci vuole entrambi al suo fianco. Non le farà piacere sapere che non saresti stato capace di proteggerla in quanto impegnato con una...»
«Che c'è, non sai dirlo? Certe volte mi sorprendi, Manfredi. »
«Con una puttana.» dissi in tono amaro.«Soldati... » ci interruppe una voce saggia e gentile, che aveva un non so ché di autoritario. I capelli biondi di Zaafa avevan qualche ciocca grigia. Stava invecchiando, il tempo passava anche per lui. Tuttavia i suoi occhi azzurri erano ancora giovani.
Portava un farsetto verde scuro e i pantaloni neri,infilati negli stivali marroni, gli stavano larghi. La corona che aveva sul capo era formata da petali dorati di un fiore di loto.
«Mio Re! » dicemmo in coro io e Lucky, inchinandoci a terra.
«Alzatevi. Mia moglie è nelle sue stanze?»
«Si, mio signore.» risposi.
«Vorrei vederla.»
«Certo, mio re. Vuole esser annunciato?»
«Non ce ne è bisogno.»
Re Zaafa aprí la porta ed entró nella stanza.
Che figura che avevamo fatto davanti al nostro sovrano, parlando di bordelli e puttane!
«Complimenti.» dissi a Lucky.«Padre! Padre! Padreeee!» chiamó la principessa Tiana. I lunghi ricci dorati le scendevano sulle spalle, muovendosi ad ogni suo passo. Il vestitino rosa della bambina era stato fatto su misura per lei. Gli orli delle maniche erano di pizzo bianco. Intorno alla stretta vita aveva un filo dorato che le faceva da cintura. Al collo portava una collana anche essa dorata con un piccolo pendaglio rappresentante una libellula dalle ali turchesi.
«Manfredi, dove è mio padre?» mi chiese la principessa, guardandomi con i suoi occhi azzurri, come quelli del padre.
Indicai la stanza con un cenno del capo e la bambina vi si fiondò dentro. Ero la sua guardia preferita e ne andavo fiero. A lei non piaceva Lucky, diversamente da tutte le altre donne del palazzo.
La voce acuta della bambina di sentiva da fuori la porta.
«Dove è la mia coroncina?»
«Non lo so tesoro, forse l'avrai lasciata nella tua stanza.»
«Non c'è.»
«Prova a vedere se l'hai messa sotto il cuscino.» disse la madre in tono dolce.
«Ho controllato, ma non c'è. Sono sicura che la ha presa Azula!»
«Tesoro, controlla meglio. Non è giusto accusare tua sorella.» disse Zaafa.
«È stata lei a prenderla!»
Alzai gli occhi al cielo. I soliti litigi familiari.
Lucky sbuffó.
La porta si aprí e la bambina uscì dalla stanza, camminando per il corridoio con un passo arrabbiato.
«Se vuoi ti faccio conoscere Katerine. È brava con...» riprese Lucky.
«Sta zitto, idiota.» Cosa avevo fatto di male per capitare con quell'individuo?
«Secondo te è una buona idea?» disse Zaafa in un tono di voce basso, quasi impercettibile, che però non sfuggì alle mie orecchie.
«I Greenguard sono diventati più forti. Ho sentito di quello che è successo in piazza Grande. Attraverso un matrimonio troveremmo un modo per averceli amici.» rispose Esme.
«Azula non è ancora pronta...»
Non riuscii più a sentire il resto della conversazione perché Lucky continuava a chiamare:«Manfredi. Ehi Manfredi. Manfreeeediiii?»
«Che c'è ancora ?»
« Io, Remi e Hadrian torneremo dalla Signora Cassandra sta notte. Vieni con noi?» Era appena iniziato il turno di guardia e lui già stava pensando a quello che avrebbe fatto dopo.
«No.»
«Eddai! Non esci mai con noi! » si lamentó Lucky.
«Forse perché non voglio?» risposi, lentamente.
«Avanti Manfi, so che ti piace l'idea...» il fatto di andare in un bordello e pagare per ricevere amore non era nei miei piani.
«No. E poi ti ho detto mille volte di non chiamarmi in quel modo. »
«Come, Manfi?» Non la smetteva mai di provocarmi e anche se non gli prestavo attenzione, non si dava per vinto.
«Smettila.»
«Sei noioso.»
«E tu sei davvero stressante.»La porta si riaprì e Re Zaafa uscì dalla stanza. Sembrava turbato. Chinammo il capo in segno di rispetto.
«Solo per sapere, chi è quello nuovo?»
Io e Lucky ci scambiammo uno sguardo di intesa. Il re si riferiva al nuovo amante della regina. Era difficile ricordarsi chi fosse perché Esme ne aveva sempre un nuovo.
«Non conosco il suo nome, mio signore.» dissi. La regina ci congedava prima che venisse la notte, e quindi avevamo la serata libera. Ma mentre spesso Lucky, "il preferito della regina ", se la spassava nei bordelli e nelle taverne, io restavo a guardia di Esme.
Quindi sapevo bene delle sue trame e le sue notti di passione.
«Ti ricordi l'aspetto? Insomma, sai dirmi come era? »
Esitai. Non volevo tradire la mia regina. Lucky mi guardava, e con gli occhi mi invitava a rispondere.
«Era alto e magro. Aveva dei lunghi capelli neri e un paio di baffi. »
«Sai dirmi altro?»
«sull'elsa della sua spada vi era la testa di un cervo.» Quel particolare non mi era sfuggito.
Il re rimase immobile, metabolizzando le informazioni. Scrutó prima me, poi Lucky.
Un sorrisetto gli si formò sulle labbra.
Da quella sua reazione potei constatare che aveva capito chi era il nuovo amante di sua moglie.
«Grazie, ragazzi.» disse con voce calma, come se in realtà non gli importasse nulla.
Se ne andò sorridente e noi rimanemmo in silenzio. Non aveva mai preso provvedimenti a riguardo. Non aveva mai punito gli amanti di sua moglie. Si limitava a conoscere i loro nomi.
«Allora? Che dici? Alla fine vieni stasera?» mi chiese Lucky.
Mi voltai verso di lui e lo guardai, incredulo.
Quello emise una risata interna prima di dire :« Sarai mai dei nostri?»
Rimasi in silenzio.
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Light yourself: Gocce Di Eterno Splendore
Fantasy[𝕀𝕟 𝕔𝕠𝕣𝕤𝕠] 𝕊𝕖𝕔𝕠𝕟𝕕𝕠 𝕃𝕚𝕓𝕣𝕠 «Non ti lascerò mai, Manfredi. Mai!» mi disse, afferrandomi per un braccio. La sua stretta era forte, possessiva. «Uffa! Dovrò sopportati per un periodo di tempo troppo lungo» mi lamentai, senza staccare...