t/n POV
Mi alzai da letto e vidi che era notte fonda. Corsi fuori dalla camera facendo il minimo rumore.
Andai nel parco e vidi lui già seduto su una panchina nascosta.
<<Sei in ritardo>> mi disse alzandosi in piedi e girandosi verso di me.
<<Scusa>> risposi abbassando la testa.
<<Va beh, la prossima volta sii più puntuale. Vieni con me>>
<<Certo>> risposi all'istante.
Andammo dietro la scuola di nascosto senza farci vedere dai controllori.
Scavalcammo il cancello e ci addentrammo nel bosco.
<<Non è pericoloso allontanarsi?>> chiesi preoccupata.
<<Lo faccio tutte le notte e non mi hanno mai visto, no, non è pericoloso>> disse piatto continuando a camminare.
Arrivammo vicino a una casa abbandonata ed entrammo.
Il legno era rovinato e c'erano buchi fatti probabilmente da qualche termite.
Sentii la sensazione di essere osservata e mi aggrappai al kimono di Ryomen involontariamente.
<<Staccati, quello che ci sta seguendo è solo un piccola e insignificante maledizione>> disse lui senza voltarsi.
<<Grado?>>
<<Credo 3°>>Ci fermammo in una stanza che pareva la più grande della casa ormai in rovina.
La maledizione sbucò da dietro quello che rimaneva di una porta.
<<Questa è la dimora di alcune maledizioni che a fine del tuo anno dovrete affrontare. È 3° livello inferiore, quindi come un 4° ma un pelino più resistente>>
<<E io che dovrei fare?>>
<<Che domanda è? Esorcizzarla, è ovvio>>
io rimasi impietrita. Avevo appena iniziato la scuola, erano passati soli 6 mesi, anche volendo, non avevo ancora una base solida di conoscenze.
La maledizione si avvicinò andandomi incontro. Scansai con goffezza la creatura appena in tempo.
Mi girai e vidi Ryomen fare un passo in dietro, stava sorridendo.
La maledizione mi saltò addosso e io mi rannicchiai a terra chiudendo gli occhi.
Quando gli riaprì notai che era scomparsa o almeno, avevo affianco un grumolo di cenere.
Ryomen mi sorpassò andando verso l'uscita.
<<Domani sii puntuale, il tuo problema è che hai paura, non la tecnica>> disse andandosene.
Uscii anch'io tornando nel mio dormitorio seguendolo.
La paura?
Quando mi svegliai scattai in piedi correndo in aula.
Entrai ma l'insegnante mi cacciò fuori dato che ero molto in ritardo. Non ci voleva.
Mi sedetti fuori dall'aula con i libri affianco.
Trascorsi tutte e due le prime ore fuori e continuai la giornata normalmente.
La sera uscii di nuovo andando nello stesso posto del giorno prima. Questa volta lo avevo preceduto, non c'era ancora.
Cercai di ragionare su quel che aveva detto: " il tuo problema è che hai paura, non la tecnica".
<<Vuol dire che devo tranquillizzarmi? Ma quei cosi mi mettono ansia!>> dissi tra me e me ad altra voce.
<<Allora perché sei qui?>> disse Ryomen arrivando dal nulla sulla panchina su cui ero seduta.
Mi presi un colpo, giuro di aver sentito il cuore fermarsi per qualche secondo.
<<Non puoi comparire così>> lo sgridai.
<<Eppure l'ho fatto>> ridacchiò lui.
Sbuffai.
<<Facciamo così, la paura non passa facilmente a una ragazza come te quindi proveremo un altro approccio. Chiacchieriamo>> disse lui.
<<In che senso?>> chiesi stranita.
<<Parlare, discutere. Quello che devi fare è però rimanere concentrata a tenere l'energia maledetta attiva e stabile>>
<<Come può aiutarmi ciò?>>
<<Semplice, prima di saper usare una tecnica devi saper usare l'energia. Senza quella la tecnica non funziona>>
<<Oh>> dissi stupita. Questa cosa non ce lo avevano mai detto.
<<Non lo dicono perché è considerato scontato e ovvio, ma non è vero>> continuò come se sapesse cosa avessi pensato.
<<Capisco, e come faccio?>>
<<È naturale. In questo momento tu lo stai facendo involontariamente ma a tratti. Devi imparare a stabilizzarla>> disse lui guardandomi negli occhi.
Si alzò in piedi.
<<Ci sono vari modi per stabilizzarla>> disse camminando verso una direzione.
Lo seguii. <<quali?>>
<<Tanti. A me fa schifo quello che usano molti anche se è efficace>>
<<Non capisco>>
<<Alcuni insegnanti lo prendono per scontato, altri fanno sedere gli alunni e li isolano da tutto finché non imparano, senza acqua o cibo>> spiegò lui.
Io deglutii rumorosamente per paura che me lo facesse fare quest'ultima.
<<Io preferisco uno più rozzo, almeno, io ho fatto così con me stesso>> continuò facendo un ghigno.
<<Cioè?>>
Ryomen tirò un pugno sul mio fianco senza metterci troppa forza.
Nonostante questo, venni presa alla sprovvista e caddi a terra.
<<Che cazzo fai?>> dissi addolorata.
<<Ogni volta che non emani energia ti colpisco. Potrei fare un semplice "concentrati" ma mi sembra troppo dolce>>
Ragionai per qualche istante.
<<E come facevi tu? Ti colpivi da solo?>>
<<Lo ricevevo dalla mia guida oppure dando una testata sul muro>>
Questo è pazzo, pensai.
<<Lo prenderai per pazzia, ma facendo così ho imparato in meno di un giorno>>
Mi alzai da terra ma poco dopo fui spinta a terra.
<<Concentrati>>
<<Smettila>>
<<No>>
<<...>>
Continuammo così per mezz'ora con lui che mi colpiva e io che lo insultavo. Dopo un po' smise di colpirmi frequentemente ma solo di rado fino a non farlo più. Mi stavo stabilizzando.
<<Sono circa due ore che abbiamo iniziato e stai capendo finalmente. Ricorda, più sei stabile, più, se aumenti l'energia, la tua tecnica può uscire fuori fluidamente>> mi spiegò Ryomen.
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Un amore maledetto [SukunaXReader]
Hayran KurguLa storia è ambientata nel periodo in cui Sukuna era ancora umano e doveva diventare una maledizione. Ovviamente la storia nel dettaglio su di lui non c'è nel manga o fan book, o almeno, ora che la sto scrivendo (febbraio). spero piaccia Copyrigh...