capitolo 3

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Levi

Respirai e chiusi gli occhi, Auruo.
Respirai di nuovo, Petra.
Chiusi gli occhi, Gunther ed Erd.
Non, ci posso credere. Non voglio. Non di nuovo.
Pensavo di essere pronto. Pensavo di potercela fare. Perdonatemi.
Il gigante con fattezze femminili aveva preso Eren, per quanto la perdita della mia squadra fosse dolorosa non potevo distrarmi dalla missione: proteggere Eren.

Vidi la ragazza con la sciarpa, come si chiamava? Mikasa forse. Agiva in preda alla disperazione
-Dov'è Eren-
-Cosa?- aveva lo sguardo perso
-Eren dov'è?- indicò la bocca del gigante.
-BASTARDO- usai il dispositivo tridimensionale, sfogai la mia rabbia contro il gigante, utilizzai forse troppo gas. Sentì la voce d'Isabel dire "non fare lo stesso errore". Ha ragione. Cercai di calmare il respiro, "controlla le emozioni Levi" pensai.

Sconfiggere il gigante femmina non fu facile ma ci riuscì e ripresi Eren.
Non volevo tornare dagli altri. Non potevo dire a [t/n] che avevo fatto uccidere la squadra. Non potevo.

La battaglia era finita, ci occupammo dei feriti e dei cadaveri.
La Squadra Operazioni Speciali era morta.
-NO, NOOOO- la vidi correre verso il corpo di Erd -ERD, ERD alzati ti prego- iniziò a scuoterlo. Alzò lo sguardo e mi vide, "no mocciosa non venire da me" pensai.
-CAPITANO DOVE SONO GLI ALTRI?- urlò con le lacrime agli occhi, si erano fermati tutti e ci guardavano.
Non avevo la forza di parlare, le indicai il carro dove giacevano i loro corpi. Vidi nei suoi occhi rompersi la speranza che non fosse successo il peggio.

-No, no...non anche loro...Levi...- barcollò verso di me. Ci guardavano tutti. -Mocciosa, contieniti sei un capitano o no?- si bloccò e mi guardò.

- Piangeremo i nostri morti una volta rientrati o vuoi avere sulla coscienza anche altre vite-
-Cosa?-
-Se sono morti è solo perché tu non eri con noi-
- S-s-stavo eseguendo un ordine-
-Tsk cerca di auto convincerti se ci riesci-
Si avvicinò a me e mi sussurrò -Sei senza cuore Levi, ora ho capito...ti detesto -

Il rientro nelle mura fu peggio del previsto. Ma la cosa più dolorosa è stato guardare il padre di Petra e dirgli della morte della ragazza. Una ragazza solare, piena di speranze.
[T/n] aveva lo sguardo rivolto verso terra, aveva le mani strette in un pugno
Si avvicinò a noi
- Signor Ral...- alzò lo sguardo - Io ucciderò tutti i giganti compreso quello che ha spezzato la vita di sua figlia. Per me era più di un soldato, è stata mia amica, una sorella...La vendicherò - -Non è morta invano- aggiunsi io, appoggiando una mano sulla spalla del secondo capitano

-Sapete vi ammirava molto, ora che vi ho davanti capisco quello che lei provava quando ci scriveva che voi due siete l'unica speranza dell'uomo -
L'unica speranza eh...eppure tutta la mia squadra era morta, tranne lei. Non potevo rischiare, dovevo fare qualcosa.
Quando il padre di Petra si allontanò [t/n] mi guardò e disse
-Non osare toccarmi mai più -
Salì a cavallo e andò verso Erwin

-Potevi essere più gentile Levi, sai che colpo è stato per lei-
-Zitta quattrocchi- lo sapevo benissimo.

Quando tornammo nel quartier generale, durante la cena tutti iniziarono a bere.
C'era chi beveva per alleviare il dolore, chi invece per dimenticare e altri ancora festeggiavano per essere vivi.
Vidi una ragazza piangere disperatamente, era la ragazza che la notte prima avevamo scoperto nei corridoi mano nella mano con un ragazzo. Di lui nessuna traccia.

Sospirai, cercai [t/n] con lo sguardo. Non c'era da nessuna parte, quindi mi alzai e dissi a Erwin che andavo a dormire. In realtà stavo andando verso il tetto, stavo per aprire la porta ma mi resi conto che c'era qualcuno che parlava

-Grazie ragazzi ma sto bene- era [t/n]
-voi state bene?- non senti la risposta
-Connie allontanati dal tetto, sei ubriaco, non è lungo per te-

Le Ali Della LibertàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora