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Alle ventidue in punto il locale era stato aperto al pubblico e non erano tardati ad arrivare i primi clienti, mentre un paio di serafini uscivano, dopo essere passati dall'ufficio di Keith, per presenziare a degli eventi esterni.

Pure Ryan era passato dall'ufficio, infastidito dal protrarsi della "riunione" che vedeva coinvolti Amber, Keith e Claud – forse perché aveva intuito che gli amici e il suo compagno non stessero proprio lavorando.
Amber, nonostante fosse affetta da una brama di curiosità incontenibile, per continuare a mantenere il loro segreto, decise di seguire Ryan al piano di sotto e di prendere posto dietro al bancone del bar – anche perché non poteva farne a meno, visto che non esisteva serafino, nel locale, che fosse in grado di miscelare cocktail al posto suo.

Mentre Amber scendeva le scale che conducevano alla sala principale, dal basso arrivava proprio Evan, con una chiara espressione truce a rendergli tesi i lineamenti del volto.

"Che abbia intuito qualcosa?" si chiese la donna, ma poi decise di agire come se nulla fosse, salutò l'amico e corse a dare il via al suo turno di lavoro, preceduta da Ryan che, invece, si limitò a prendere posto su uno sgabello a ridosso del bar, in attesa di un cliente che scegliesse di trascorrere un po' di tempo con lui.

Non appena Evan mise piede nell'ufficio del marito, trovando Claud Blake disteso sul divano, le gambe penzoloni da un bracciolo e un braccio ripiegato sugli occhi, l'uomo si sentì incendiare da una fiammeggiante gelosia: l'idea di Keith e il suo ex amante da soli, nella stessa stanza, proprio non riusciva a digerirla, anche se Claud "era cambiato", anche se persino lui aveva iniziato a trascorrere del tempo in sua compagnia – quando non poteva farne a meno e solo durante le loro riunioni tra amici – senza impiegare il tempo a escogitare modi, più o meno, creativi per depennare la sua esistenza dalla vita del proprio compagno.

-Non è come sembra- si affrettò a dire Keith, andandogli incontro, e quelle poche parole ebbero il potere di alimentare la fiamma della gelosia nel petto di Evan.
-Mi nascondete qualcosa? Perché, da quello che vedo, c'è niente di fraintendibile. Forse mi sfugge qualcosa? Qualcosa che mi potrebbe fare incazzare?- sibilò l'uomo e Claud si tirò a sedere sul divano, con un unico movimento atletico ed elegante, per poi sbuffare con fare infantile.
-Lascia perdere tuo marito, ché come crea panico lui, nessuno!- esclamò il biondo, guadagnandosi un'occhiataccia da parte dell'ultimo arrivato.

-Siamo qui per Bryan- disse Keith, parlando tanto velocemente nel tentativo di non dare la possibilità agli altri due di iniziare a litigare, da mangiarsi le parole e tirare fuori la frase meno opportuna per calmare il marito. Difatti, Evan sgranò gli occhi e dalla gelosia passò alla rabbia.
-Ma state fuori!- tuonò, passandosi entrambe le mani sul viso e imprecando.
-No, siamo dentro il fantasmagorico ufficio del direttore del Seraphim! Arredato da me medesimo ai tempi in cui, a mia volta, ero direttore di questo post...-
-Taci, Claud!- tuonò Evan e l'altro gli sorrise malizioso.
-Oh, Randolph, dovrai fare molto di più per mettermi a tacere. Magari potresti iniziare togliendoti i pantaloni!- il veterinario imprecò di nuovo, ma l'altro continuò a provocarlo. -Ho sempre desiderato scoprire se la sagoma che si intravede sotto i tuoi pantaloni, all'altezza del cavallo, sia tutta sostanza oppure no!-

-Lo strozzo- disse Evan, rivolgendosi al marito, puntando un dito in direzione del serafino, mentre Keith boccheggiava in cerca di fiato e parole e Claud se la rideva della grossa.
-Coleman! Tu che hai avuto modo di scoprirlo. Il nostro cucciolo di lupo, come sta messo?-
-Ho bisogno di un cappio, mi accontento anche di una mazza da baseball- sibilò Evan e le risate di Claud si fecero più sguaiate.
-Ehm. Uhm- riuscì a formulare Keith e il marito scosse la testa rassegnato.

-Blake!- sbraitò Evan e il diretto interessato saltò sull'attenti.
-Al suo completo servizio!- esclamò Claud con un inchino e l'altro alzò gli occhi al soffitto. -Sopra, sotto. Potremmo darci a pratiche da missionario oppure sperimentare qualcosa di più trasgressivo- aggiunse con fare allusivo ed Evan comprese di essere finito completamente dentro la trappola di Claud: più avrebbe continuato a inveire contro di lui, maggiori sarebbero stati gli sforzi che l'altro avrebbe compiuto per cercare di metterlo a disagio.

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