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-Non ha senso, tutto questo- disse Ryan dopo avere riflettuto un po' e Isaac sospirò mestamente.
-Ho accettato solo per farlo contento-
-Non ti sto rimproverando- lo interruppe il giovane, cercando i suoi occhi e tentando di mostrarsi il più comprensivo possibile. -Di base... siamo tutti diversi. Il fatto che ci piacciono gli uomini è una cosa che ci accomuna fino a un certo punto, e neanche è vera del tutto, ma sicuro non ci rende tutti uguali-

-Che intendi?-
-Claud, per esempio, non è gay, ma pansessuale. Che a lui non piacciano le etichette, è un altro discorso, e le getta così a caso senza dargli peso. Il più delle volte, solo per creare confusione. A me piacciono, le etichette, mi danno un senso di... chiarezza. Mi aiutano a identificarmi e a identificare gli altri. Perché siamo tutti diversi ed è giusto che sia così-
-Le trovo limitanti- disse Isaac con una smorfia.
-Forse- ammise Ryan. -Io non del tutto. Anche la percezione di questo genere di cose ci rende diversi. A me aiutano. Viviamo in un mondo in cui neanche l'idea stessa di etichetta è stata del tutto accettata. Parlare di un mondo senza, per me, è utopia-
-Ognuno la pensa a modo proprio. Le etichette mi causano pruriti fastidiosi, tolgo pure quelle dei vestiti!-
Ryan rise e scosse la testa.

-Ti ripeto: è giusto. Siamo tutti diversi e ragioniamo in modi diversi. E così come ti posso dire che Claud è pansessuale, che io sono poliamoroso, che Jade è bisex e Amber e Greg sono etero, Keith ed Evan gay, così ti posso dire che, di tutti noi, voi siete monogami, mentre io, Jade e Claud no. Certe cose non sono per tutti, perché, in modo tanto semplice, non siamo tutti uguali-

-Quindi... mi stai dicendo che mi sono messo in una situazione che... va contro la mia stessa natura?-
-È questo. L'hai detto tu stesso prima: non fa per te. Stai dando corda a un'idea capricciosa di Bryan, perché questo è, un capriccio, perché anche Bryan è monogamo. E non ci sta niente di male che il vostro sia un rapporto esclusivo-

-Lui ha paura di essere ossessionato da me. Dice che vuole provare a farmi sentire meno soffocato-
-È stupido, perché tu non ti senti soffocato-
-Ho detto di sì. Ho acconsentito a fargli frequentare altre persone- disse Isaac, poggiando i gomiti sulla superficie del tavolino, reggendosi la testa con una mano, sentendosi improvvisamente stanco e demoralizzato.

-Puoi sempre cambiare idea...-
-Ho paura che lo vedrebbe come un rifiuto... un altro modo da parte mia di scegliere quello che reputo il meglio per lui, senza tenere conto di ciò che lui vuole davvero-
-Lo trovo stupido. In questo momento... mi sembra evidente che Bryan non ha idea di cosa sia meglio per lui-
-È confuso- disse Isaac, tornando ad assumere istintivamente un atteggiamento difensivo nei confronti del marito.

Ryan si strinse nelle spalle: sapeva di non essere possessore dell'assoluta verità e non gli piaceva mettersi in mezzo alle relazioni altrui, dato che, quando lo stesso era stato fatto con lui, non aveva preso bene l'intromissione di altri nel suo rapporto con Jade e Claud. Era geloso e protettivo nei confronti della propria relazione e non sopportava che nessuno gettasse sentenze a riguardo. Stava commettendo proprio lo stesso errore con Isaac e Bryan?

La verità era che voleva bene ad Isaac – un po' meno a Bryan a causa dei loro trascorsi – e proprio non gli stava bene che l'amico soffrisse. Trasse un profondo respiro e si armò di tutta la propria forza di volontà per pronunciare le successive parole.

-Sei vuoi, con Bryan... ci parlo io-

Isaac aveva accolto la proposta di Ryan con un entusiasmo che al giovane aveva smontato l'istinto di rimangiarsi la sua stessa proposta, cosa che lo aveva colto nello stesso istante in cui aveva dato voce a quelle parole. La riconoscenza di Isaac aveva avuto il potere di accortocciare la lingua di Ryan, impedendogli di tirarsi indietro.

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