Capitolo uno

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Ogni giorno la stessa storia.

Mi sveglio, aspetto sempre cinque minuti prima di alzarmi dal letto, ripensando alla monotonia d'ogni giorno.

Scendo i piccoli gradini che separano le stanze da letto da quelle della cucina e della sala e saluto i miei.

Come ogni santa mattina faccio colazione con una bella tazza di latte fumante, indipendentemente dal fatto che sia o inverno o estate, ciò non conta.

Come al solito sono in ritardo, quindi mi precipito il più velocemente possibile in bagno a darmi una sistemata e a vestirmi con le prime cose che trovai. Non che mi mancassero i vestiti, anzi forse ne avevo anche fin troppi. Il fatto è che di prima mattina non vado a pensare in che modo potrei vestirmi per affrontare una nuova giornata, non avrebbe senso. Prevalentemente mi vesto sempre con abiti sui colori freddi e cupi: o Blu, oppure nero. Dipende molto da come mi sveglio la mattina.

Scendo per la seconda volta quelle maledette scale e quasi inciampo. Fortunatamente ho i riflessi abbastanza buoni e riesco a reggermi in piedi.

Saluto nuovamente i miei genitori e mi incammino a grandi passi verso la fermata del pullman.

Eccomi arrivata, a momenti dovrebbe arrivare Beatrice, la mia migliore amica.

Beh, a dirla tutta Beatrice è l'unica amica che ho, a volte basta avere pochi amici, ma buoni.

Oh eccola finalmente.

Ecco in una cosa ci assomigliamo: siamo entrambe delle ritardatarie.

Vedo che corre nella mia direzione e le faccio un piccolo cenno con la testa, in segno di saluto.

Ore 7.50, dell'autobus ancora nessuna traccia.

Beatrice si gira alquanto turbata verso la mia parte e inizia ad imprecare come se non ci fosse un domani, oltretutto con parole che erano, almeno per le mie orecchie, incomprensibili, e credo che anche lei ne fosse consapevole.

In lontananza scorgo un piccolo puntino arancio, forse qualcuno ha ascoltato le mie preghiere. Il karma questa volta è stato buono e ci ha ricompensate.

Il pullman accosta lungo il marciapiede a pochi metri dai nostri corpi. Il conducente apre le porte con una lentezza mai vista prima e immediatamente io e Beatrice ci fiondiamo, letteralmente, sul mezzo di trasporto.

Cerchiamo due posti a sedere e guarda caso gli unici posti a disposizione sono davanti ai posti in fondo, composti da sei seggiolini, ognuno di essi occupato da quelli che si potevano definire " i fighi dell'istituto ".

Non volevo avere niente a che fare con loro, se non fosse per il fatto che conoscevo uno dei membri, probabilmente era il leader se così si può definire.

Li odiavo uno ad uno pur non avendoci mai parlato. Basta solo un'occhiata per capire che razza di persone sono, volgari e stupidi come pochi su questo mondo.

Beatrice mi interrompe da quella che chiamo "la mia riflessione giornaliera" e mi riporta alla realtà affermandomi per il braccio e trascinandomi di peso verso quei due posti.

Prendiamo posto e non appena appoggio il sedere sul sedile, sento qualcuno tirarmi i capelli. Era quel cretino di Mirko, tanto bello quanto idiota. Perché si, devo ammettere che è proprio un bel ragazzo, sebbene tenga un comportamento così rozzo e infantile.

Faccio finta di niente e continuo a guardare fuori dal finestrino.

Lo sta facendo ancora, mi sta tirando i capelli.

Faccio l'indifferente ancora una volta e lui sembra aver perso la pazienza, lo sento sbuffare.

Mirko: Cos'è adesso manco mi saluti più?

Io: Non credevo di averti mai salutato in vita mia

Mirko: Che stronza.

Detto questo si rimette composto al suo posto e io ritorno a contemplare il mondo al di là del finestrino ormai appannato a causa del mio respiro.

Ed eccoci arrivati, io e Beatrice raccattammo su i nostri zaini e iniziammo a correre più veloce che potevamo.

Frase d'effetto: Che la tortura abbia inizio.

Angolo autrice: Questo era il primo capitolo, è la prima storia che scrivo su questo sito e spero che questo primo capitolo sia stato di vostro gradimento. Aggiornerò molto presto e il secondo capitolo.
Mi piacerebbe inoltre che mi scriviate sotto nei commenti la vostra opinione su questo capitolo, se vi va :)
Alla prossima ❤

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