Capitolo diciassette

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Mirko: Wow

Rispose semplicemente staccandosi, giusto per riprendere fiato.

Ero imbarazzata, ma allo stesso tempo felice, era da molto tempo che desideravo accadesse ciò che è appena accaduto, ma come dicono gli altri sono troppo orgogliosa per ammettere una cosa simile, e mai la ammetterò.

Non sapendo cosa fare, mi limitai a sorridere debolmente per poi chinare la testa.

Io: Probabilmente i miei genitori mi crederanno per dispersa, devo andare.

Non aggiunsi altro, ero agitata, confusa e frastornata.

Mirko mi accompagnò fino alla porta d'uscita, facendosi spazio tra la gente lì presente.

Quando fummo sull'uscio realizzai che mancava qualcosa, o forse è più corretto dire che mancava qualcuno. Dovevo trovare Bea.

Io: Mirko, se te la senti mi aiuter

Non feci in tempo a finire la frase, che vidi in lontananza una mano agitarsi da destra verso sinistra, fortunatamente fu lei a trovare noi, alle volte credo che quella ragazza sia munita di radar e cercapersone. Io in mezzo a quel casino ci avrei impiegato i secoli a trovarla.

Quando ebbe la certezza che effettivamente eravamo noi, iniziò a correre verso la nostra direzione, Mirko sbuffò.

Io: Mirko, che hai?

Non rispose, Bea ci aveva interrotti.

Bea: Eccovi finalmente, vi ho cercato da tutte le parti, si può sapere dove eravate finiti?

Disse con il fiatone causato da quella brave ma intensa corsetta.

Io: Bea ti spiego tutto per filo e per segno non appena saremo arrivate a casa.

Dissi sottovoce, non volevo che Mirko mi sentisse perché magari poteva turbarlo il fatto che parlassi con qualcuno di ciò che era successo pochi minuti fa. Non volevo correre il rischio.

Io: Bea inizia ad incamminarti, io saluto Mirko e ti raggiungo.

Bea sorrise maliziosamente, avrei tanto voluto tirarle un buffetto leggero, ma era meglio tenere le mani a posto.

Quando vidi la figura della ragazza scomparire dietro al muretto, mi girai nella direzione di Mirko.

Io: Mirko riguardo a quello che è successo..

Non seppi più in che modo continuare la frase, quindi mi precedette.

Mirko: A me è piaciuto, non voglio rinnegarlo.
Mi piaci Aria, ripensa a tutto ciò che ti ho detto e pensaci, io ti aspetterò.

Aspettare? Perché suonava così amaro? In fondo non ho mai saputo aspettare, sono sempre stata una persona impaziente, ma prima di commettere qualche guaio è bene che io ci rifletta su e ne parli con Bea, lei saprà sicuramente come aiutarmi.

Io: Va bene, posso chiederti una cosa?

Lo volevo.

Mirko mi guardò confuso e spaventato

Io: Vorrei un bacio

Non ebbi vergogna mentre pronunciavo quella frase composta da così poche parole, ma intense.

Sul viso di Mirko fece capolino uno di quei suoi magnifici e ipnotici sorrisi, poi annuì.

Questa volta non ebbi il tempo di chiudere le palpebre, si fiondò velocemente sulle mie labbra e attirò il mio bacino al suo.

Fu un bacio a stampo, ma durò qualche secondo.

Quando ci staccammo e ci guardammo per una manciata di secondi negli occhi, poi entrambi facemmo un sorriso a trentadue denti.

Io: Allora a Lunedì, grazie della festa. Mi è piaciuta davvero tanto.

Probabilmente arrossii violentemente.

Mirko: È piaciuta anche a me, è stato il miglior compleanno di sempre, te ne sono grato.
Buona notte piccola Aria, a lunedì.

Rispose strizzando l'occhio destro. Mamma mia, ci sapeva davvero fare il ragazzo.

Terminati i saluti, mi avviai alla fine del vialetto e girai a sinistra, ma qualcuno mi urtò e mi fece cadere a terra.

Angolo autrice: Ciao a tutti, questo era il diciassettesimo capitolo (?).
Ci tenevo a ringraziarvi moltissimo per le così tante visualizzazioni, voti e commenti. Grazie mille per le belle parole che scrivete, lo apprezzo molto e siete davvero fantastici. Spero davvero di sapervi ripagare tramite questi capitoli.
Ancora grazie mille, alla prossima ❤

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