Fortunatamente riuscii ad arrivare prima che le lezioni iniziassero, ringrazio il cielo.
Mi sentivo così persa senza Bea, conoscevo ogni singolo angolo e ogni singola parete di quell'aula, eppure mi sembrava così vuota, sembrava quasi di stare in una classe differente rispetto a quella in cui ero solita stare.
Piano piano vidi la classe riempirsi, a quanto pare non ero l'unica ritardataria, e la cosa mi rincuorava parecchio.
In totale eravamo 20, tutte ragazze.
Non è il massimo della vita condividere la stessa stanza con diciannove ragazze, all'inizio può sembrare un'idea carina, ma già dopo una settimana cambi totalmente opinione. Ovviamente non possono mancare i soliti gruppetti, da quelle menose a quelle più studiose, io rientro in un gruppo a parte. Si, perché il mio gruppo non esiste, e sinceramente non voglio avere niente a che fare con queste bambinate.
Il mio banco si trovava davanti alla cattedra, oserei dire appiccicata.
Il bello è che mi ci sono messa io, di mia spontanea volontà, per riuscire a seguire meglio, visto che mi distraggo con poco.
Le ore sembravano non finire più.
L'intervallo dovrebbe iniziare a momenti, spero il più presto possibile.
Non riesco più a sopportare quella straccivendola della prof di latino, che si tenesse quella fogna chiusa una volta per tutte, era capace di irritarmi come pochi.
Forse qualcuno ascoltò le mie preghiere e la campana dell'intervallo suonò, dolce suono per le mie orecchie.
Siccome Bea non c'era, mi vidi costretta a passare il resto dell'intervallo seduta, intenta a ripassare gli argomenti della lezione successiva.
Sentii due colpi sulla porta, istintivamente portai lo sguardo verso la porta, era Mirko.
Ma cosa ci faceva qui?
Io: Mirko, che ci fai qui?
Mirko sorrise, doveva smetterla di sorridere in quel modo, era terribilmente affascinante.
Mirko: Ho chiesto di te e mi hanno detto che eri in questa classe, ma che fai tu piuttosto? Come mai stai sola come un cane?
Rimasi spiazzata.
Io: Non sono affari che ti riguardano.
Risposi freddamente.
Mirko: Scusa ero solo venuto a chiederti se volevi uscire ai parcheggi con me, sai solo per cambiare "Aria".
Disse divertito.
Io: Credi di essere divertente facendo queste battutine stupide sul mio nome? Sei un idiota.
Dissi sorridendo, non riuscivo ad essere arrabbiata.
Mirko: Dai Aria, vieni con me.
Irresponsabilmente accettai.
Mi alzai dalla sedia e raggiunsi il ragazzo in corridoio.
Mirko: Allora Aria, come sta andando la giornata?
Io: Senza Bea non benissimo.
Dissi calciando un sassolino che trovai nei parcheggi.
Mirko: Ehi, ci sono io! Grazie per la considerazione eh.
Disse scoppiando a ridere, che bel suono.
Io: Non montarti la testa
Dissi soffocando una risata.
Mentre stavamo camminando, sentii qualcosa toccarmi la mano.
Io: Mirko, ma cosa stai facendo?
Mirko: Ti sto tenendo la mano, non posso? Devo firmare un contratto per poterti toccare?
Rispose sorridendo.
Non so come, ma scoppiai a ridere.
Io: Tu sei pazzo, completamente.
Mirko: Può essere.
Disse in tono malizioso.
Ci fermammo e poggiai la schiena al muro mentre incrociai le braccia.
Io: Mirko siamo seri, cosa vuoi da me?
Il riccio sembrava confuso.
Mirko: In che senso "cosa voglio"?
Cercò di imitare la mia voce scandendo le ultime due parole.
Io: Quello che voglio dire, è perché mi stai attorno? Perché sei comparso tutto d'un tratto nella mia vita? Perché fino a un mese fa non facevi altro che sputtanarmi alle spalle?
Forse avevo fatto troppe domande, ne ero consapevole.
Mirko sorrise abbassando la testa, scuotendola leggermente da destra verso sinistra e viceversa.
Mirko: Perché le persone cambiano, cara Aria.
Non mi sto prendendo gioco di te, tutt'altro.
Ti trovo interessante caratterialmente e mi trovo bene in tua compagnia, niente di più.
Disse avvicinandosi sempre di più a me.
In pochi secondi mi ritrovai le sue mani attaccate ai miei fianchi, gli occhi puntati sulle mie labbra e il suo respiro caldo sulla mia pelle.
Non riuscivo più a ragionare, era troppo vicino. Non voglio che succeda niente, almeno per ora.
Con quel poco di lucidità che mi rimaneva lo allontanai dal mio corpo mettendogli una mano sul petto.
Io: Mirko come posso fidarmi di te?
Tutto questo è sbagliato!
Sembrava deluso dalla mia affermazione, mi dispiaceva molto.
Mirko: Non potrei mai prendermi gioco di te, Aria. Non puoi negare che ti piace quando ti sto vicino, ti si legge negli occhi. Non puoi negarlo, devi smetterla di mentire a te stessa.
Rispose il riccio seccato.
Forse aveva ragione, ma non doveva succedere tutto così in fretta.
Io: Devo andare, ciao Mirko.
Dissi cercando di trattenere tutta la rabbia e l'amarezza che avevo in quel momento.
Mirko se ne stava lì, immobile a scrutarmi in lontananza.
Ripensai alle sue parole, aveva perfettamente ragione.
Angolo autrice: Buonasera a tutti! Eccoci qua, siamo già arrivati al sesto capitolo. Vi ringrazio ancora infinitamente per tutto, davvero.
Sono contenta che la storia vi piaccia.
Cosa succederà ai due? Aria riuscirà a fare i conti con sé stessa? Mirko sarà cambiato veramente come dice? Staremo a vedere, alla prossima ❤