Capitolo cinque

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Non saprei descrivere l'emozione che provavo in quel momento, so solo che era qualcosa di estremamente positivo.

Chiusi definitivamente la porta alle mie spalle cercando di fare meno rumore possibile e feci scattare la serratura.

Le luci erano completamente spente, probabilmente erano andati a dormire tutti, o almeno così pensai.

Salii le scale e arrivata all'ultimo scalino riuscii a scorgere una luce fioca provenire dal bagno.

Io: Mamma sei tu?

Urlai cercando di farmi sentire

Mamma: Sì Aria, menomale che sei tornata a casa ora, io e tuo padre avevamo intenzione di chiamarti al cellulare, eravamo in pensiero, com'è andata la serata? Ti sei divertita?

Non risposi subito, tirai un leggero sospiro.

Io: Si mamma mi sono divertita, ora se non ti dispiace vado a letto, buona notte.

Mia madre si limitò a fare un cenno con la mano per poi coricarsi nella propria stanza.

Accesi la piccola lampada rossa posta sul comodino e iniziai a svestirmi.

Presi il pigiama e andai a lavarmi i denti, per poi tornare dopo circa cinque minuti nella mia piccola stanzetta.

Mi coricai a letto, sdraiandomi sulla schiena.

Senza che me ne rendessi conto, mi ritrovai a pensare a quel ragazzo, tanto bello quanto stronzo.

Perché?

Perché mi faceva questo strano effetto?

È solo un deficiente, non può interessarmi un mostro come lui.

Mi domando perché me ne sto qui, sdraiata sul letto, a guardare il soffitto color indaco mentre penso a Mirko.

Mentre nella mia mente riaffioravano le immagini di quella serata, mi girai sul fianco destro, allungai la mano verso la lampada e schiacciai l'interruttore di spegnimento.

Ore 8.00, ancora una volta ero in ritardo.

Bea oggi non sarà presente a scuola perché deve essere sottoposta ad un piccolo intervento, non dovrebbe essere nulla di grave da quanto ho capito.

Mancano solo dieci minuti all'inizio delle lezioni e io sono ancora qui, in mezzo al nulla, ad aspettare quel benedettissimo pullman che, a parer mio, mai arriverà.

Ad un certo punto sentii chiamare il mio nome alle mie spalle, mi girai con uno scatto fulmineo e vidi Mirko sul suo motorino, seguito dall'altro ragazzo, Alessandro se non ricordo male.

Si lo so, sono sempre stata una frana coi nomi. La mia memoria non è molto "capiente". I due ragazzi accostarono col motorino a pochi metri dal mio corpo e spesero i motori.

Mirko si tolse il casco e mi si avvicinò.

Inutile dire che in quella piccola frazione di secondo rimasi impalata a guardarlo in ogni suo piccolo gesto.

Mi sorrisero e feci lo stesso in risposta.

Io: Come mai siete qua? Le lezioni iniziano tra meno di dieci minuti.

Mirko: Potremmo farti la stessa domanda sai?

Io: Astuto

Dissi accennando un piccolo sorriso.

Mi girai dall'altra parte per vedere se arrivava il pullman, niente. Il deserto totale.

Ero agitata, come avrei fatto ad arrivare a scuola in tempo?

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