Capitolo undici

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Devo smetterla di pensare a lui in questo modo, finirei solo per rovinarmi.
Siamo semplici amici, nulla di più.
Non voglio rovinare lo splendido rapporto che abbiamo ora, mai.

Lo guardai mentre si allontanava sempre di più, passo dopo passo si allontanò sempre di più da me, ed ecco tornata quella sensazione di vuoto nello stomaco.

Quando non potei più vedere la sua figura in movimento, entrai in classe.

Tutte mi osservavano, probabilmente avevano assistito per tutta la durata della scenetta.

Mi dava incredibilmente fastidio questa cosa, per questo motivo entrai a testa bassa cercando di non incrociare lo sguardo con nessuna di quelle ragazze.

Presi posto e subito si sedette vicino a me Alice.

Alice: Chi era quel ragazzo? State assieme? È proprio un bel ragazzo.

Disse con fare snob, la voce stridula ovviamente non poteva mancare all'appello.
Sbuffai pesantemente e risposi.

Io: È un mio amico Alice, siamo solo amici capito? Poi non è questa grande bellezza, c'è di meglio.

Mentii spudoratamente, non dovevano capire che ero follemente innamorata di lui.

Aspetta.... ho detto follemente? No no, diciamo che lo trovo carino, credo.

Alice: Certo, peccato che sembrate tutto tranne che amici, non mentire.

Ero stufa di sentirmi dire quelle cose da una così, quindi mi alzai di colpo e spostai in avanti il mio banco, in modo da poter avere visuale completa su Alice.

Io: Smettila! Hai capito? Devi smetterla, mi dai fastidio.

Dissi digrignando i denti.

Non avevo mai visto Alice così spaventata, ma d'altronde ero furiosa, dovevo pur reagire in qualche modo.
Ok, forse non è stata la scelta migliore, ma spero con tutto il cuore che abbia capito.
Difatti la ragazza si ammutolì di colpo.

La guardai per circa dieci secondi, dopodiché presi il banco e lo trascinai alla pari con quello di Alice.

La prof di greco entrò e tutte ci alzammo
in piedi, come tanti soldatini pronti ad accogliere il Generale.

Quando la prof ci diede il permesso, ci sedemmo ognuna sulla propria seggiola ed iniziammo ad estrarre tutto l'occorrente dalle borse.

La lezione ebbe inizio.

Le prime tre ore passarono ad una velocità impressionante, mentre la mia ansia saliva ogni secondo di più.

Quando suonò la campana dell'intervallo, corsi velocemente giù dalle scale, a momenti ho pure rischiato di fare un capitombolo lì, davanti a tutti.

Se ci fosse stata Bea, a quest'ora saprei perfettamente cosa fare, come fare per non sembrare goffa e impacciata.

Aprii la porta di vetro dell'uscita laterale, quella che portava direttamente ai parcheggi.

Non vidi nessuno, feci un altro piccolo giro di ispezione, ma di Mirko non c'era nemmeno l'ombra.
Tutto sommato mi ricordavo di aver salvato il suo numero, così decisi di inviargli un messaggio.

Io: Mirko, sono arrivata ai parcheggi ma non ti vedo, dove sei?

Lo spedii e dopo circa un minuto, o forse anche di meno, mi arrivò la sua risposta.

Mirko: Girati

Feci come scrisse nel messaggio e vidi il riccio spuntare tra la folla, con i suoi amici.

Ok, ero decisamente in panico, non bastava lui. Adesso doveva portarsi appresso i suoi scagnozzi come cagnolini ben ammaestrati.

Gli sorrisi e lui fece lo stesso, per poi abbracciarmi.

Mirko: Ragazzi potete lasciarci soli?

I ragazzi annuirono e si allontanarono da noi.

Mirko: Come stai?

Chiese sorridendomi.

Io: Bene, a parte il fatto che stamane appena entrata in aula ho rischiato di prendere a pugni una mia compagna, la mia vicina di banco precisamente.

Dissi accennando un mezzo sorriso.

Mirko: Aggressiva, mi piaci così.

Disse mentre cominciò a mordicchiarsi il labbro inferiore, così roseo e soffice.

Io: Mirko, potresti smetterla di fare quel movimento con le labbra?

Che avevo detto?! Da dove mi era saltata fuori questa frase? !

Mirko rise, ancora.

Mirko: Perché? Ti dà fastidio?

Chiese in tono malizioso.

Io: No, cioè si, cioè no.

Ok, stavo letteralmente entrando in paranoia

Mirko: So che ti piace, lo faccio solo per te, Aria, non puoi continuare così, convinciti del fatto di essere innamorata di me.

Disse mantenendo quel bellissimo sorriso, dopodiché riprese a torturarsi nuovamente il labbro.

Non sarei resistita ancora a lungo, avevo una voglia tremenda di baciarlo, il mio cuore diceva "fallo", ma la testa suggerì tutt'altro.

Mirko: A cosa stai pensando?

E mo' che gli dico?

Io: A niente, tranquillo.

Dissi cercando di allontanare il mio corpo dal suo, ma mi cinse con un gesto improvviso i fianchi, per poi andar a far scontrare i nostri bacini.

Mirko: La campana ci ha interrotti prima, che ne dici di riprovarci?

Ero confusa, molto confusa.

Io: Mirko, non voglio rovinare questo stupendo rapporto d'amicizia che si è instaurato tra di noi, ti prego cerca di capirmi. Tu non sai quanto vorrei farlo ma..

Non mi fece finire la frase, avvicinò il suo viso al mio e attaccò le sue morbide e calde labbra sulle mie.

Ero rigida come un pezzo di legno in quel momento, non ebbi la forza di muovere un muscolo.

Mirko: Aria, lasciati andare.

Mugulò dolcemente restando ancora incollato alle mie labbra.

Per una volta mandai a quel paese le idee del cervello e ascoltai il cuore.

Mi alzai sulle punte e portai le mie dita tra i suoi capelli, mentre cercavo disperatamente di intensificare quel bacio.

Tramite quel piccolo gesto volevo fargli capire i sentimenti che provavo nei suoi confronti.

La sua lingua chiedeva disperatamente accesso alla mia bocca, acconsentii e lo lasciai fare.

Dopo un minuto circa ci staccammo, eravamo entrambi a corto di ossigeno.

Avevo bisogno di lui, adesso e domani.

Angolo autrice: Finalmente, dopo undici capitoli i due si sono decisi a darsi questo benedetto bacio Ma sarà tutto così rose e fiori? Cosa ne penseranno i due protagonisti? Vi lascio in sospeso con queste due piccole domande, come al solito spero vi sia piaciuto e aggiornerò presto, alla prossima ❤

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