Capitolo tredici

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Oggi si sarebbe tenuto il compleanno di Mirko presso uno dei locali più "in" della città.

Da quello che ho capito ha invitato mezzo istituto, amici al di fuori dell'ambito scolastico e alcuni suoi cugini.

Aveva invitato anche me, ma ancora non gli avevo dato la conferma definitiva, ero però propensa a non prendere parte, già sapevo che non mi sarei sentita a mio agio.

Dopo tutto quello che è successo, dopo quel sogno, che pian piano si stava trasformando in un incubo senza fine, dopo il discorso sull'amicizia che ci siamo fatti.

Non avrei resistito ai suoi occhi, alle sue labbra, a lui.
Parlai a lungo di questo argomento con Bea, visto che era stata invitata anche lei.

Bea: Secondo me dovresti venire, se ti ha invitato un motivo sotto sotto ci sarà.

Disse terminando di sorseggiare il suo succo di frutta.

Istintivamente portai la testa tra le mani e iniziai a scuoterla a destra e a sinistra.

Io: Ma vedi, dopo quello che è successo non me la sento.

Beatrice sembrava aver perso la pazienza.

Bea: Aria smettila di farti mille paranoie, non ha senso tutto questo, non puoi fare affidamento su uno stupido sogno, non significa niente.

Disse sbattendo leggermente i pugni sul tavolo.

Io: Lo so ma cerca di capirmi, se l'ho sognato evidentemente il desiderio c'era, è colpa sua, è lui la causa di tutto, è lui che mi manda il circuito mentale fuori uso.

Risposi guardandola negli occhi.

Beatrice: Non voglio sapere altro, se non accetti tu, accetterò io a nome di entrambe.

Disse con tono serio.

Io: Perché ci tieni tanto?

La ragazza puntò seccata gli occhi al cielo.

Beatrice: Perché finalmente ti vedo felice, evidentemente non te ne rendi conto. Oppure sei troppo orgogliosa per ammetterlo.

Rispose puntandomi l'indice contro.

Cedetti davanti alle sue parole.

Io: Va bene, dopo lo chiamo.

Beatrice: Lo fai adesso cara, non mi fido per niente delle tue parole.

La guardai con fare interrogativo, per poi scoppiare in una sonora risata.

Io: Come sei diffidente ragazza mia.

Beatrice: Sono realista tesoro.

Rispose con fare snob, riusciva sempre a sdrammatizzare ogni situazione.

Composi tremante il numero di Mirko e portai il cellulare all'orecchio.

Beatrice: No cara, pretendo il viva voce.

Imprecai mentalmente e poggiai il telefono sulla superficie piana del tavolo, mentre premetti il pulsante per attivare il viva voce.

Uno squillo, due squilli, tre, quattro, cinque squilli.

A metà del sesto squillo rispose qualcuno dall'altra parte del cellulare.

Io: Ciao Mirko, disturbo?

Mirko: Tu non disturbi mai, a cosa devo la tua chiamata?

Esitai un attimo prima di rispondere,fin quando non ricevetti un calcio dritto sulla tibia.

Guardai Beatrice in cagnesco, cercando di soffocare un gemito di dolore.

Io: Volevo solo avvisarti che verrò alla tua festa, cioè verremo sia io che Beatrice.

Mirko: Perfetto, mi sarebbe dispiaciuto se aveste rifiutato, è evidente che nessuno riesce a resistere al mio fascino.

Non potevo vederlo, ma avrei giurato che in quel momento stesse sorridendo maliziosamente.

Mirko: Hai impegni ora?

Beatrice mi mimò un NO ben scandito con le labbra.

Io: No, perché?

Mirko: Fatti trovare davanti a casa mia tra mezz'ora.

Sbuffai.

Io: Se io non volessi?

Dissi con aria di sfida.

Mirko: Andiamo, so che non stavi aspettando altro, devo parlarti di una cosa importante, ma ho la necessità di dirtela a voce, da soli.

Scandì brutalmente le ultime due parole, al che mi venne la pelle d'oca.

Io: Va bene, a dopo.

Gli risposi abbastanza insicura, dopo di che attaccai.

Guardai Beatrice con fare preoccupato.

Beatrice: Non è niente vedrai, vorrà solo parlarti della festa, non temere.

Disse con fare materno posando la sua soffice e delicata mano sulla mia.

Annuii semplicemente e distolsi lo sguardo da quello di Bea.

Io: Bene, forse è meglio che vada.

Bea: Va bene, mi raccomando niente scenate e fallo parlare. Quando avete finito la vostra chiacchierata chiamami pure al cellulare.

Rispose mantenendo quel sorriso stupendo.

Io: Sicuro, a dopo Bea.

Bea: A dopo Aria.

Ci congedammo e presi a camminare verso l'abitazione di Mirko.

Nel frattempo una miriade di domande affollarono la mia mente, ero seriamente preoccupata per quello che doveva dirmi Mirko.

Angolo autrice: SORPRESA! Visto che oggi, malgrado tutto, sono in vena di scrivere mi dispiaceva non aggiornare.
Eccoci qua con il tredicesimo capitolo, che avranno mai da dirsi quei due? Mirko troverà le parole per spiegare ad Aria ciò che ha intenzione di dirle?
Vi lascio con queste due domande, alla prossima ❤

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