Capitolo quattordici

1.1K 70 11
                                    

In quel momento troppe domande affollarono la mia mente, non capisco perché si comporta così.
Prima fa tutto il prezioso, poi sembra che non gliene freghi niente di nessuno. Meno male che si lamentano tanto delle donne, anche questi uomini non scherzano.

Improvvisamente mi squillò il cellulare, cosa voleva ancora?

Io: Si Mirko, sto arrivando dammi cinque minuti.

Mirko:Aria ascoltami, c'è stato un imprevisto mi dispiace, ci vediamo direttamente alla festa, scusa ancora.

Disse tutto d'un fiato, per poi attaccare senza spiegarmi il motivo.

Tutto sommato non mi importava, ero sollevata.

Non sapendo cosa fare per le ultime due ore prima della festa, decisi di recarmi verso la mia abitazione.

Chiamai al cellulare mia madre, per avvisarla che avrei fatto più presto del previsto.

Il tragitto fu breve e silenzioso, avrei camminato così per ore e ore.
Sarò strana io, ma se c'è una cosa che non sopporto, è quella di incontrare persone lungo la strada, se vedo un conoscente cambio direttamente marciapiede oppure inizio ad adoperare il cellulare nella speranza che l'individuo non mi riconosca.

Non è una cosa per la quale vado fiera, ma a volte è meglio così.

Ore: 19.00, ancora non ero riuscita a trovare un vestito adatto alla serata.

Sbuffai imprecando mentalmente, non ci volevo nemmeno andare a quella stupida festa.

Chiamai mia madre al rapporto.

Mamma: Cosa vuoi?

Chiese con la solita simpatia.

Io: Non ho un vestito adatto per la festa di stasera.

Mia madre sbuffò.

Mamma: È colpa tua, sei tu che non vuoi mai venire con me a fare compere. Vieni ti presto uno dei miei vestiti, se me lo sporchi ti taglio le mani.

Io: Ma mamma non abbiamo la stessa taglia, e poi senza offesa ma i tuoi gusti sono ben differenti rispetto ai miei.

Non feci quasi in tempo a finire la frase, che mia madre mi sventolò sotto gli occhi un vestito nero senza spalline, non molto lungo.

Rimasi sbigottita.

Io: E questo vestito? Da dove lo tiri fuori?

Chiesi esterefatta, era così dannatamente bello.

Mamma: Ti confido un segreto, ho avuto anche io la tua età, questo era il mio vestito preferito. La taglia dovrebbe essere la stessa, vai a provarlo.

La ringraziai e mi chiusi un bagno.
Sfilai di fretta i vestiti che indossavo, per poi infilarmi impaziente il vestito.

Mi detti una lunga occhiata, mi sentivo strana. Mi piaceva parecchio, ma non era di sicuro nel mio stile. Mi sentivo un tantino a disagio.

Uscii dal bagno e trovai mia madre intenta ad osservarmi.

Mamma: Ma guardati, odio ammetterlo ma sta meglio a te che a me.

Sorrisi a quell'affermazione.

Io: Scarpe da ginnastica però, rigorosamente scarpe da ginnastica.

Mamma: Anche perché non ti ci vedrei proprio coi tacchi, ne ora ne tra dieci anni.

Disse ridendo, beh aveva perfettamente ragione.

Optai per un paio di all star basse e nere, in abbinamento col vestito.

Tornai in bagno e completai l'opera, mi truccai leggermente con un po' di fondotinta e del mascara.
Ero indecisa se farmi una coda di cavallo alta, oppure lasciarli lisci.
Scelsi la seconda opzione, lasciai ricadere i miei capelli lungo le spalle e mi spruzzai una goccia di profumo alla vaniglia, il mio preferito.

Broken StringsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora