𝐋𝐨𝐯𝐞 𝐧𝐨𝐭𝐞𝐬-𝐓𝐚𝐞𝐣𝐢𝐧

5.Home

-Ma sì, trasferitevi al dormitorio! La camera 101 è libera.-

La stanza è grande, insomma quanto basta per ospitare un letto per me e uno per Jimin.
Mio fratello si fionda verso quello al lato destro, così non mi rimane altra scelta che posare il mio zaino sull'altro-non che mi cambiasse qualcosa.
-È ora di rendere questa stanza decente.- afferma Jimin, e ha ragione.
Ci mettiamo di impegno, e dopo quasi un'ora è tutto sistemato: abbiamo sistemato l'armadio dividendolo in due sezioni e messo dentro i vestiti, ricoperto le pareti con i nostri poster preferiti, preparato i letti con federe e cose varie e infine sistemato il bagno con sapone e tutto ciò che può essere utile.
Finite di organizzare anche le cose sui comodini e i piccoli scaffali a muro, mi sento davvero soddisfatto: è bellissima.
Siccome io non sento niente, ci siamo fatti modificare il campanello: alcune piccole luci poste nella stanza si accendono per un tempo molto breve segnalandomi che qualcuno ha suonato, ma ovviamente è rimasto anche il classico suono per Jimin.
-Ti va di andare a cena?- segna mio fratello, dopo esserci fatti la doccia tutti e due, sono ormai passate le 20.
Sono nervoso, ancora non conosco bene gli amici di Seokjin, e se dovessi incontrarli?
Annuisco comunque riluttante, non voglio che Jimin salti la cena per me, è un ballerino e deve mangiare abbastanza con tutto quello che brucia su base giornaliera.
Seguendo le indicazioni dello hyung, arriviamo in fondo al corridoio, ci sono svariate porte e quella riservata alla nostra zona di stanze è "cucina 2".

Appena entriamo, vedo una figura abbastanza familiare ai fornelli: è uno degli amici dello hyung.
Si volta verso di noi, facendo un cenno con la mano.
-Hyung.- segno, e prima che Jimin possa tradurre, il ragazzo mi saluta in lingua coreana dei segni.
Sorrido abbastanza emozionato, e piano piano come riesce spiega che sta ancora imparando, sa solo qualche cosa.
Gli faccio capire che è tutto okay, e lui si presenta come Hoseok.
Fa cenno a me e Jimin di avvicinarci a lui, e finalmente vediamo cosa sta preparando: carbonara, un piatto italiano.
Ci mostra i segni che ha imparato, sembra davvero orgoglioso, non è facile e lo capisco bene. Io ormai ci sono abituato, ma imparare da adulti è ancora più difficile che da bambini.
Dice qualcosa a mio fratello, che lui traduce per me mentre Hoseok guarda attentamente le sue mani muoversi.
-A breve arriveranno gli altri, chiede se possiamo dare una mano ad apparecchiare. Questo piatto si mangia con la forchetta, quindi dobbiamo mettere quelle e non le bacchette. I piatti ed i bicchieri sono sullo scaffale di destra.-
Annuisco, ed iniziamo a sistemare tutto quanto dopo aver pulito il tavolo.
Hoseok ci spiega che tecnicamente questa zona del dormitorio sarebbe riservata agli studenti di musica, ma siccome quest'anno ci sono meno matricole, più stanze sono comunque libere per gli altri. Loro hanno chiesto un permesso perchè noi potessimo alloggiare nella stanza 101, sono stati davvero gentili a farlo al posto nostro.
Gli altri amici di Seokjin-hyung arrivano poco dopo, e si presentano come Yoongi e Namjoon. Il primo ha l'età di Seokjin, mentre Namjoon come Hoseok è al quarto anno.
Io e Jimin salutiamo rispettosamente presentandoci, mentre Hoseok porta la carbonara a tavola.
Per fortuna, il tavolo è tondo, quindi riesco più o meno a seguire la conversazione con il labiale (anche se mangiando si parla poco) così che Seokjin-hyung e Jimin possano mangiare senza dover sempre fermarsi per tradurre tutto.
La carbonara è buonissima, e decido che segnare il pollice in sù ad Hoseok sia un gesto eloquente.
Dopo la cena, decidiamo di scattare foto stupide, perché è esattamente quello che fanno gli amici.
Finita la sessione di fotografie, Hoseok mette un po' di musica, anche se chiaramente io non posso sentirla.
Non mi disturba che si divertano, ma semplicemente non ho voglia di restare qui.
-Io mi sento stanco, penso che andrò a riposare.- segno, e Jimin traduce.
-È per la musica? Perdonami, pensavo potessi sentire le vibrazioni.- si scusa Hoseok, sempre con tanto di traduzione.
-Ma infatti posso, le sento, però ho bisogno di riposare. Era davvero buono hyung, ci vediamo domani. Buonanotte a tutti.-

Dopo una doccia veloce, mi fiondo nel letto. Mi sento così strano qui... mi sento un pesce fuori dall'acqua.
I ragazzi possono parlare tra di loro senza problemi, e io faccio fatica a volte a seguire il labiale.
Mi è stato sempre detto che i sordi dovrebbero stare con altri sordi e basta, ma per qualche motivo questo mi ferisce: vorrei così tanto avere delle interazioni sociali normali, senza che nessuno si disturbi per capirmi.
Hoseok-hyung si sentiva il colpa per la musica, ma non ha alcuna colpa: per me è bello anche solo ascoltare le vibrazioni, erano canzoni vecchie e capivo abbastanza bene, ma non sono abituato alle interazioni sociali.
Stare con le persone a volte mi stanca, è come caricare troppo qualcosa, prima o poi esplode.
Adoro la musica, la amavo anche di più prima di perdere l'udito...

Spero che Jimin si stia divertendo, non voglio che si privi della sua tanta amata musica (è un ballerino, dopotutto) e delle interazioni sociali... adora stare con le persone, ma per colpa mia non ha più avuto amici. Mi difendeva dai bulli, ma si è creato il vuoto attorno per questo, solo perché mi è stato accanto.
Mi sento come se lui dovesse farmi da badante, e i sensi di colpa non tardano certo ad arrivare.
Sento una piccola mano tra i miei capelli, so che è mio fratello, così alzo lo sguardo per incontrare i suoi occhi lucidi pieni di preoccupazione.
-Tae, scusami.- segna, cazzo, è tutta colpa mia se sta così.
-Non devi scusarti per niente, Chim. Anzi, grazie per aver fatto da interprete come al solito, non ti ringrazio quasi mai perchè a me sembra normale che qualcuno lo faccia...-
-Non devi ringraziarmi, TaeTae, avresti fatto lo stesso per me.-
Annuisco, è vero. Lui è il mio migliore amico, andrei in capo al mondo per lui, gli voglio un bene dell'anima.
-Ti voglio bene, Chim.- lo abbraccio, mentre lui segna la risposta sulla mia schiena per non sciogliere la stretta.
-Anche io, fratellino.-
Sto davvero meglio ora.